Un anno è trascorso dalla nostra denuncia a mezzo stampa ed a quella inviata, a vari uffici comunali Sindaco, Assessore ai LL.PP., Dirigente LL.PP Settore Infrastrutture, Dirigente Settore Legale del Comune di Catanzaro (impegnati già nei divertimenti della prossima Notte Piccante, dove i soldi si trovano sempre ?) ed agli organi giudiziari competenti, prontamente intervenuti, in ordine al pericolo rappresentato a cose e persone dalla gravissima situazione creata dalla copertura del canalone di Giovino, ad opera della strada sopra posizionata e realizzata dal Comune di Catanzaro, che corre parallela all’abitato di Giovino, frequentata da ragazzi, adolescenti, anche con moto e magari la sera da qualche coppia in cerca di intimità. Nulla ad oggi si è modificato, con l’aggravarsi della situazione, causa le copiose piogge di questi giorni, lo sprofondamento della strada in questione in vari punti, nel canalone, negligentemente ed incautamente ricoperto dall’Amministrazione comunale, con un progetto a dire dei tecnici (contro proteste scritte documentabili e protocollate al comune e risposte risibili) a prova di bomba. Si corre il reale pericolo che ragazzi e gente non del luogo, a causa della mancanza di illuminazione della strada (qualcuno ha rubato i cavi elettrici dei lampioni, almeno così sembra), qualche sera tranquillamente parcheggiati, non consci della reale situazione di grave pericolo sprofondino nel canalone sottostante, rimettendoci la pelle. L’avevamo scritto e lo ripetiamo a viva voce. In Calabria, le frane, gli allagamenti dei centri abitati, le vittime, i pianti, le lacrime, gli orfani, non sono solo dovuti alla forza della natura o ad eventi imponderabili ed imprevedibili, ma nella maggior parte dei casi, come ne caso del canalone di Giovino è il frutto della stoltezza dell’uomo. Del non rispetto della natura che deve seguire il suo corso immodificabile, e della costruzione di opere, realizzate senza criterio ed a discapito della sicurezza, con negligenza ed imprudenza e sfidando la sorte. Siamo di fronte al menefreghismo allo stato puro, alla pochezza, all’impalpabilità dei nostri amministratori e soprattutto alla mercè di tecnici, che incuranti delle denunce di cittadini ed associazioni, continuano nei loro insani gesti urbanistici. Abbiamo più volte scritto anche sulla pericolosità della strada Tiriolello – Aranceto e ci ripetiamo. Che cosa si aspetta, per metterla in sicurezza ? Che qualche automobilista, magari con la sua famiglia rimanga sepolto con la propria autovettura (come accaduto sulla A 3) sotto a tonnellate di fango ?. Ma ri tornado al canalone di Giovino, le foto dimostrano, forse più di qualsiasi altra parola o articolo di stampa quanto nuovamente denunciamo. Le copiose piogge cadute il 26 u.s. hanno letteralmente sollevato la strada in questione, provocando dei vistosi avallamenti e delle voragini, proprio lì dove il canalone è stato ricoperto dalla mano dell’uomo. Ancora una volta, si è sfiorato l’allagamento dell’intero quartiere e solo grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco intervenuti (di cui il comune è a conoscenza), per alcune abitazioni e nuclei familiari (che hanno riportato solo danni a cose) si è evitato il peggio. Di tale situazione è stata portata a conoscenza anche la Prefettura di Catanzaro, cui nuovamente ci rivolgeremo. Ci chiediamo ancora una volta, ma la tragedia di Soverato non ha insegnato nulla ?. Attesa la copertura del canalone, infatti, la sua bitumazione e l’imprigionamento delle acque, per la realizzazione della strada (inutile), attesa ormai la mancata possibilità di bonificare e pulire il canalone con i mezzi meccanici (bobcat), il risultato è l’otturamento del canale ad opera di sabbia, sedime, pezzi di legno ecc. ecc.. Ciò comporta il deflusso dell’enorme massa di acqua e fango all’esterno dei pozzettoni e tombini di ispezione ivi posizionati (sollevati come fuscelli dall’acqua) e l’allagamento totale di tutto ciò che è circostante, abitazioni e vie limitrofe. Abbiamo previsto, meno di un anno fa l’esplosione della strada. Siamo stati facili profeti. L’amministrazione comunale, con umiltà, raccolga il nostro invito e ammettendo gli errori progettuali e di esecuzione dei lavori, mettendo da parte la spocchia e la superficialità, abbia il coraggio di demolire, per evidenti motivi di sicurezza, parzialmente l’opera (strada) realizzata, “riportando alla luce” il canalone eliminando la bitumazione e coprendolo magari con coperture – lastroni di cemento, facilmente asportabili dai mezzi meccanici all’occorrenza.
Gualtieri Massimo