Al termine del secondo giudizio d’appello a suo carico, il giovane catanzarese Mirko Rania, arrestato dopo essere stato trovato in possesso di oltre 13 chilogrammi di hashish, ha ottenuto un notevole sconto di pena dai giudici di Napoli che hanno rinnovato il processo dopo l’annullamento della precedente sentenza da parte della Cassazione. La condanna a carico di Rania è così passata da anni 7 di reclusione e 30.000 euro di multa a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Per come richiesto dal difensore del giovane imputato, l’avvocato Piero Mancuso, la Corte ha escluso l’aggravante “dell’ingente quantità” a seguito di una sentenza della Cassazione a sezioni unite che ha fissato dei parametri oggettivi per l’individuazione dell’aggravante in questione, non lasciando margini di discrezionalità ai giudici che, malgrado i 13 kg di hashish, hanno dovuto solo tenere conto del principio attivo della sostanza sequestrata a Rania, e cioè 885 grammi, e dunque escludere l’aggravante sussistente per quantitativi di principio attivo superiori a 2 chilogrammi.
L’imputato fu arrestato il 7 febbraio del 2008, nell’ambito di un’attività investigativa che ha portato, molto tempo dopo, all’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “U Cinese”, che avrebbe consentito di interrompere un fiorente canale di approvvigionamento di stupefacenti sull’asse Catanzaro – Napoli attraverso numerosi corrieri, tra cui lo stesso Rania.