La Compagnia teatrale del Grillo di Soverato riprende una irresistibile storia dello scrittore e drammaturgo britannico Michael Frayn: ritmo, equivoci e colpi di scena fanno di “Rumori fuori scena” una delle farse più fortunate degli ultimi trent’anni.
Appuntamento per domani sera martedì 9 febbraio ore 21, teatro Masciari di Catanzaro.
Per informazioni 0961721490 e www.teatromasciari.it
Saluti.
Mirko Vespertini
Appuntamento per domani sera martedì 9 febbraio ore 21, teatro Masciari di Catanzaro.
Per informazioni 0961721490 e www.teatromasciari.it
Saluti.
Mirko Vespertini
Il teatro nel teatro non è certo una novità e ha dei precedenti illustri nella storia della drammaturgia di tutto il mondo. Così come non è insolito leggere o vedere una commedia gradevole, ben fatta, dai meccanismi ad alta precisione in cui ogni elemento funziona perfettamente. Porte che si aprono e si chiudono con svizzera precisione, equivoci, scambi di identità e addirittura l’agnizione finale sono infatti il succo di un genere teatrale che miete da sempre successi in tutto il mondo.
Cos’ha in più allora Rumori fuori scena, tanto da essere considerata ormai un classico della commedia contemporanea?
C’è la genialità di Frayn, autore teatrale ma anche giornalista, romanziere e saggista, che, capitando di frequentare i palcoscenici, in una delle prime visite al backstage, ammise di essere rimasto folgorato: “lo spettacolo era molto più divertente visto da dietro le quinte e ho pensato che un giorno avrei dovuto scrivere una farsa vista da dietro”.
E’ da questa geniale intuizione che nasce nel 1983 Rumori fuori scena: una singolarissima operazione di teatro nel teatro e un raro esempio di commedia non volgare, non scontata, non demenziale ma che riesce a far divertire e tanto.
Ma Rumori fuori scena non risponde solo alla curiosità di chi tante volte si è chiesto cosa si nasconde dietro le quinte, dalle prove fino al debutto e alle successive repliche di uno spettacolo teatrale. Il grande merito di Frayn è di raccontare e mettere a nudo, privandoli delle maschere dei personaggi, gli attori, con i loro tic e le loro manie, le esaltazioni e le frustrazioni, i vizi e le virtù, in una girandola vorticosa di conflitti e rappacificazioni, di odi e amori.
Un disegno impietoso ma anche molto amorevole di quel “mondo di belve feroci” che è il teatro.
Ne è venuta fuori, almeno per come è scritta, la più irresistibile ed esilarante commedia degli ultimi trent’anni e, sicuramente, una delle più difficili da mettere in scena.