A Catanzaro ne parlano in molti. C’è chi ride, chi si mostra infastidito, chi finge malamente di non conoscerla. Ma se siete catanzaresi e frequentate Facebook, di certo l’avrete notata almeno una volta nelle ultime settimane.
È la pagina di “Tutt’apposto” e per ora conta poco meno di mille fan. Risultato lusinghiero, se si pensa a quanto contino le apparenze, le adesioni e le amicizie, perfino quelle virtuali -forse soprattutto quelle considerando il recente scoop del Corriere della Callabria sui falsi profili facebook- in una città come Catanzaro.
Tra le informazioni della pagina si legge “Tutt’apposto è la città dove tutto è possibile, dove i politici lavorano solo per la popolazione… insomma dove è Tutt’apposto… ma per chi?”
Tutt’apposto è espressione celebre sui tre colli, diventata col tempo quasi un’intercalare. A Catanzaro è tutt’apposto anche se nulla è “a posto”. Lo stesso sindaco della città, Sergio Abramo è stato immortalato dalle telecamere Rai mentre in una campagna elettorale di qualche tempo fa stringeva decine di mani esordendo con un bel “tutt’apposto?”.
E allora gli ideatori della pagina fondano proprio su questa espressione e su quanto di drammatico e grottesco si porta dietro, la loro satira. Che è spesso intelligente, vivace, certamente nuova.
Si ride dei lavori di riqualificazione del lungomare di Catanzaro, colpevoli, causa improbabili piastrelle, di aver trasformato un angolo di città in una stanza da bagno casalinga. Oppure si punta sulla ridicola questione dello Stadio Ceravolo con “Scopellopoly, ristruttura il tuo stadio preferito e guadagna il consenso dei tuoi fans” .
A noi di puntonet piacciono le voci fuori dal coro, perché il coro negli ultimi anni è diventato inascoltabile, a tratti lugubre. Perciò agli ideatori di Tutt’apposto non possiamo che augurare che mai nulla, almeno per loro, sia Tutt’apposto.
Red
