Il debito sanitario cresce. La conclusione del Piano di rientro (in vigore dal 2009) è ancora un miraggio. Le aziende sanitarie continuano a pagare poco e pure in ritardo. L’emergenza, in sintesi, è tutt’altro che ai titoli di coda. L’ultimo verbale del Tavolo Adduce (ex Massicci), relativo alla riunione del 26 novembre, è il solito cahiers de doléances che assottiglia di molto le speranze circa una prematura uscita della sanità calabrese dal commissariamento disposto dal governo.
I CONTI A preoccupare sono soprattutto i Lea (Livelli essenziali di assistenza) ma anche la tenuta dei conti pubblici. Il “buco” di bilancio, infatti, anziché diminuire, aumenta. I tecnici del tavolo interministeriale lo mettono nero su bianco: il consuntivo 2014 presenta un disavanzo pari a 65,6 milioni, quello del 2015, invece, potrebbe toccare quota 70.
Le cifre, malgrado le aliquote al massimo e il blocco del turnover per il personale sanitario, peggiorano. La “cura commissariale”, almeno da questo punto di vista, sembra dunque non funzionare.
Tra l’altro, nel bilancio regionale corrente, relativo all’esercizio finanziario 2015, è stata inserita la previsione relativa al finanziamento del servizio sanitario (ancora riferita al 2014), pari a 3.1 miliardi, senza considerare i valori della mobilità extraregionale.
I COSTI C’è anche qualche nota di segno opposto. La struttura commissariale e l’advisor contabile hanno consegnato un report dal quale, rispetto al secondo trimestre 2014, risulta una riduzione di 12 milioni dei costi per il personale e un contestuale “taglio” di 393 unità. Sale, invece, la spesa farmaceutica: +21 milioni, dovuta dall’immissione in commercio di prodotti innovativi, tra cui quelli per il trattamento dell’epatite C. I costi per beni e servizi, d’altro canto, sono diminuiti di 6,7 milioni, così come quelli per i premi assicurativi (-10).
BILANCIO Nemmeno le Aziende sanitarie scoppiano di salute. L’ex Massicci sottolinea la mancata approvazione del bilancio 2013 dell’Asp di Vibo Valentia e del Pugliese di Catanzaro.
A pesare sono i rilievi dei revisori dei conti di entrambe le strutture, secondo cui sarebbe concreto il rischio di inattendibilità dei conti.
I PAGAMENTI Altra nota stonata riguarda i pagamenti. L’utilizzo delle risorse per anticipazione di liquidità da parte delle Aziende – evidenzia il Tavolo Adduce – è al 62%. Al di sotto delle aspettative le performance delle Asp di Vibo e Reggio. Per quest’ultima l’utilizzo arriva al 14%, nonostante abbia ancora a disposizione circa 58 milioni.
Quanto alle risorse trasferite per gli obiettivi di piano 2007, «non sembrerebbero essere state utilizzate». Basso utilizzo pure per i fondi premiali. Fanalino di coda è ancora l’Asp di Reggio che ha effettuato pagamenti per soli 0,49 milioni, malgrado a sua disposizione ce ne siano più di 55.
L’utilizzo delle risorse Fas è invece di poco superiore al 50%. L’ultimo posto è di nuovo dell’Asp dello Stretto: 11%.
Tavolo e Comitato, perciò, «rilevano che permangono ritardi in particolare in alcune aziende del Ssr della Regione Calabria nel pagamento dei propri debiti, pur in presenza delle relative risorse» e richiamano la struttura commissariale «ad assicurare tutti gli interventi possibili al fine di superare tale situazione».
NON SOLO CIFRE Nel verbale spazio anche a note più “politiche”.
I dissidi perenni tra i commissari Scura e Urbani e la Regione sono deflagrati anche a Roma. Tant’è che il Tavolo Adduce, al momento di verificare l’attuazione del Piano di rientro, rimarca in primo luogo la necessità di un rapporto collaborativo tra dipartimento e commissari.
Esiste, insomma una «evidente discriminazione» da parte della Regione «in merito alla collocazione» dei commissari e del loro staff «in sede diversa da quella del dipartimento».
È la vecchia polemica di Scura, che stavolta trova appoggio nei ministeri. Tavolo e Comitato, infatti, «rilevano che tale comportamento da parte degli uffici dell’assessorato non è condivisibile, poiché gli uffici regionali devono fornire la massima collaborazione alla struttura commissariale in quanto organo di governo».
Quindi la Regione è invitata a trovare spazi adeguati «attigui al dipartimento», cioè all’interno della Cittadella regionale. Il governatore Oliverio e il commissario Scura si troveranno finalmente a lavorare fianco a fianco?
ANCORA RITARDI L’ex Massicci mette in fila altre questioni nevralgiche: il ritardo con il quale viene portata avanti la riorganizzazione dell’emergenza territoriale (attualmente l’indicatore “intervallo allarme target” per l’anno 2014 è pari a 26 minuti, in peggioramento dal 2011); la necessaria revisione del provvedimento sulla riorganizzazione della rete territoriale, alla luce delle nuove osservazioni; le criticità del settore dell’assistenza di sanità pubblica (adesione agli screening oncologici e vaccinazioni); la redazione degli atti aziendali;
Le criticità rilevate sono quindi «numerose».
Per cui «al fine di consolidare e rendere effettivamente strutturali gli interventi previsti nel Piano di rientro, la cui realizzazione sta avvenendo con ritardo», il Tavolo Adduce chiede alla struttura commissariale di trasmettere, entro il prossimo 15 gennaio, un elenco degli ambiti di intervento dei Programmi operativi 2016-2018.
I LEA Capitolo a parte l’assistenza, dove viene rilevato un decremento dell’ospedalizzazione fra il 2011 e il 2014, che colloca il cosiddetto “tasso totale standardizzato” nell’ultima annualità considerata (pari a 139 per 1.000 residenti) al di sotto della soglia di riferimento (160 per mille residenti).
La mobilità ospedaliera continua a essere un punto critico: oltre il 20% dei ricoveri dei residenti (per acuti in regime ordinario) è effettuato in strutture al di fuori del territorio regionale. Una quota, questa, in aumento negli ultimi quattro anni.
Quanto all’offerta ospedaliera, la dotazione complessiva di posti letto, nel 2014, è pari a 2,77 per mille residenti nell’anno 2014.
Scarsa pure l’efficienza della rete dell’emergenza-urgenza territoriale: il tempo che intercorre tra la ricezione delle chiamate da parte della Centrale operativa e l’arrivo del primo mezzo di soccorso è pari a 26 minuti, «largamente superiore alla soglia ritenuta adeguata».
Pietro Bellantoni corcal