Ovviamente l’ex guardasigilli non è l’unico rappresentante di questa pessima corrente, che include nelle sue schiere esponenti dal livello circoscrizionale fino a quello europarlamentare: dunque non è nostra intenzione crocifiggere il ceppalonico dal momento che, seguendo l’ammonimento evangelico, prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui converrebbe guardare la trave nel proprio occhio. E di queste travi, in Calabria, ne abbiamo di gigantesche. Mastella rimane senza dubbio la causa prima dello scippo dell’importante istituto di alta formazione destinato ai magistrati, ma questo non può trasformarsi in un alibi che cancelli l’inettitudine o – peggio ancora – eventuali compromessi della deputazione locale. A dirla tutta, all’epoca del dirottamento dal comodo e razionale capoluogo calabrese verso il decentratissimo e scomodissimo Sannio, sarebbe stato doveroso che tutti gli uomini di partito, di tutti gli schieramenti, di tutti i territori della nostra regione, facessero fronte comune per ammonire Romano Prodi rispetto alla vergognosa azione del suo ministro della giustizia. Se oggi stiamo ancora parlando di questa vicenda, evidentemente le proteste dell’epoca sono state scarse di consistenza e ricche di ipocrisia. Il Comune di Catanzaro, direttamente coinvolto dallo scippo, ha fatto il massimo delle sue possibilità: adire le vie legali (a cui interviene ad adiuvandum “CatanzaroNelCuore”) non solo per ottenere prioritariamente il maltolto ma pure per invocare il ripristino della verità, laddove Mastella ha voluto far credere che la nostra città non avesse immobili disponibili, non fosse funzionale allo scopo, ed altre simili castronerie. Su questo punto, in particolare, ci preme comunque evidenziare che non spetta ai Comuni individuare gli immobili per allocare uffici statali: deve essere l’amministrazione dello Stato a costruire o ricercare sul territorio una sede. Ciononostante la Città di Catanzaro ha volontariamente e lodevolmente fornito all’occorrenza ogni disponibilità di immobili e di collaborazione istituzionale proprio per non concedere alibi a chicchessia. Valga come esempio ulteriore di quanto andiamo affermando la vicenda DRAG, ovvero la probabile istituzione di Direzioni Regionali del Ministero della Giustizia: il nostro Comune, pur non avendo alcun obbligo di fornire o ricercare immobili per la sede calabrese dell’istituenda Direzione, anche in tal caso ha già preventivamente, volontariamente e lodevolmente individuato degli spazi idonei. In conclusione, l’amministrazione locale non risulta essere disattenta su queste vicende. Ma la politica, quella alta, quella che si fa a Roma, quella di cui sono parte integrante i nostri deputati ed i nostri senatori, è altrettanto solerte e vigile?
Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”