Secondo quanto riportato nell’ultimo numero de “Il Corriere della Calabria”, la Regione ha investito 1,2 milioni di euro per pagare 60 master affidati alle due Università private Luiss e Bocconi. Per il settimanale diretto da Paolo Pollichieni, il successo di questi master è garantito proprio dalla sponsorizzazione di Palazzo Alemanni, un atteggiamento quantomeno discutibile se si considera la disparità di trattamento nei confronti delle Università calabresi. Unical, Magna Graecia e Mediterranea, infatti, organizzano il proprio sistema di alta formazione “affidandosi” esclusivamente alle leggi di mercato, senza alcun “occhio di riguardo” da parte del governo regionale. Secondo il Governatore della Calabria, obiettivo dell’operazione è quello di formare la “nuova classe dirigente” favorendo il rientro in regione dei giovani talenti calabresi. Per arginare la “fuga di cervelli”, a nostro avviso, sarebbe opportuno “sponsorizzare” o quantomeno favorire l’alta formazione negli atenei della nostra regione. E invece i master su cui la regione ha investito, costano in Calabria addirittura più che in Lombardia. Delocalizzare l’alta formazione, affidandola a istituzioni di Roma o Milano, sfavorendo e destituendo il prestigio di cui godono i nostri atenei è un atto di assoluta gravità che mette in evidenza, ancora una volta, la miopia, e speriamo solo quella, della nostra classe dirigente. Confido che gli operatori delle università locali e gli studenti possano manifestare il proprio dissenso, contribuendo a promuovere una logica d’investimento da parte delle istituzioni nel campo della cultura e della formazione che sia capace di valorizzare al meglio gli sforzi per l’eccellenza e l’innovazione compiuti all’interno della Regione Calabria.
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