Cinquecentosettantasette paganti, un migliaio scarso di spettatori con gli abbonati. Uno stadio a metà tra il museo abbandonato e la zona di guerra, con l’eco-mostro, eternamente incompiuto, a troneggiare beffardo.
Una squadra in campo, il Catanzaro, senza capo né coda, per larghi tratti smarrita, con passaggi elementari sbagliati di qualche metro, svarioni da parrocchia, distanze chilometriche in campo tra i reparti, mani sui fianchi dopo pochi minuti di gioco. Una sconfitta evitata per miracolo contro il Melfi, fanalino di coda della classifica.
Il quarto allenatore in tre mesi, Zavettieri, già con le mani nei pochi capelli dopo qualche minuto. Un presidente, Cosentino, assente da tempo e oggi, nel momento più difficile, nel punto più basso, distante migliaia di chilometri da Catanzaro. Un direttore sportivo, Preiti, strapagato e già esautorato dopo tre mesi. Una vice-presidente, Gessica, che dispensa timide rassicurazioni con prossemica e tono di voce tra il depresso e l’arrogante. La curva Massimo Capraro che fischia la tribuna coperta, la tribuna coperta che fischia la curva Massimo Capraro. E tutti insieme insultano i giocatori, il DS, la proprietà. Prima a uno a uno, poi tutti insieme.
Una squadra senza preparatore, anzi sì Truda, quello voluto dal vecchio allenatore, Somma, che è stato esonerato dai giocatori. Alcuni calciatori continuano ad allenarsi col vecchio preparatore, Raione, mentre anche l’allenatore in seconda di Somma, Ferrara, è in attesa di essere cacciato. Nessuno si dimette e Cosentino paga mentre parte del vecchio staff atletico è tornato a guidare gli allenamenti del gruppo. Un guazzabuglio.
Nel piazzale dello stadio un ex DS, Sorace, parla coi tifosi come se fosse già rientrato al capezzale della società. Captatio benevolentiae in attesa di tornare in sella ufficialmente, non si sa in che ruolo.
Oggi, 27 ottobre 2016, a meno di quattro mesi dall’avvio della stagione, la situazione è questa. Tralascio i numeri, la classifica, i gol subiti e quelli fatti, l’entità delle sconfitte perché ci pensano i colleghi di redazione con la solita puntualità e brillantezza ad analizzare quello che è chiaro agli occhi di tutti: il Catanzaro si è cacciato in un brutto guaio e sta cercando di raschiare il fondo toccato lo scorso anno, riuscendoci “brillantemente”. Perché il campo non mente mai e riflette quello che succede fuori. Quasi sempre in maniera perfetta.
Fuori c’è una società assente, confusa, incapace di risposte, neanche le più banali. Una società che non parla, immusonita, rinchiusa nella torre d’avorio a difendere un fortino che scricchiola sembra di più. Una società che sembra da tempo , come avevamo scritto un paio di mesi fa, nonostante le ovvie ma tenere smentite della vicepresidente Gessica. Ma finché non si concretizzerà un eventuale cambio di proprietà, la famiglia Cosentino avrà l’onere di tirare fuori il Catanzaro da questo incubo di risultati, ma soprattutto da queste macerie ambientali che si sta lasciando dietro.
Come? Usando questi due mesi fino alla sosta per restituire un minimo di serenità all’ambiente e alla squadra. Allontanando il marcio che ancora si annida nei quadri tecnici e societari. Tornando ad affidarsi a professionisti seri e a persone di fiducia della società. E pagandoli. Perché la sensazione netta è che Cosentino si sia trovato davanti a un paradosso.
Gli è stato spesso rimproverato, anche da noi, di non aver scelto le persone “di calcio”, cioè professionisti scafati, dei giri giusti, con un curriculum alle spalle. Quando Cosentino ha scelto lo “squalo” Preiti è stato invece l’inizio della fine. Serviva un contrappeso che non fosse solo quello di Gessica e che consentisse un controllo sull’operato del DS a una proprietà da sempre digiuna di calcio. Invece Preiti è stato da subito un uomo solo al comando, che ha fatto e disfatto coi soldi di Cosentino. Il solito errore.
E il paradosso dov’è? Che i risultati migliori questa proprietà li ha ottenuti con una gestione più familistica che da società professionistica. Quando c’erano i Pecora, i Sorace, i Cozza, i Papasidero e via dicendo. Sembra una bestemmia, ma non lo è. E allora se proprio non si riesce a trovare due figure forti (un DG e un DS per semplificare, ma non per forza), se proprio non si riesce ad evitare di farsi fregare dal primo che passa, allora forse è meglio cercare profili più bassi ma della cerchia della famiglia. Persone magari non dal curriculum folgorante ma che siano presenti al 120% per la causa Catanzaro, che sappiano mediare con un ambiente ormai depresso, che lavorino con passione e umiltà tutti i giorni per i giallorossi.
Passione ed entusiasmo. Che Catanzaro ha da sempre riversato sulla sua squadra di calcio e che oggi sembrano spariti. Di pari passo con quella passione e quell’entusiasmo che la proprietà solo a sprazzi è riuscita a trasmettere e che adesso ha dimenticato da tempo. Il baratro è lì, dietro l’angolo.
Solo con umiltà e lavoro si può uscire da questa situazione, in attesa dei rinforzi di gennaio. Non sarà facile, ma è necessario per sopravvivere a un triennio disastroso che sta rispedendo il Catanzaro nelle miserie e nel fango da cui Cosentino sei anni fa aveva raccattato i giallorossi.
IO SONO SEMPRE DELL’OPINIONE CHE BISOGNA RIPARTIRE DA ZERO QUINDI COSENTINO A CASA CON URGENZA, MA SICCOME QUESTO DIFFICILMENTE SI REALIZZERA’ SPERO E MI AUGURO CHE QUESTA ENNESIMA LEZIONE BASTI AL SIGNORE DI GIOIA TAURO PER FARLO SCENDERE DAL PIEDISTALLO DELLA SUA IGNORANZA E PRESUNZIONE E VEDERE COME FARE PER METTERE A POSTO LE COSE. SPERO CHE ABBIA LE PALLE DI RIPARARE A TUTTI GLI ERRORI FATTI PER L’ENNESIMA VOLTA E CHE AFFIDI LE SORTI DEL CATANZARO A PROFESSIONISTI SERI E NON A MEZZE TACCHE CHE FANNO SOLO I PROPRI INTERESSI, E’ FACILE VENIRE A CATANZARO CON UN CONTRATTO TRIENNALE PER COSTRUIRE LA SQUADRA PENSANDO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AL PROPRIO TORNACONTO. NON HO NESSUNA FIDUCIA IN COSENTINO SPERO SOLO IN UN SUO SCATTO D’ORGOGLIO. LO DEVI FARE SOLO PER TE CARO PRESIDENTE TANTO NOI CATANZARESI TIFOSI DEL CTANZARO LO SAPPIAMO GIA’ CHE PER TE RIMARREMO SEMPRE "CATANZARISI E MERDA".<br />
IVAN Chapeau.<br />
arisciapò…anche da AF
IVAN Chapeau.<br />
Presidente caro rimani in cina, con tutta calma, qui le cose vanno a gonfie vele e vengono gestite divinamente da chi di competenza.
adesso ci voleva questo allenatore che per 13 minuti ha visto un buon Catanzaro cose da pazzi. Squadra fatta da quel musone di spader che sembra che da un momento all’altro deve cadere tanta è la felicità che traspare dalla sua faccia, spader continuate a fa giocare sarao e prestia così dimostrate a tutti di avere coraggio e capacità tecniche fuori dal comune. Devono giocare Maita Renseecbk e Basrak se si vuole cambiare qualche cosa se no domenica saremo i primi in classifica se si guarda da sotto
mAITA regista basso e Carcione alto , affiancati dal belga e da quel modestissimo pedatore Roselli, il qUALe A gIAMPà,nonostante i suoi 40, non può pulirgli neanche le scarpe. <br />
E poi panchina per le due minipunte presuntuose ed inutili ed in campo il serbo che a chiaravalle era il miglor finalizzatore…altro che i due pistasale sarao e il portoghese…una sola punta…e forse ci tiriamo qualche punticino risicato.AF, grazie e un abbraccio per il mitico number one Ivan
Una delle cose che mi ha fatto incazzare è che abbiamo avuto molti buoni giocatori in questi ultimi 3 anni, noi non solo li abbiamo lasciati andare e alcuni addirittura cacciati, ma non ci abbiamo nemmeno guadagnato.
Comunque facciamo tutti un passo indietro per il bene del Catanzaro, ricordo critiche a tutti i giocatori buoni da rigione a di chiara, passando per russotto e vacca, senza parlare di razziti, unico poco criticato agnello ma non lo abbiamo tenuto ugualmente.
Comunque a tifare Catanzaro non ci si annoia :-):-):-):-)
TOP
COSENTINO AVRÀ COMMESSO TANTI ERRORI, MA NON ROMPETE LE PALLE CONTINUAMENTE. …….MA I PRENDITORI DI QUESTA CITTÀ E TUTTI QUEI LADRI DI POLITICI, PERCHÉ NON HANNO MAI FATTO NIENTE PER AIUTARE QUESTA SOCIETÀ…….<br />
FORZA PRESIDENTE COSENTINO NON MOLLARE MAI…<br />
LA CALABRIA È GIALLOROSSA E SARÀ SEMPRE CON TE. …..