LA SQUADRA
Il
ricordo della beffa del 15 giugno 2003 è ancora viva nei ricordi dei tifosi del
Catanzaro: la città imbandierata, lo stadio vestito a festa, il cross beffardo
di Russo, il tradimento di Moscelli, la follia di Toledo, la pugnalata di
Suriano, le lacrime di un popolo, l’odore acre della battaglia del
dopo-partita. Tanti flash di una calda domenica d’inizio estate,
indimenticabile e non scordata, nonostante il ripescaggio estivo. Il giorno
della rivincita è finalmente arrivato. Il 25 aprile, tanto atteso fin dalla
stesura dei calendari, dista solo due giorni. Poi, finalmente, andrà in scena
una nuova versione del film “Catanzaro-Acireale”, una pellicola che negli
ultimi anni ha avuto tanti remake e che verrà proiettata nuovamente (in
versione rimasterizzata per la serie B) dopodomani al “Ceravolo”. Uscendo
dalla metafora cinematografica, l’attesa è spasmodica da ambo le parti. I
siciliani arrivano all’atteso scontro rinfrancati dalla vittoria casalinga
contro il Martina, giunta dopo un periodo di appannamento culminato con la
batosta di Chieti. Un Acireale che deve riprendere a correre se non vuole
perdere il treno per la B dopo uno splendido campionato.
Rispetto
alla gara d’andata, i siciliani non hanno subito variazioni di rilievo
nell’organico. Il presidente Pulvirenti ha operato con estrema cautela sul
mercato di riparazione per non stravolgere l’ossatura di una squadra che nelle
ultime due stagioni ha regalato grandi soddisfazioni. A gennaio sono arrivati
alla corte di Costantini due attaccanti di buona levatura, Pagana e Sanetti, per
rimpolpare il reparto meno forte. Beppe Pagana era l’idolo dei cugini di
Paternò, fautore della doppia promozione degli etnei dal CND alla C1 e autore
di 3 gol con la maglia rosso-azzurra in questo campionato. Sanetti, invece, è
stato prelevato dal Teramo (2 gol in questa stagione), dopo essere stato il
bomber della Lodigiani fino allo scorso anno. In difesa è partito Orefice,
destinazione Vittoria, rimpiazzato da Zamperini, 22enne proveniente
dall’Ascoli, ma di proprietà della Roma. In uscita da segnalare anche la
cessione all’Igea Virtus di Frisenda. In sostanza, l’unico acquisto di un
certo peso è stato Pagana, inserito subito nel tridente offensivo, marchio di
fabbrica degli acesi. Nello scacchiere di Costantini, davanti al portiere Polito
giostra una difesa a 4 composta da Di Salvatore, Pittilino, Paschetta e Suriano,
con ricambi all’altezza quali Lo Monaco e Nigro. A centrocampo il faro è
Cardinale, supportato ai lati da Anastasi e dall’ex Delle Vedove, con il
giovane Garzon che ha avuto molto spazio per gli infortuni, dimostrando talento
e personalità . Il tridente offensivo titolare è invece formato da Russo e
Pagana a supporto del centro-boa Mastrolilli, capocannoniere granata con 8 reti.
Ventura e Sanetti sono i comprimari di lusso, specialmente il primo, titolare
fino all’arrivo di Pagana. Su un telaio collaudato, gli innesti estivi e
quelli di gennaio hanno contribuito a fare dell’Acireale una compagine
quadrata, compatta, poco spettacolare ma tremendamente cinica. Non ci sono
grandi fuoriclasse, ma tanti buoni giocatori e un sistema di gioco proficuo: ne
è prova la capacità dei siciliani di mandare in gol ben 13 giocatori, sia pur
in assenza di un vero bomber. Per questa strada il sogno della serie B non
appare un’utopia.
Formazione
tipo (4-3-3): Polito; Di Salvatore, Pittilino,
Paschetta, Suriano; Anastasi, Cardinale, Delle Vedove; Russo, Mastrolilli,
Pagana.
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FOCUS
ON
Questa
settimana la rubrica è dedicata alla fonte di gioco principale dell’Acireale:
Antonino Cardinale. Nato a Palermo 28 anni fa, il centrocampista acese ha
iniziato la sua carriera proprio con la squadra della sua città . Una presenza
per lui nella stagione ’95-96 con i rosa-nero prima del trasferimento in
prestito a Battipaglia, dove diventa padrone del centrocampo bianco-nero,Â
segnando tre gol e centrando la promozione diretta in C1. Il ritorno a
Palermo in C1 vuol dire una maglia da titolare nella squadra del cuore: 2 gol in
28 partite. A fine stagione il trasferimento in B a Lucca, dove gioca solo
all’inizio (8 presenze e 1 gol) prima di passare a gennaio alla Nocerina in
C1. L’esperienza con i molossi non è particolarmente fortunata, e Cardinale
torna in Sicilia per giocare in C1: con le maglie di Marsala e Atletico Catania
disputa due stagioni poco esaltanti, causa infortuni e problemi economici delle
due società . Dopo una brevissima esperienza a L’Aquila, nel 2001-02 arriva al
Martina in C2, dove gioca 26 partite (con 2 gol) e centra la promozione. Anno
nuovo, squadra nuovo: l’approdo ad Acireale vuol dire un’altra promozione,
nonostante i guai fisici che lo costringono a giocare solo 16 partite (con 1
gol). Quest’anno sta guidando l’Acireale a suon di gol, ben 6 (con 3
rigori), grazie alla sua lucidità e alle sue geometrie. Cardinale è il
classico giocatore di cui si capisce l’importanza quando è assente. Il
Catanzaro sembra portare fortuna a Cardinale: le sue migliori stagioni
coincidono con la presenza dei giallo-rossi come avversari. Cardinale era
presente al “Ceravolo” il 20 aprile 1997 quando la Battipagliese difese a
denti stretti – con l’aiuto determinante di Libro – lo 0-0 utile per la
promozione diretta. Cardinale era presente al “Ceravolo” un paio di anni fa
con la maglia del Martina, quando i pugliesi inflissero – con la
collaborazione stavolta di Moscelli – un umiliante 3-0 ai giallo-rossi,
spiccando il volo per la promozione diretta in C1. L’anno scorso Cardinale non
giocò la finale play-off al “Ceravolo” perché squalificato, ma tutti sanno
com’è finita. A Cardinale il talismano Catanzaro. Ai tifosi giallo-rossi
tanti scongiuri.
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VERSO
CATANZARO-ACIREALE
Dopo
un periodo di smarrimento, l’Acireale sembra essersi rimesso in carreggiata
per disputare la volata finale verso la serie B. Una squadra anomala, quella di
Costantini, per larga parte del campionato: schiacciasassi in trasferta,
balbettante in casa. Ora la situazione sembra tornata alla normalità . Le ultime
due partite casalinghe degli acesi sono coincise con altrettante vittorie –
sia pur non esaltanti – contro Teramo e Martina. In trasferta, invece, dopo
aver raccolto 26 punti su 30 nelle prime 10 partite esterne (andatura pressoché
identica a quella del Milan), l’Acireale ha raggranellato solo 5 punti nelle
ultime 5 gare lontano dal “Tupparello”, comprese l’inopinata sconfitta di
L’Aquila (3-1) e il clamoroso tracollo di Chieti (5-0). L’Acireale conserva,
nonostante queste due pesanti sconfitte, la seconda miglior difesa del girone
(23 gol subiti contro i 22 del Catanzaro) e un discreto attacco (37 gol
realizzati). Fuori casa ha ottenuto complessivamente 9 vittorie, 4 pareggi
(contro Crotone, Lanciano, Sora e Viterbese) e 2 sconfitte. La settimana che
precede il big-match di Catanzaro è trascorsa serenamente, dopo le pesanti
contestazioni dei tifosi. Costantini può contare su tutto l’organico,
compresi Delle Vedove, finalmente recuperato dall’infortunio, e Pittilino, al
rientro dopo la squalifica. Il fantasista napoletano potrebbe tornare titolare,
anche se appare più prudente un suo utilizzo a partita in corsa. Pittilino,
invece, dovrebbe accomodarsi in panchina dopo la batosta di Chieti: confermato
al suo posto Lo Monaco, autore di un buona prestazione contro il Martina. Per il
resto la formazione dovrebbe essere quella titolare, con Mastrolilli ancora una
volta preferito a Ventura, nonostante il gol realizzato da quest’ultimo nella
gara con i pugliesi.
Probabile
formazione (4-3-3): Polito; Di Salvatore, Lo Monaco,
Paschetta, Suriano; Anastasi, Cardinale, Garzon (Delle Vedove); Russo,
Mastrolilli, Pagana.
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I
PRECEDENTI
Quando
si parla di Catanzaro-Acireale, si pensa solo alla finale play-off della scorsa
stagione. Ma le due squadre, a parte qualche confronto a cavallo degli anni
’50, hanno disputato a braccetto gli ultimi 4 campionati (questo è il 5°
consecutivo). In tutto le sfide al “Ceravolo” sono state 5, e il bilancio è
in perfetta parità : due vittorie giallo-rosse (nel 2000-01 1-0, rete di Di
Corcia; l’anno successivo 3-0 con il gol di Delle Vedove e la doppietta di
Moscelli), 1 pareggio (0-0 l’anno scorso) e 2 vittorie granata (nel primo
confronto 1-0, gol di Russo; la finale dello scorso anno 2-0, con le reti di
Mastrolilli e Suriano). Un gol di vantaggio per il Catanzaro nel computo delle
reti (4-3).
All’andata
finì 0-0 al “Tupparello”. Una partita scialba e con poche occasioni da gol.
Nel primo tempo il Catanzaro – con Campo al posto di Toledo – imbrigliò gli
acesi sfiorando due volte il vantaggio: la traversa e un grande intervento di
Polito fermarono due bolidi di Alfieri e Corona. Nella ripresa il Catanzaro si
spense lasciando l’iniziativa all’Acireale, privo di Pittilino e Anastasi. I
siciliani macinarono tanto gioco, senza però produrre nitide occasioni da gol,
e Lafuenti finì la partita praticamente inoperoso. Alla fine tutti soddisfatti,
compresi i 1.500 sostenitori giallo-rossi al seguito.
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I
TIFOSI
Nonostante la vicinanza di
Catania – con cui i tifosi granata hanno un’accesa rivalità –
l’Acireale ha un discreto seguito di pubblico. La media casalinga degli
spettatori è di oltre 2.000 unità (12° posto nel girone), con 684 abbonati
(anche qui 12° posizione). All’andata fuochi d’artificio e grande cornice
di pubblico: 4.000 spettatori con 1.500 tifosi giallo-rossi. Incidenti al
termine della gara, con le auto dei sostenitori calabresi bersaglio privilegiato
dei “lanciatori di pietre” siciliani. I tafferugli in occasione della finale
dello scorso anno completano il quadro non proprio amichevole dei rapporti tra
le due tifoserie. Nella speranza che domenica la battaglia sia solo sul
rettangolo di gioco.
Ivan
Pugliese