Innanzitutto gli auguri ai nuovi proprietari del nuovo F.C. Catanzaro, sarebbe opportuno però non usare strumentalmente i termini “serietà” e “oculatezza” per giustificare in via preventiva eventuali stonature di orchestra…
A quando la conferma del nuovo allenatore e dei definitivi quadri tecnici? I calendari stanno per essere stilati e all’inizio del campionato manca poco…
Pregherei le cosiddette colombe di non iniziare con i discorsi del tipo: lasciamoli in pace ecc. ecc. Sarebbe bene ricordare a chi se lo fosse già dimenticato, che “lasciando in pace” coloro che hanno ucciso il Catanzaro si è stati inconsapevoli (?) complici della scomparsa dell’Uesse.
Quindi occhi bene aperti senza peraltro partire con preconcetti sbagliati. Una squadra che porta il nome di “Catanzaro” che sia F.C. o A.S. non importa, dovrebbe spaccare il campionato di C2 e programmare con ambizione e non con timori. Ai più è apparso il contrario. Ripeto, è solo una sensazione che spero sia subito cancellata dai fatti. Si, dai fatti, perché le parole se le porta via il vento. Per questo sarebbe giusto parlare quando inizierà il campionato che l’F.C. avrà il dovere assoluto di stravincere.
Ultimamente si è fatto un gran parlare su squadre come la Cisco Roma come se si trattasse del Barcellona e le cellule epatiche dei più iniziano ad avere vecchi sussulti. I nuovi proprietari dell’F.C. dovrebbero avere già inteso che nessuno è disposto a fare 14 anni di passerella in C2 o essere umiliati su campetti semicalvi per più di un anno. Nessuno è disposto soprattutto dopo le umiliazioni rimediate qua e là in tutta Italia e con l’amplificazione finale di un fallimento scandaloso, doloso ecc. ecc.
Il veleno incassato scorre ancora nelle vene giallorosse ed è inutile nascondere che il riconoscimento dell’F.C. da parte della tifoseria, come erede dell’Uesse, è scontato.
In tempi passati, le piazze che hanno conosciuto il fallimento (Napoli, Torino, Fiorentina) hanno riportato subito gente allo stadio grazie al pronto investimento di coloro che si sono accollati gli onori e gli oneri di ricostruire un’arca per approdare a successi nuovi e forieri di rinnovati entusiasmi (per poi riappropriarsi del titolo).
Sarà questo quello che dovranno fare Pittelli & C. e i tifosi che hanno praticamente dato loro il mandato di fare ciò, con la benedizione del Sindaco della Città, dovranno vigilare perché ciò accada subito altrimenti si potrebbe correre il rischio di allontanare per sempre vecchi e purtroppo sopiti, antichi entusiasmi.
L’ambizione sarà quella della resurrezione immediata, del rinascimento totale del calcio catanzarese e la celerità nell’attuare tutto ciò è l’unico strumento perché ciò accada.
Sono da apprezzare le parole inneggianti alla serietà e alla trasparenza, altrettanto sono da apprezzare la volontà di aprire la neonata società ai tifosi. Ma per quest’ultimo argomento vien da dire:”ci mancherebbe altro”! Senza tifosi/utenti/clienti/biglietti/abbonamenti ecc. ecc. i cui usufruitori e finanziatori primi e unici sono i tifosi stessi, il “neonato” F.C. perirebbe all’istante senza neanche avere il tempo di passare da un’ipotetica incubatrice!
L’importante sarà gestite questa apertura, sostanziandola non nel senso di un’ingerenza inopportuna, ma con una corretta partecipazione dei veri protagonisti sostanziali di qualsivoglia compagine: i tifosi.
Il mercato va avanti tra conferme di nuovi nominativi e smentite varie, ma la sete del Popolo catanzarese è comprensibilissima e Longo, attore in primis della costruzione del nuovo organico deve capirlo. Allo stesso modo dovranno essere complici di questa esigenza l’imprenditore campano Coppola, detentore del 90% delle azioni del nuovo F.C. e il Presidente Pittelli. Siamo certi che comprenderanno la tanta voglia di riscatto che cova sotto le ceneri menzognere di una moderazione e di un attendismo che mal si sposano con la voglia di risalita.
L’ambizione è figlia della storia che si detiene, la stessa non può, né deve partorire presunzione, ma la giusta brama, quella si. L’atteggiamento delle squadre che hanno patito questa situazione, (vedi Firenze, Napoli, Torino ecc.) è stato quello di far subito capire che si sarebbe fatto di tutto pur di risalire in fretta la china non badando a mezzi economici o comunicativi.
Se il neonato Catanzaro ha scelto la moderazione (che bel termine questo tanto amato/utilizzato/inflazionato dagli Italiani in politica, in economia ec. Ecc.!) come propria bandiera? Benissimo, però dovrà essere strumentale al raggiungimento degli obiettivi che non possono essere che di pronta risalita. Cosa avrebbero detto gli Juventini se i nuovi timonieri avessero parlato di campionato di assestamento in B? Il capoluogo di Regione, con i trascorsi che tutti quanti conosciamo, in C2 è una cosa ridicola, ancor più per coloro che fanno parte di una certa generazione, sarebbe ridicola anche la C1, figuriamoci la C2!
Ognuno sostanzia il proprio essere con la stima e l’orgoglio che riconosce a se stesso. L’auto- legittimazione è alla base dell’autostima e della crescita di un Popolo. Se c’è qualcuno che dice che Catanzaro merita questa C2, o che la classe imprenditoriale della Città non può esprimere di più, sappia che i destinatari di questa falsità possono essere solo polli della peggior specie. Non legittimeremo mai questo concetto. Il Gallipoli in C1/B (con tutto il rispetto) partirà con ambizioni di B!!! E’ bene iniziare ad alzare la testa, guardare avanti senza piangersi addosso, perché il Catanzaro siamo noi, il nostro spirito, la nostra voglia non è morta, anche se fingiamo invano disinteresse e vittimismo. Il nome che si ama è CATANZARO, si, avete capito bene CATANZARO i suffissi sono ininfluenti, è lo spirito del Popolo quello che conta è noi siamo vivi più che mai.
In bocca al lupo dunque Pittelli/Coppola/Longo. Avete voluto la bicicletta? E allora dovrete pedalare stile Coppi/Bartali, senza alcun indugio, senza “se”, senza “ma”, senza “però” e soprattutto senza alcun timore.
Siano i benvenuti il rigore (ci si augura ce ne siano tanti a favore dei giallorossi sul rettangolo verde) e la trasparenza, ma dovranno essere solo uno strumento di lavoro per ambizioni legittime di cui è pregno il nome CATANZARO. Noi vi staremo (se lo meriterete) a fianco, perché NOI come sempre in passato, nel presente e nel futuro, finchè morte non ci separi, SIAMO nientepopodimenochè IL CATANZARO.
Giuseppe Mangialavori