Scuola Magistratura: la malapolitica ha tolto, la buona politica restituisca!

riceviamo e pubblichiamo

Bene ha fatto l’avvocato Raffaele Mirigliani ad amplificare sulla stampa le perplessità già da noi più volte palesate circa l’impegno della nostra rappresentanza politica all’interno dei palazzi romani sulla vicenda Scuola di Magistratura. E bene ha fatto a porre la questione se debba essere la politica (i nostri deputati, i nostri senatori) a risolvere tali vicende o se questa, al contrario, intenda delegare ai giudici. L’eventuale pilatismo di questa seconda ipotesi sarebbe un segnale di resa e di “malapolitica” non meno vergognoso dello scippo attuato da Mastella, la cui azione di rapina ai danni di Catanzaro e della Calabria intera è unanimemente riconosciuta come uno dei più vergognosi esempi di “malapolitica”. 
Ovviamente l’ex guardasigilli non è l’unico rappresentante di questa pessima corrente, che include nelle sue schiere esponenti dal livello circoscrizionale fino a quello europarlamentare: dunque non è nostra intenzione crocifiggere il ceppalonico dal momento che, seguendo l’ammonimento evangelico, prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui converrebbe guardare la trave nel proprio occhio. E di queste travi, in Calabria, ne abbiamo di gigantesche. Mastella rimane senza dubbio la causa prima dello scippo dell’importante istituto di alta formazione destinato ai magistrati, ma questo non può trasformarsi in un alibi che cancelli l’inettitudine o – peggio ancora – eventuali compromessi della deputazione locale. A dirla tutta, all’epoca del dirottamento dal comodo e razionale capoluogo calabrese verso il decentratissimo e scomodissimo Sannio, sarebbe stato doveroso che tutti gli uomini di partito, di tutti gli schieramenti, di tutti i territori della nostra regione, facessero fronte comune per ammonire Romano Prodi rispetto alla vergognosa azione del suo ministro della giustizia. Se oggi stiamo ancora parlando di questa vicenda, evidentemente le proteste dell’epoca sono state  scarse di consistenza e ricche di ipocrisia. Il Comune di Catanzaro, direttamente coinvolto dallo scippo, ha fatto il massimo delle sue possibilità: adire le vie legali (a cui interviene ad adiuvandum “CatanzaroNelCuore”) non solo per ottenere prioritariamente il maltolto ma pure per invocare il ripristino della verità, laddove Mastella ha voluto far credere che la nostra città non avesse immobili disponibili, non fosse funzionale allo scopo, ed altre simili castronerie. Su questo punto, in particolare, ci preme comunque evidenziare che non spetta ai Comuni individuare gli immobili per allocare uffici statali: deve essere l’amministrazione dello Stato a costruire o ricercare sul territorio una sede. Ciononostante la Città di Catanzaro ha volontariamente e lodevolmente fornito all’occorrenza ogni disponibilità di immobili e di collaborazione istituzionale proprio per non concedere alibi a chicchessia. Valga come esempio ulteriore di quanto andiamo affermando la vicenda DRAG, ovvero la probabile istituzione di Direzioni Regionali del Ministero della Giustizia: il nostro Comune, pur non avendo alcun obbligo di fornire o ricercare immobili per la sede calabrese dell’istituenda Direzione, anche in tal caso ha già preventivamente, volontariamente e lodevolmente individuato degli spazi idonei. In conclusione, l’amministrazione locale non risulta essere disattenta su queste vicende. Ma la politica, quella alta, quella che si fa a Roma, quella di cui sono parte integrante i nostri deputati ed i nostri senatori, è altrettanto solerte e vigile?

Laddove la “malapolitica” toglie, la “buona politica” – se c’è –  restituisca con gli interessi.

Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”

Scuola Magistratura: la malapolitica ha tolto, la buona politica restituisca!

riceviamo e pubblichiamo

Bene ha fatto l’avvocato Raffaele Mirigliani ad amplificare sulla stampa le perplessità già da noi più volte palesate circa l’impegno della nostra rappresentanza politica all’interno dei palazzi romani sulla vicenda Scuola di Magistratura. E bene ha fatto a porre la questione se debba essere la politica (i nostri deputati, i nostri senatori) a risolvere tali vicende o se questa, al contrario, intenda delegare ai giudici. L’eventuale pilatismo di questa seconda ipotesi sarebbe un segnale di resa e di “malapolitica” non meno vergognoso dello scippo attuato da Mastella, la cui azione di rapina ai danni di Catanzaro e della Calabria intera è unanimemente riconosciuta come uno dei più vergognosi esempi di “malapolitica”. 
Ovviamente l’ex guardasigilli non è l’unico rappresentante di questa pessima corrente, che include nelle sue schiere esponenti dal livello circoscrizionale fino a quello europarlamentare: dunque non è nostra intenzione crocifiggere il ceppalonico dal momento che, seguendo l’ammonimento evangelico, prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui converrebbe guardare la trave nel proprio occhio. E di queste travi, in Calabria, ne abbiamo di gigantesche. Mastella rimane senza dubbio la causa prima dello scippo dell’importante istituto di alta formazione destinato ai magistrati, ma questo non può trasformarsi in un alibi che cancelli l’inettitudine o – peggio ancora – eventuali compromessi della deputazione locale. A dirla tutta, all’epoca del dirottamento dal comodo e razionale capoluogo calabrese verso il decentratissimo e scomodissimo Sannio, sarebbe stato doveroso che tutti gli uomini di partito, di tutti gli schieramenti, di tutti i territori della nostra regione, facessero fronte comune per ammonire Romano Prodi rispetto alla vergognosa azione del suo ministro della giustizia. Se oggi stiamo ancora parlando di questa vicenda, evidentemente le proteste dell’epoca sono state  scarse di consistenza e ricche di ipocrisia. Il Comune di Catanzaro, direttamente coinvolto dallo scippo, ha fatto il massimo delle sue possibilità: adire le vie legali (a cui interviene ad adiuvandum “CatanzaroNelCuore”) non solo per ottenere prioritariamente il maltolto ma pure per invocare il ripristino della verità, laddove Mastella ha voluto far credere che la nostra città non avesse immobili disponibili, non fosse funzionale allo scopo, ed altre simili castronerie. Su questo punto, in particolare, ci preme comunque evidenziare che non spetta ai Comuni individuare gli immobili per allocare uffici statali: deve essere l’amministrazione dello Stato a costruire o ricercare sul territorio una sede. Ciononostante la Città di Catanzaro ha volontariamente e lodevolmente fornito all’occorrenza ogni disponibilità di immobili e di collaborazione istituzionale proprio per non concedere alibi a chicchessia. Valga come esempio ulteriore di quanto andiamo affermando la vicenda DRAG, ovvero la probabile istituzione di Direzioni Regionali del Ministero della Giustizia: il nostro Comune, pur non avendo alcun obbligo di fornire o ricercare immobili per la sede calabrese dell’istituenda Direzione, anche in tal caso ha già preventivamente, volontariamente e lodevolmente individuato degli spazi idonei. In conclusione, l’amministrazione locale non risulta essere disattenta su queste vicende. Ma la politica, quella alta, quella che si fa a Roma, quella di cui sono parte integrante i nostri deputati ed i nostri senatori, è altrettanto solerte e vigile?

Laddove la “malapolitica” toglie, la “buona politica” – se c’è –  restituisca con gli interessi.

Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”

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