Contro il ministero. Contro l’Avvocatura. Contro lo Stato, perfino contro la “legge”.
La giunta calabrese ignora i diktat istituzionali e procede ugualmente con le nomine dei commissari delle Aziende sanitarie calabresi. Dopo una riunione fiume nella quale non sono mancati i momenti di tensione, l’esecutivo guidato da Antonella Stasi ridisegna a tarda notte il management di Asp e Ao, piazzando uomini e donne vicini ai vari schieramenti politici che attualmente governano (in prorogatio) la Regione.
E così Reggio resta il feudo dell’ex governatore Scopelliti, Cosenza un regno diviso a metà tra i Gentile e i Trematerra, Catanzaro una colonia di Forza Italia e degli ex An.
I COMMISSARI
Eccoli i nomi scelti per traghettare la sanità fino a dopo le elezioni (e forse per contribuire a determinarne l’esito): l’Asp di Reggio resta in mano al commissario uscente Franco Sarica, fedelissimo di Scopelliti. L’ex presidente della Regione ottiene un altro nome gradito per l’Ao dello Stretto, l’ex assessore comunale reggino Enzo Sidari, che sostituisce Lillino Bellinvia. Rimane invece senza collocazione l’ex dg dell’Ao di Cosenza Paolo Gangemi, altro scopellitiano doc e marito della consigliera regionale Ncd Tilde Minasi. Se la riunione della giunta si è protratta così a lungo è proprio a causa del braccio di ferro tra i pasdaran dell’ex governatore – Antonella Stasi, Nazzareno Salerno, Demi Arena e Gigi Fedele – e il resto dell’esecutivo, con i primi decisi a piazzare Gangemi all’Asp di Crotone e gli altri irremovibili sul no.
Hanno vinto loro (sembra che il più strenuo oppositore ai desiderata di Scopelliti sia stato l’assessore Alfonso Dattolo): al timone dell’Azienda pitagorica va Elsa Rizzo, già dg dell’Ao di Catanzaro, dove adesso la giunta ha invece deciso di piazzare Mario Catalano.
All’Asp del capoluogo non viene invece riconfermato Gerardo Mancuso, che sarà sostituito da Giovanni Paladino, su cui avrebbero dato l’imprimatur sia l’assessore Domenico Tallini sia il consigliere regionale Claudio Parente.
A Cosenza la partita è stata serrata, ma in definitiva i principali maggiorenti del centrodestra sono stati “accontentati”. Il posto di Gangemi all’Ao viene ora occupato da Filomena Panno, di area Udc e vicinissima a Michele Trematerra.
Più complessa la situazione all’Asp. Com’è noto, l’Azienda provinciale era stata al centro della “faida” tra i fratelli Gentile e Scopelliti, con quest’ultimo artefice – malgrado non fosse più governatore – della rimozione del dg Gianfranco Scarpelli, uomo di fiducia dei due germani cosentini. Solo che la defenestrazione del manager, anche se deliberata dalla giunta, non è mai stata ratificata dal commissario ad acta alla Sanità (che dopo l’addio di Scopelliti non è ancora stato nominato).
Al posto di Scarpelli l’esecutivo aveva nominato Alessandro Moretti, già collaboratore dell’ex governatrice del Lazio Renata Polverini e amica personale di Scopelliti.
Ed ecco il colpo di scena: la giunta, dopo ore di discussione, prende atto delle dimissioni di Moretti, particolare che non era trapelato negli ultimi giorni. Il sospetto è che sia stato cucito un compromesso che potrebbe riportare in sella lo stesso Scarpelli, il cui contratto scade ufficialmente il 24 novembre. Durante la riunione, sarebbe stato lo stesso direttore generale del dipartimento Salute, Bruno Zito, a escludere la possibilità di eventuali provvedimenti nei confronti del manager “caro” ai Gentile.
LE PAROLE DELLA STASI
Il governo regionale, dunque, resta sordo agli alt arrivati dal ministero e dall’Avvocatura dello Stato, che avevano categoricamente escluso la possibilità che una giunta di fatto non legittimata (in seguito alle dimissioni di Scopelliti, che il consiglio regionale ha formalizzato il 3 giugno) potesse nominare i nuovi dg o, in alternativa, i commissari straordinari. Provvedimenti – come ha sottolineato l’Avvocato distrettuale – connotati da una forte valenza “politica”. Un aspetto ancor più rilevante se si pensa che la Calabria andrà al voto tra due mesi. Al termine della riunione, però, la Stasi prova a giustificare l’operato dell’esecutivo: «È stata una decisione obbligata che consentirà di procedere in seguito con la nomina dei nuovi dg».
IL M5S INSORGE
Le prime reazioni sono arrivate dal Movimento 5 Stelle, che stigmatizza fortemente il colpo di mano della giunta. A capeggiare la protesta è la deputata Dalila Nesci: «Alla fine gli Scopelliti’s hanno voluto dare l’ultima dimostrazione di forza nominando poco fa, a notte fonda, i commissari delle aziende della sanità calabrese in sostituzione dei direttori scaduti. Hanno voluto provare a loro stessi che contano ancora qualcosa. Dunque hanno agito spacciando la bugia dell’obbligo giuridico delle nomine e nascondendo la delibera di giunta del 2010 in cui sostenevano che tali provvedimenti spettavano solo al governo, tramite il commissario per il rientro dal debito sanitario».
I toni arrivano fino al parossismo. Secondo la Nesci, c’è un dettaglio importante da considerare, visto che «all’epoca il commissario era il governatore Giuseppe Scopelliti. In pratica, per interessi di bottega i fedelissimi dell’ex presidente della Regione Calabria se ne sono fottuti del parere contrario dell’Avvocatura dello Stato e delle precisazioni ufficiali dei ministeri della Salute e dell’Economia, sempre contrari alle nomine».
E non mancano nemmeno le possibili conseguenze penali per chi ha piazzato i nuovi commissari:
«La battaglia di legalità e giustizia sull’argomento è soltanto all’inizio – continua la Nesci –. Ho presentato esposti penali e contabili e un’interrogazione parlamentare, oltre ad avere informato il presidente del Consiglio Renzi e i ministri Lorenzin e Padoan.
Adesso Stasi e soci risponderanno politicamente e personalmente del loro ennesimo, grave e imperdonabile abuso».
I commissari, nonostante l’altolà istituzionale, sono finalmente al loro posto, grazie a un accordo – soffertissimo – tutto interno al centrodestra.
Che adesso può guardare con più fiducia al suo futuro (elettorale).
Pietro Bellantoni