La Cisl calabrese “vede positivamente l’avvio di una discussione generale sulle sorti del capoluogo calabrese, ma alla condizione che non si discuta di idee astratte, bensi’ di questioni concrete e che il dibattito non assume i toni di una campagna elettorale di cui non c’e’ bisogno”. Luigi Sbarra, segretario del sindacato cattolico in Calabria, lancia una sfida alle forze politiche, economiche e culturali della citta’ di Catanzaro “perche’ – afferma – cio’ di cui la citta’ ha urgente bisogno e’ capire perche’ essa ha perduto identita’ e funzione nello scacchiere regionale e perche’ mai e’ difficile coinvolgere tutta la societa’ civile nelle scelte generali dello sviluppo, ad incominciare dal nuovo piano regolatore e da tutte quelle scelte incidenti sull’urbanistica cittadina che non possono essere monopolizzate da pochi a danno dei molti”. Sbarra continua affermando che “per capire quale progetto Catanzaro debba darsi occorre partire dai problemi che angustiano la vita dei cittadini, ad incominciare da quelli del lavoro autorevolmente indicati l’altro giorno da Mons. Ciliberti e senza trascurare quelli relativi all’emergenza ambientale che rende la citta’ – e soprattutto le periferie spesso lasciate sole e prive della benche’ minima vigilanza – scoperta sul piano della difesa e della salvaguardia del territorio, al punto che l’altro giorno a causa del maltempo la citta’ e’ andata in tilt ed ancora non si comprende se siano stati adottati o meno provvedimenti preventivi adeguati”.
Per la Cisl, in sostanza, “se si vuole essere seri e non strumentali, discutere dei problemi provocati ai cittadini da una pioggia leggermente piu’ preoccupante del solito, e’ piu’ utile che ragionare in astratto di programmi e sviluppo. Dobbiamo partire dai problemi per capire dove la citta’ e’ debole. Il dibattito sull’assenza di progetto per una citta’ importante come Catanzaro che in questi giorni tiene desta l’attenzione, non puo’ che prendere le mosse – ad avviso del segretario della Cisl – dal solenne monito di monsignor Ciliberti, il quale, toccando il dolente tasto della disoccupazione crescente, ci indica una delle strade principali per discutere, in maniera non retorica ma puntuale, del presente e del futuro di una citta’ che dovrebbe svolgere un’alta funzione amministrativa, ma che spesso vede il suo ceto dirigente troppo impegnato in quella che il vescovo di Cosenza” Mons. Agostino, ricorda il segretario cislino, “ha definito la conflittualita’ quotidiana della politica e l’assenza del buon esempio, specie quando si pensa al clientelismo” . Il sindacato, e la Cisl in modo specifico, spiega Sbarra, “non crede che si possa ragionare del possibile progetto di citta’ capoluogo prescindendo dalle questioni concrete che angustiano la vita dei catanzaresi, dei giovani e meno giovani. Se la citta’ capoluogo oggi da’ netta l’impressione di essere gestita ” a conduzione familiare ” come e’ stato asserito, e’ semplicemente perche’ si e’ creata una frattura tra la politica e la societa’ ed e’ di questa frattura che occorre discutere, ma non in maniera astratta, bensi’ partendo dalle questioni concrete”.
Il segretario della Cisl richiama l’urgenza di dotare, “seguendo le forme corrette e rispettando la legge e le scelte del Consiglio regionale, la citta’ finalmente della sede unica della Giunta regionale. Cio’ perche’ – spiega – avendo la citta’ finalmente una casa della Regione, renderebbe riconoscibile la sua funzione prevalente di citta’ burocratica in una Calabria in cui ogni provincia tenta di ritagliarsi spazi ad essa congeniali. Cio’ pero’ non e’ stato ancora possibile, ma non mi pare che vi sia in citta’ e nel ceto dirigente una preoccupazione pari all’importanza della questione”. Sbarra aggiunge inoltre che “manca ancora un piano del lavoro, per cui i giovani sono costretti a guardare fuori dai confini catanzaresi e manca un Piano di sviluppo, per cui il dibattito si disperde su questioni interne che giustificano l’accusa rivolta a Catanzaro di citta’ piegata su se stessa ed incapace di autocritica”. (CNN 11.12.2003)
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