La sanità in Calabria, per molti operatori del settore è un optional, per i cittadini, che vi si rivolgono invece è un diritto di avere strutture efficienti, migliori, nonchè gentilezza e cortesia negli ospedali e nei reparti e per questo caro governatore Scopelliti, che oltre alla questione economica, deve puntare per rilanciare la sanità calabrese, sull’affermazione di standard oltre che di efficienza, anche di rapporti umani tra operatori (medici infermieri ecc.) ed i pazienti. Così scrive Maria Sinopoli. Non si deve fare di tutta erba un fascio, perché accanto a coloro che, non riescono a capire che fare il primario, l’assistente, l’infermiere non è soltanto un lavoro ma una missione, tanti sono anche coloro che giorno dopo giorno tentano scontrandosi, anche con i loro colleghi di invertire la tendenza a considerare il malato, quale un oggetto. La rabbia è tanta, continua la Sinopoli, per il trattamento subito presso il Policlinico Universitario di località Germaneto, Facoltà di Medicina e Chirurgia, dove sono stata ricoverata e poi dimessa in data 29/9/2010. Rammento che non possono esistere o coesistere malati di serie a e malati di serie b, perché gli interventi, anche quelli di base richiedono al stessa perizia, la stesa attenzione, lo steso protocollo per tutti i pazienti. Nel corso della mia degenza, sono stata sottoposta a gastroscopia. Ebbene, non riesco a comprendere, perché ho dovuto sopportare, delle sofferenze a mio parere inutili. Eppure, come altri malati, avevo richiesto, che mi venisse spruzzato dello spray, che avrebbe “addormentato” le parti interessate. L’intervento invece è stato effettuato da parte degli operatori che mi tenevano per il corpo, in maniera cruda mentre altri “operavano”. Non mi pare un modo corretto di agire. O forse perché sono una persona anziana, sono già da buttare via, non necessitando delle attenzioni mediche dovute?. Mi sono rivolta, immediatamente alla Direzione Sanitaria, segnalando l’accaduto ed il risultato di ciò che è avvenuto nelle ore successive è stato incredibile. Nella mia stanza, infatti una dottoressa, quasi invasata, alla presenza di altri operatori e medici, mi ha aggredita verbalmente, in modo furioso e violento, dicendo che non dovevo reclamare, perché avevo causato un danno enorme al reparto ed alla dirigenza dello stesso. L’aggressione verbale subita, dalla sottoscritta che ha 75 anni, è stata così violenta, che mi ha provocato una agitazione totale per tutto il corpo, con tremori vari e malessere notevole, tanto che qualcuno resosi conto della situazione, mi ha dovuto somministrare delle gocce di calmante, nell’ambito della giornata. Chiedo a Lei governatore Scopelliti, che sicuramente non è questo il nuovo corso che auspica per la sanità. La invito a far aprire una piccola inchiesta sull’episodio. Perché se tale episodio è piccolo, non ci lamentiamo poi di ciò che ancora avviene nelle corsie degli ospedali, per la gente che ancora muore. Si deve aprire una stagione nuova, con tutte le garanzie disciplinari per chi opera nei reparti, con una giustizia non sommaria, ma di alto profilo, ma che porti una volta accertati i fatti, all’affermazione delle responsabilità qualora vi siano, con l’irrogazione di provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti. Ed allora, invitando tutti coloro che subiscono dei torti o delle disfunzioni dal servizio sanitario, ad alzare la testa, a denunciare gli accaduti, perché è solo così che la sanità potrà migliorare, ovvero isolando l’incapacità, l’incompetenza e coloro che non hanno amore verso i malati, che giacciono nelle corsie dei nosocomi, chiedo a Lei che intraprenda una campagna mediatica sull’argomento cortesia, gentilezza, modi di rapportarsi con i malati, che ricordo sono negli ospedali per dei problemi e non perché sono in gita di piacere, perchè in molti oltre che il giuramento di Ippocrate hanno proprio smarrito l’educazione.
Maria Sinopoli (Catanzaro Lido)