Intervistiamo

Rissa per il posto dove chiedere l’elemosina. Muore un uomo, indagati i medici e l’amico

Scritto da Redazione

Questa è una storia di violenza e degrado sociale. Una vicenda che vede al centro due stranieri arrivati in Calabria con il sogno di una vita migliore. Uno di loro sarebbe stato ucciso per una lite banale. Scoppiata forse per accaparrarsi un posto migliore dove chiedere l’elemosina. Una morte assurda, insomma. La fine di una vita sulla quale il sostituto procuratore Emanuela Costa e gli agenti del commissariato di Catanzaro Lido, guidati dal vice questore Giacomo Cimarrusti, stanno tentando di fare luce.

LA STORIA – Danilau Dzmitry, 41 anni, di nazionalità bielorussa, sarebbe morto a causa delle botte ricevute nel corso di un litigio. Tutto sarebbe accaduto nella notte tra lunedì e martedì scorsi ma la notizia è trapelata solo nelle scorse ore. Al momento, come riporta il Quotidiano della Calabria, sono tre le persone iscritte sul registro degli indagati: Tropec Artiom, lituano di 25 anni, e due medici del pronto soccorso del “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Il primo sarebbe l’autore dell’aggressione costata la vita al senzatetto; i secondi non avrebbero prestato le cure necessarie quando Danilau Dzmitry si è presentato in ospedale. I reati ipotizzati dalla Procura di Catanzaro sono quelli di omicidio colposo e cooperazione nel delitto colposo.

POLEMICHE SUI SOCCORSI – Ci sono versioni contrastanti su quanto sarebbe accaduto in ospedale dove l’uomo è morto. Secondo i familiari di Danilau Dzmitry, i medici non avrebbero prestato le cure necessarie al punto da non disporre il ricovero. Una tesi smentita dai legali dei sanitari, secondo cui, nonostante il puntuale intervento dei medici, non si sarebbe potuto evitare il decesso dell’uomo. In ogni caso, sarà l’autopsia condotta dal medico legale Federica Colosimo a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

PRECEDENTI PER RISSA – Già in passato Danilau Dzmitry e Tropec Artiom erano stati protagonisti di violenti liti. I due condividevano una stanza in una delle case abbandonate dell’area industriale ex Gaslini di Catanzaro Lido. Il motivo del contendere era sempre lo stesso: un luogo “esclusivo” dove poter chiedere la carità. Questa volta, però, la guerra tra ultimi è finita in tragedia.

Fonte: Corriere.it – Antonio Ricchio

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