Si può diventare dirigente pur non avendo i requisiti? Si possono ricoprire incarichi di alta responsabilità manageriale aggirando ogni norma sull’incompatibilità? Si può rimanere al proprio posto nonostante sia prevista la decadenza per quei manager che non raggiungono gli obiettivi e che anzi apportano passività al già disastrato bilancio regionale?
È ciò che sta cercando di capire il Pm di Catanzaro Domenico Guarascio che in queste ore ha messo sotto la lente d’ingrandimento della Giustizia tutte le nomine effettuate dal presidente Scopelliti nella Sanità calabrese.
Ad essere vagliata è la posizione dei direttori generali, di quelli sanitari e amministrativi di tutte le aziende sanitarie provinciali e ospedaliere della Calabria. Ma l’attenzione è ricaduta pure sui molteplici incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca conferiti dalla Regiione a ex dipendenti che avevano beneficiato dell’esodo, nonostante il divieto esplicito previsto dalla normativa che regola la materia.
L’indagine del pubblico ministero nasce da un’interrogazione presentata direttamente a Scopelliti dal consigliere regionale del Pd Domenico Naccari. Un’interrogazione che ha dato impulso all’attività investigativa del magistrato catanzarese e del nucleo di Polizia tributaria del capoluogo.
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