Se con l’Andria avevamo l’attenuante dell’arbitro oggi, malgrado una direzione non perfetta, la vittoria del Monopoli non fa una piega.
Il Catanzaro di oggi, targato Franco Cittadino, ma soprattutto la prestazione vista oggi in campo, mi ha ricordato le partite che si disputavano nell’ultimo scorcio dell’era Mancusiana, quando in pratica eravamo senza società , e se dico che sembriamo un’armata brancaleone, nessuno deve offendersi.
Riuscire a decifrare la prestazione della squadra di oggi non è per niente difficile.
E’ inutile parlare di amore e di attaccamento alla maglia, quando vedi una squadra che entra in campo, contro una squadra in crisi  e dopo neanche due minuti ti rendi conto che ti fregano completamente il centrocampo e di conseguenza il pallino del giuoco;
quando vedi due terzini, Ciano e Tomi, che ricordano Burnich e Facchetti e guai se superano la linea del centrocampo;
quando vedi due ali, Merito e Ferrigno, che non saltano mai l’uomo e non puntano mai l’avversario, ma Merito lo conoscevamo e di più non possiamo aspettarci.
Quando vedi i lanci lunghi per Frisenda e Sarli che non sono certamnete due corazzieri.
Ci aspettavamo un Ferrigno diverso che invece è l’ombra del calciatore umile e volenteroso che tutti ricordiamo.
Eppure parte sempre fra i titolari, è vero che le alternative a sinistra sono poche, ma con un pò d’inventiva qualcosa di meglio si può fare.
Atleticamente il calciatore non è in condizione, ho visto un contatto spalla e spalla con l’avversario, dove lui era in vantaggio ed è volato a terra, se l’allenatore non riesce a mandarlo in tribuna, dovrebbe essere il calciatore a dire di non essere in condizione, sarebbe un bene per lui, per noi e per la squadra, ma qua torniamo sul discorso dell’umiltà che manca.
Non è una guerra a Ferrigno come qualcuno potrebbe pensare o volere, ma il giudizio nasce sulla base di quello che vediamo in campo.
E dire che qualcuno si era permesso di criticare Berardi, eppure oggi malgrado la bruttissima prestazione in generale, ho visto un uomo a centrocampo predicare nel deserto.
Ma questa sconfitta non può essere solo frutto di ciò che vediamo in campo.
Diciamocelo chiaramente qualcosa non quadra, i conti (nel vero senso della parola) non tornano.
Non avrei mai voluto scrivere dei soliti ritornelli societari, ma sembra quasi che gli eventi ti trascinano, un presidente che sta più a Roma che a Catanzaro non so quanto possa tornare utile.
Un presidente che rientra nella propria città e lancia segnali allarmanti sulla ricapitalizzazione, sul futturo societario e sulla solidità  finanziaria alla vigilia di una sfida importante, non può che facilitare e fornire alibi alla scialba prestazione della squadra.
Un presidente che dichiara di aver trascurato la pratica sul ritorno della denominazione è un presidente poco attento.
Conosciamo bene Macalli, ma se dalla figura più carismatica della società escono queste dichiarazioni, come possiamo poi lamentarci degli arbitri?
Dalla lega possono pensare tranquillamente…ma questi dove devono andare?
Ho visto perdere il Catanzaro con onore ed anche con disonore, ma dopo aver visto Chimenti segnarci il goal dell’ex, dopo aver visto co-co  presidenti fare capriole in campo, alla vigilia di questo campionato mai mi sarei sognato di vedere urlare di gioia De Sanzo, che regalando la maglietta ai suoi tifosi avrà pensato: US o FC…qua non è cambiato proprio nulla.
Ma domani è un altro giorno e da domani la solita tiritera, stadio non stadio, società non società , ricapitalizzo o non ricapitalizzo, allenatore o non allenatore…e nel frattempo noi stiamo beati, nel bel mezzo di una cloaca.
SF
Il Catanzaro di oggi, targato Franco Cittadino, ma soprattutto la prestazione vista oggi in campo, mi ha ricordato le partite che si disputavano nell’ultimo scorcio dell’era Mancusiana, quando in pratica eravamo senza società , e se dico che sembriamo un’armata brancaleone, nessuno deve offendersi.
Riuscire a decifrare la prestazione della squadra di oggi non è per niente difficile.
E’ inutile parlare di amore e di attaccamento alla maglia, quando vedi una squadra che entra in campo, contro una squadra in crisi  e dopo neanche due minuti ti rendi conto che ti fregano completamente il centrocampo e di conseguenza il pallino del giuoco;
quando vedi due terzini, Ciano e Tomi, che ricordano Burnich e Facchetti e guai se superano la linea del centrocampo;
quando vedi due ali, Merito e Ferrigno, che non saltano mai l’uomo e non puntano mai l’avversario, ma Merito lo conoscevamo e di più non possiamo aspettarci.
Quando vedi i lanci lunghi per Frisenda e Sarli che non sono certamnete due corazzieri.
Ci aspettavamo un Ferrigno diverso che invece è l’ombra del calciatore umile e volenteroso che tutti ricordiamo.
Eppure parte sempre fra i titolari, è vero che le alternative a sinistra sono poche, ma con un pò d’inventiva qualcosa di meglio si può fare.
Atleticamente il calciatore non è in condizione, ho visto un contatto spalla e spalla con l’avversario, dove lui era in vantaggio ed è volato a terra, se l’allenatore non riesce a mandarlo in tribuna, dovrebbe essere il calciatore a dire di non essere in condizione, sarebbe un bene per lui, per noi e per la squadra, ma qua torniamo sul discorso dell’umiltà che manca.
Non è una guerra a Ferrigno come qualcuno potrebbe pensare o volere, ma il giudizio nasce sulla base di quello che vediamo in campo.
E dire che qualcuno si era permesso di criticare Berardi, eppure oggi malgrado la bruttissima prestazione in generale, ho visto un uomo a centrocampo predicare nel deserto.
Ma questa sconfitta non può essere solo frutto di ciò che vediamo in campo.
Diciamocelo chiaramente qualcosa non quadra, i conti (nel vero senso della parola) non tornano.
Non avrei mai voluto scrivere dei soliti ritornelli societari, ma sembra quasi che gli eventi ti trascinano, un presidente che sta più a Roma che a Catanzaro non so quanto possa tornare utile.
Un presidente che rientra nella propria città e lancia segnali allarmanti sulla ricapitalizzazione, sul futturo societario e sulla solidità  finanziaria alla vigilia di una sfida importante, non può che facilitare e fornire alibi alla scialba prestazione della squadra.
Un presidente che dichiara di aver trascurato la pratica sul ritorno della denominazione è un presidente poco attento.
Conosciamo bene Macalli, ma se dalla figura più carismatica della società escono queste dichiarazioni, come possiamo poi lamentarci degli arbitri?
Dalla lega possono pensare tranquillamente…ma questi dove devono andare?
Ho visto perdere il Catanzaro con onore ed anche con disonore, ma dopo aver visto Chimenti segnarci il goal dell’ex, dopo aver visto co-co  presidenti fare capriole in campo, alla vigilia di questo campionato mai mi sarei sognato di vedere urlare di gioia De Sanzo, che regalando la maglietta ai suoi tifosi avrà pensato: US o FC…qua non è cambiato proprio nulla.
Ma domani è un altro giorno e da domani la solita tiritera, stadio non stadio, società non società , ricapitalizzo o non ricapitalizzo, allenatore o non allenatore…e nel frattempo noi stiamo beati, nel bel mezzo di una cloaca.
SF