Serie B…evute per Rimini – Catanzaro

Nicolò Ditta ci accompagna per le vie di Rimini

Rimini, la capitale d’Italia del divertimento.
Chi di noi non è stato almeno una volta in vacanza, è una tappa obbligata, quasi un tassello necessario e vitale della nostra crescita, un momento che comunque resterà per sempre nei nostri ricordi.
oggi ci divideremo, vivremo due diverse situazioni, quasi vivessimo la città in due situazioni completamente diverse.

I ragazzi e Rimini, una città a misura di giovani e della loro voglia di divertirsi. La cosa che più mi ha colpito di Rimini è l’informalità delle persone.
La quasi “familiarità” che hanno con te, perfetto sconosciuto diciottenne che vai per “cuccare” o per andare in discoteca. Sembra che si mettano tutti a tua disposizione. In realtà, ognuno di loro ti offre qualcosa a qualunque ora del giorno e della notte. Pure la pizza alle 6 di mattina seduti e serviti in pizzeria da camerieri gentili anche se magari sono stravolti dal sonno.

Approfittiamo, quindi, di questi ultimi giorni d’estate (l’autunno arriverà tra un paio di settimane) e godiamoci la nostra meritata piadina al chioschetto.
A parte una birra gelata, ovvio e naturale abbinamento è la Cagnina di Romagna.
Un vinello semplice, rosso, un po’ frizzante che va servito ben fresco (diciamo 12 gradi circa) e vi assicuro che va giù che è un piacere. Una via di mezzo tra un novello per via dei profumi e del sapore, e un vino frizzante. Provatelo e mi direte. Unico consiglio, se lo voleste comprare prendetene qualche bottiglia, vi assicuro che una non basterà.

Una piadina, magari un gelato in uno degli innumerevoli bar del lungomare, e la notte in discoteca. Questa la giornata tipo dell’adolescente in vacanza.

Vogliamo provare un connubio tra la piadina e un nostro vino? Perché no, in fondo stiamo giocando. Se pensiamo ad una piadina con un po’ di formaggio che non sia lo squaqquerone perchè troppo delicato, ma un formaggio più robusto e saporito, come un gorgonzola, perché non provarla con un Greco di Bianco? Proviamo questo matrimonio calabro-romagnolo, ma è solo un gioco, anche se non sarà il massimo della vita.
Più seriamente, è difficile trovare uno dei nostri vini che si adatti alla piadina. Troppo spessi e alcolici i nostri, troppo delicata la piadina.

Rimini non è comunque solo sinonimo di piadina. C’è anche una tradizione culturale e gastronomica tutta da scoprire.
Come lo scalogno. Coltivato e molto diffuso in Francia che a trovato in Romagna un ambiente ideale. Molto più delicato delle normali cipolle, è il condimento ideale per delicati risotti.
Vino con cui sfumare il risotto un ottimo albana.
A proposito del vino che si usa in cucina, la prima credenza da sfatare è che qualunque vino va bene per cucinare. È assolutamente falso! Più il vino è buono, migliore sarà il piatto.

Abbiamo anche un’altra Rimini da scoprire, una Rimini diversa e fatta più per gi adulti. Una Rimini che va al ristorante per una sana e corroborante mangiata all’insegna del Buon cibo, del Buon vino e dell’allegria. Un’allegria rumorosa e contagiosa che vi trasporterà con se, specie dopo il terzo bicchiere di vino.

Quasi d’obbligo cominciare con un antipasto di salumi e una bottiglia di Pagadebit di Romagna, vino bianco fatto da uva “Bombino” molto semplice e un vagamente dolciastro nei profumi e nel sapore.

I primi piatti saranno o delle classiche paste fatte in casa, o delle minestre. Le prime rinverdiscono l’antica tradizione emiliano/romagnola della pasta all’uovo; le seconde invece servono a combattere il freddo invernale. Ovvio abbinamento i vini rossi della regione. Caldi, vinosi, non eccessivamente strutturati ma mediamente complessi.

Tra le salse il ragù ha una sua importanza. Un bel Gutturnio o uno piacevolissimo Sangiovese di Romagna con la pasta al ragù sarà perfetto. Magari servito un paio di gradi più fresco del normale. Altro discorso sono le splendide grigliate di carne, in questo caso dovremo affidarci a un grande Cabernet perché possa reggere la succulenta del piatto. A questo punto una bella bottiglia di Cirò ci starà sicuramente bene!
Piccola precisazione, il cabernet non è buono solo perché si chiama cabernet. È buono solo se è fatto bene, altrimenti fa pena quanto e più degli altri.
Posizione privilegiata i funghi, specie i Porcini, che alla griglia o fritti danno il meglio di sé!

Alla fine, anche se non siamo ancora in periodo, delle caldarroste accompagnate dalla splendida Cagnina di Romagna chiuderanno il pasto in maniera egregia!

Ma ora Brindiamo! In alto i calici e buona Serie B…evute!
Nicolò Ditta

PS Per informazioni critiche richieste o suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a uctrapani@uscatanzaro.net

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