Se la raffinatezza, l’eleganza, la formalità , il rispetto del protocollo o del galateo,sono i punti cardini essenziali ed irrinunciabili di una cena fprmaleâ€, Modena e l’Emilia Romagna tutta sono l’esatto opposto e in senso tutt’altro che negativo, anzi.
Una visita in quelle città , in quella regione, ti mette subito di buon umore.
Provate a trovare un palazzo alto più di tre piani nel centro storico di questa deliziosa cittadina, e vi offro un caffè al bar!
Emilia Romagna, il crocevia dell’Italia, l’anello che congiunge il nord con il centro-sud, sarà la nostra prossima meta. Andiamo a Modena, città che contrappone la velocità dei suoi bolidi rossi, alla tipica “lentezza†della vita di una cittadina di provincia.
Città da vivere in bicicletta o a passeggio tra le viuzze del centro o sotto i portici.
Città che ti mette a tuo agio con la sua semplice e genuina ospitalità .
Il nostro spuntino sarà altrettanto semplice schietto e spontaneo da gustare in maniera assolutamente informale.
Ecco che, seduti in piazza, di fronte a un’immancabile bottiglia di lambrusco, assaggiamo le tigelle. Piatto tipico della zona che si prepara sciogliendo il lievito di birra in acqua tiepida, si impastano la farina il lievito, strutto e sale.
Una volta amalgamati si aggiunge la panna continuando a lavorare l’impasto fino a renderlo morbido.
Lo si lascia coperto per 1 ora poi si tira la pasta fino a uno spessore di 4-5 mm., e si fanno dei dischi con il bordo di un bicchiere o di una tazza.
Si stendono i dischi su un panno di cotone coprendoli con un’altro e si lasciano riposare per un’altra ora. Si cuociono quindi nell’apposita padella oppure in forno su una placca.
Si servono ovviamente calde con salumi affettati e/o formaggi. Il “dolce†(in senso lato) vino frizzante simbolo della città a quasi sinonimo del patrimonio enologico dell’intera regione.
In questo come in altri casi, non è sempre il più famoso a dettar legge o a garantire la migliore qualità .
Ottimi piccoli produttori li troviamo tra quanti producono tanti altri vini a tante altre varietà .
Possiamo allora spaziare dal lambrusco rosato frizzante che ben si accompagna ai tortellini, a quello non frizzante che regge qualche pasta “importante†ad esempio i cannelloni, o qualche formaggio, o a una sorta di versione “intermedia†tra le due che si sposa bene a minestre o zuppe.
Fino al lambrusco di santa croce che può reggere paste rosse o piatti di carne rigorosamente alla griglia.
Qualunque sia il vino che voi sceglierete, mi sento di darvi un solo consiglio, il lambrusco è uno dei vini che in Italia ha una tra le più basse reputazioni e che ha un libello medio tra i più bassi. E’ purtroppo è vero, spesso si prendono enormi “cantonateâ€.
Ci sono però dei produttori artigianali che lo fanno in maniera più che dignitosa e onesta. Il brutto è che molti tra questi non vendono il loro vino ma lo consumano in famiglia. Qualcuno lo vende ma a livello locale. Si deve avere la fortuna di scovarlo.
Accanto a questi pochi produttori tra i più grossi, fanno un buon lambrusco, ma anche li bisogna stare molto attenti.
Chiudiamo con la “Buonissimaâ€, pasta frolla: miele; gherigli di noci e rum bianco; il tutto ricoperto da cioccolato.
Dolce sicuramente non dietetico, ma dopo l’amara partita di ieri è quello che ci vuole!!!
Servito con un bel calice a tulipano di Albana di Romagna nella versione Passito (che volendo lo si può anche abbinare ai dolci, vista la sua peculiarità . Lo so, sto offrendo un vino di un’altra regione, ma sono costretto essendo il più rappresentativo dell’intera regione.
Ma ora è tardi, Brindiamo!
Ina alto i cuori e buona Serie B…evute!
Nicolò Ditta
Per informazioni critiche richieste o suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a trapani@uscatanzaro.net