Dice di aver vissuto il rapporto tra il Comune di Lamezia Terme e la Sacal dal 2005 al 2015, Gianni Speranza: quando è stato eletto sindaco, difatti, era da tempo presidente dell’azienda l’imprenditore Speziali, esponente di Forza Italia che poi diventerà senatore del PdL.
“Da subito – afferma Speranza – mi sono battuto per operare discontinuità e cambiamento. In quel momento positivo, il rappresentante del Comune di Lamezia Terme, il Giudice Vitale, fu eletto presidente dell’aeroporto. Finora unico presidente lametino.
Nell’anno di gestione Vitale, il presidente fu costretto ad annullare due appalti molto importanti e chiuse il bilancio di esercizio 2006 con oltre 1 milione di euro di attivo. Fu possibile in quel momento realizzare un importante accordo con i lavoratori. Alcuni soci privati e pubblici fondamentali decisero purtroppo che quella breve parentesi di rottura con il vecchio sistema Sacal, dovesse essere chiusa”.
“All’inizio del 2007 – spiega ancora – si restaurò la vecchia pratica con un altro presidente. Emerse sempre di più che l’aeroporto e la Sacal erano parte della gestione di un sistema di potere fatto di scambio di favori, di contrasti e mediazioni di interessi tra alcuni gruppi imprenditoriali, soprattutto catanzaresi, ed i rappresentanti politici dominanti della Calabria.
Per l’amministrazione comunale di Lamezia la scelta era o di accodarsi a quel sistema di potere o di esprimere una impostazione che tutelasse dignità, autonomia della città e sviluppo dell’aeroporto”.
Ma Speranza sostiene di essersi opposti a quello che definisce il “trasversalismo di interessi, abbiamo cercato – aggiunge – di rompere la pratica unanimistica, anche se questa posizione ci ha messo in contrasto in tutti questi anni non solo con gli imprenditori coinvolti nella gestione, ma anche con la Regione Calabria, la Provincia ed il Comune di Catanzaro.
Abbiamo fatto una battaglia che ha avuto eco positivo anche a livello nazionale. Non abbiamo dato voto favorevole ai vari presidenti succedutisi, abbiamo votato contro alcuni bilanci, abbiamo promosso l’azione di responsabilità civile”.
Anche sulla nomina del direttore generale Sacal afferma di essersi battuti affinché fosse eseguita una selezione pubblica trasparente, “per cercare di individuare professionalità di alto livello nel settore aeroportuale” ribadisce. “Perfino l’accusa che ci viene rivolta, di non aver partecipato per alcuni mesi al consiglio di amministrazione – continua Speranza -, ha una spiegazione semplicissima.
Il Comune di Lamezia, a fine 2013, sulla base di una delicatissima operazione della magistratura e al rischio che ci fossero state infiltrazioni mafiose, sto parlando dell’operazione Perseo, chiese che si azzerasse il c.d.a. Quello che si sta facendo oggi. Di fronte a rifiuti ed al muro allora alzati contro la nostra richiesta, non si poteva far finta di niente ma è stato necessario dissociarsi completamente, con coerenza, per il buon nome della città.”
“Non ho personalizzato, non sono entrato volutamente nella vicenda giudiziaria e nelle polemiche di questi giorni. Per me la vicenda della Sacal è la metafora della gravità della situazione democratica calabrese. Se si vuole davvero lo sviluppo dell’aeroporto, visto che parliamo di aerei, bisogna cambiare rotta!”, conclude il sindaco lametino.
Speranza, ma vai cacati, tu e il tuo campanilismo ad oltranza! Come se Lamezia sia stata da sempre la culla dell’onestà e della trasparenza…scendi dal piedistallo, che fai parte di una comunità che ha poco di che vantarsi.<br />