di
Massimiliano Raffaele |
Inizia
con la prima giornata di campionato, una delle nuove rubriche che UsCatanzaro.net
dedicherà alla squadra giallorossa. “TatticaMente!”,
questo il nome del nuovo spazio, si proporrà come un appuntamento fisso
che dovrà analizzare in lungo e in largo il ruolino tattico del Catanzaro.
CATANZARO
– Il buon giorno si vede dal mattino, oppure, chi ben comincia è
a metà dell’opera… Sono tanti i proverbi di rito che di volta
in volta vengono appioppati alle formazioni di calcio al termine della prima
giornata di campionato, e questa volta, permettetemelo, uno di questi cari e
saggi detti gradirei dedicarlo al Catanzaro. La formazione di mister Braglia,
infatti, fresca della sua promozione in terza serie, è riuscita
a battezzare con i tre punti un esordio atteso 12 anni. Bene, bravi, e c’è
da chiederlo… bis!
Lo schieramento iniziale dell’undici giallorosso non poteva che essere
un 3-4-3 in pieno stile Pierino la peste. Un modulo ancora in fase di rodaggio
che certamente offrirà spettacolo ad un pubblico sempre più affamato
del bel gioco (del resto chi ha visto giocare un certo Palanca non può
non chiederlo!). Difesa mobile con le tre pedine (Pastore, Ciardiello e Zappella)
che ritmicamente, a seconda dell’incursione avversaria, si stringevano
o si allargavano per affrontare le scorribande nemiche. Centrocampo quadrato:
Alfieri e Ascoli in mezzo al campo, Dei e Morelli sulle corsie esterne. Reparto
offensivo formato da Ambrosino, Corona e Ferrigno. Modulo statico? Assolutamente
no! Quando la squadra attacca, Dei e Morelli si sganciano e vanno in profondità
(o almeno ci provano) per dare palle buone ai compagni; in fase difensiva i
due arretrano improvvisamente andando ad aggiungersi ai tre difensori per formare
una retroguardia a cinque uomini. In avanti spesso Corona prende il posto di
uno dei suoi colleghi di reparto per confondere le idee agli avversari.
Durante la partita, il Catanzaro non ha cambiato molto dal punto di vista tattico.
Gli avvincendamenti che sono stati effettuati durante la seconda frazione hanno
inciso poco dal punto di vista prettamente metodico. Con l’ingresso di
Machado, che ha rilevato Morelli, Ambrosino si è spostato per pochi minuti
al centro prima di cedere il posto a Rovrena, Ascoli è finito sulla corsia
sinistra, e il folletto brasiliano è andato a far compagnia a Corona.
Solo di contorno l’ingresso di Piemontese al posto di Ferrigno.
I fattori che sono risaltati subito agli occhi sono due: la cattiveria e la
grinta dei giallorossi, componente indispensabile, e la gran cura che il tecnico
di Grosseto ha per la fase difensiva. Anche su azioni da fermo, tutto il Catanzaro
tornava nella propria metà campo (o addirittura nell’area di rigore!)
per proteggere la porta; più volte si è visto Corona risalire
tutto il campo per andare a marcare qualcuno.
Andiamo ad analizzare i tre gol della partita. Sul vantaggio del Catanzaro il
merito va a tutta la squadra. Punizione dalla sinistra e palla messa da Alfieri
sul secondo palo, Corona già pronto, aspetta il rimbalzo ed insacca di
testa. Dopo il gol saranno sempre in due a marcare Re Giorgio.
Il pareggio è invece scaturito da un’esitazione di Luca Gentili:
il portiere di San Severino Marche è rimasto inchiodato sulla linea di
porta mentre un traversone tagliava l’area di rigore. Il risultato è
stato l’1 a 1. Ben fatto il raddoppio. Ferrigno porta palla sulla sinistra
e serve con un pallonetto Corona che intanto si era inserito in diagonale lasciando
di stucco il proprio marcatore.
Per il primo appuntamento con la rubrica non ci sono rimproveri per nessuno!
Soltanto una curiosità che tatticamente c’entra poco.
In curva est, dove stavano i supporter di Pesaro, una bambina di chiara fede
catanzarese, sventolava alle spalle dei marchigiani una sciarpa giallorossa.
Complimenti al papà! Che coraggio!