Nuovamente nel mese di dicembre, come lo scorso anno, ritorna al “Ceravolo” la sfida tra due “gemellate” della Serie B come Catanzaro e Brescia. Le due tifoserie sono storicamente legate da una datata amicizia ma sul campo le due squadre si daranno sana battaglia per portare a casa l’intera posta in palio. Lo scorso anno a Catanzaro il Brescia ebbe la meglio in rimonta sui giallorossi di Vivarini ma quest’anno è un’altra storia con l’avvento di Caserta e il restyling quasi totale di società, staff e squadra a inizio campionato. Il Brescia, come sempre, parte con grandi ambizioni visto il blasone di una società importante che per anni ha calcato palcoscenici di serie A. La squadra si sta confermando anche quest’anno in lotta per i playoff, alternando comunque prestazioni importanti a prove meno convincenti, quindi una serie di alti e bassi con il numero delle sconfitte che resta comunque rilevante. In panchina siede sempre un tecnico esperto come Rolando Maran, che già lo scorso anno aveva fatto bene. Lo schema di gioco principale del tecnico del Brescia è il 3-4-2-1 e sviluppa il suo gioco prevalentemente sulle fasce laterali. Le combinazioni veloci tra i giocatori con il maggiore tasso tecnico e la ricerca del goal con i cross e i traversoni dalle fasce sono le armi del Brescia per portare a casa più risultati possibile. Quando la palla non è in possesso della squadra di Maran, il tecnico predilige la presenza di due linee da 4 giocatori sotto la linea della palla e i riferimenti ad uomo che presentano una grande aggressività. Punto di forza del gioco del Brescia è la transizione offensiva, con un contropiede rapido ed efficace che vada in ampiezza e ricerchi continui scambi tra i giocatori d’attacco. Anche il 4-3-1-2 è ben considerato da Maran ed è forse il modulo che ha portato maggiormente risultati positivi. Diverse volte in cui il Brescia è passato in svantaggio si è ritrovato a scegliere questo modulo, garantendo pressione alle difese avversarie ma al tempo evidenziando alcune lacune difensive con difficoltà sulle imbucate dei palleggiatori avversari. In fase di possesso palla uno degli uomini simbolo della squadra è capitan Bisoli che ha grande liberta di movimento, gli esterni sono estremamente larghi proprio per favorire quella serie di cross di cui parlavamo in precedenza a favore della punta centrale. La fase di non possesso è, invece, scaglionata con una sorta di 4-4-2 con riferimenti a uomo per la fase difensiva, la presenza di due mezze ali e la linea a due in attacco che da fastidio in pressione e costringe gli avversari a costruire dall’esterno anziché dal centro. Possiamo dire, quindi, che la fase di costruzione del gioco del Brescia di Maran è diretta, cioè supera la prima linea di pressione cercando direttamente la punta centrale ma quando cerca la costruzione dal basso coinvolge i difensori centrali, i centrocampisti centrali ed esterni perché la volontà di Maran è quella di servire il lato destro, che è quello che predilige. Lo sviluppo del gioco porta Bisoli ad essere sempre in una posizione più avanzata e a sfruttare le situazioni di superiorità numerica. I punti di forza del Brescia sono, appunto, il gioco laterale sulla destra, le marcature aggressive, una transizione offensiva pericolosa e i traversoni laterali. Da rivedere la costruzione bassa e la difesa sulle palle alte. Diversi giocatori importanti tra le fila del Brescia come i vari Cistana, Dickmann, Jallow, Adorni, Besaggio, Olzer, Borrelli e Juric per una squadra che comunque ha dimostrato di essere un buon collettivo e verrà a Catanzaro sicuramente per portare a casa un risultato positivo.
Foto Brescia Calcio
Dalle statistiche punti in confronto all’anno scorso risulta che Alvini ha fatto fino al turno passato meglio di Caserta.
Non avevo dubbi su questo.