All’invito dei supporters perugini giunti al Ceravolo per sostenere il Grifo (salutate la capolista!), risponde un certo Masini che tra un nugolo di difensori, si arrampica al cielo e ribadisce in rete una palla sospesa in aria alla ricerca di un corteggiatore adeguato. E chi meglio di un attaccante che “vale almeno venti Balistreri”? Settemila innamorati gremiscono le gradinate e se fosse stato disponibile il settore distinti… anche gli incassi sarebbero stati ben più importanti. Coreografia da serie “A” e chiasso assordante ottimamente diretto dai maestri della Massimo Capraro. Un’orchestra che merita altri palcoscenici e Giuseppe Cosentino non si risparmierà di certo per concedere al passato di rifare capolino nel futuro.
Il Perugia si presenta con un 3-5-2 che soprattutto ad inizio gara è votato più a non prenderle che a recitare il ruolo di “capolista”. L’atteggiamento fin troppo prudente degli uomini di Battistini è subito punito e dopo una parata d’istinto di Giordano e un gol annullato per fuorigioco, il già citato Masini sigla il vantaggio. Dopo la difficile trasferta di Chieti, e lo scandaloso arbitraggio dedicato alle aquile, oltre agli undici scesi in campo, il vero vincitore del match si chiama Ciccio Cozza. Il “M”ister giallorosso ha preparato la gara alla perfezione e chi si aspettava un Catanzaro mono-fascia e in difficoltà, non si è accorto delle assenze in campo. Uno spettacolo griffato Cozza. L’allenatore giallorosso domenica avrebbe potuto utilizzare anche i pulcini (ovviamente si parla per assurdo), ma siamo certi che avrebbe motivato adeguatamente e utilizzato al meglio anche loro.
Una personalità rara da trovarsi in certe categorie e un Catanzaro che con una gara in meno si porta a due sole lunghezze dagli umbri e li punta per il sorpasso. L’entusiasmo alle stelle non dovrà essere un fattore di rilassamento, Aprilia è alle porte e molto probabilmente i nostri eroi saranno supportati da tanti tifosi… anche se i biancoazzurri hanno già dimostrato tutto il loro valore in occasione della gara di andata al Ceravolo.
I commenti post-gara si sono sprecati anche in altre sedi. Un Novellino al momento orfano di panchina, si è sbizzarrito ad imputare al solo vento la causa della sconfitta biancorossa. Purtroppo per lui è andato oltre permettendosi il lusso di nominare Massimo Palanca e le sue punizioni che, a suo parere, sarebbero state finalizzate grazie al determinante ausilio di Eolo. Vorrei implementare la memoria a dir poco pigmea del “buon” Walter, rammentandogli che Palanca non segnava solo al Ceravolo. Tanto per fare l’esempio più famoso, all’Olimpico contro la Roma nella tripletta di O’Rey, tutti ricordano il gol siglato direttamente da calcio d’angolo e non mi risulta che a Roma quella giornata fosse ventosa, anzi! D’altronde tra gli altri anche un monumento del giornalismo sportivo e non come Sandro Ciotti non si risparmiava nel fare l’apologia di Massimo Palanca e del suo magico “trentasette” (misura celebre del piede del grande attaccante).
Ma tralasciamo il sacro e il commento un po’ azzardato, figlio di una sconfitta meritata della formazione perugina e di una vittoria altrettanto meritata del Catanzaro che avrebbe potuto anche arrotondare il bottino se le decisioni arbitrali in più di un’occasione non avessero letto le situazioni a senso unico.
Immagino la soddisfazione del buon Masino che a Bologna con il Catanzaro lanciato verso la serie A (1988), vide convalidare un gol al Bologna da parte dell’attuale direttore sportivo della formazione perugina Agnolin, allora direttore di gara di Bologna Catanzaro, mentre da massaggiatore si occupava di soccorrere un infortunato in campo! La gara terminò 2-2, sì 2-2 proprio come Chieti-Catanzaro… C’era una volta un film: “Sette fratelli per sette sorelle”. A Chieti è stato girato un altro lungometraggio: “Sette ammoniti per due squalificati”, ci si augura che si metta la parola “FINE” ad una prassi che sin dall’inizio di campionato si sta ahinoi consolidando e anche durante il big match ha visto Carboni subire fallo da dietro e uscire dolorante in barella con il cartellino giallo indirizzato alla sua attenzione. Ma non è sempre …Pasqua… e ci si augura che certe attenzioni e valutazioni non si ripetano. Vorrebbe dire che oltre alla forma, nel calcio odierno che sbandiera trasparenza, fair play, onestà e tanti altri “bla, bla, bla” dal 1988 ad oggi…non è cambiato proprio nulla.
Le scene dopo il triplice fischio tutte da dipingere e conservare gelosamente nel cuore. Giuseppe Cosentino (grazie Presidente) letteralmente impazzito di gioia, emula il miglior “Tigro”… con salti e abbracci d’altri tempi e prende per mano la propria creatura (undici leoni) accompagnandola all’altare di una Massimo Capraro felice più che mai, orgoglio dei Normanni, orgoglio di un’intera Regione che presto rivedrà il Catanzaro restituire a tutti noi quel passato glorioso che gli/ci appartiene. Avanti tutta, le Aquile son tornate.
Giuseppe Mangialavori