Venti anni possono essere tanti o pochi, dipende da quale punto di vista si guarda e di cosa si parla. Per quanto riguarda piazza Matteotti, sono certamente pochi. La delibera definitiva dei fondi per la sua ristrutturazione e la decisione di rivedere il discusso progetto firmato dall’Arch. Zagari, ad appena venti anni, appunto, dal precedente intervento, la dicono lunga su quanto la stessa non sia mai piaciuta, e, soprattutto, non sia mai stata amata dalla città. Le palle di marmo, la scala, i gazebo, i materiali usati, rappresentano particolari che sin dall’inizio sono apparsi in antitesi col contesto architettonico circostante. Del resto, non si conosce il significato metaforico di quest’opera, e per questo si percepisce come un messaggio inquietante. Dal punto di vista urbanistici, dicevamo, non ha riferimenti tipologici con il contesto. E’ di intralcio alla fruibilità dell’area, anche sotto il profilo visivo. L’orientamento stesso sembra non rispondere al requisito fondamentale dell’essere piazza – luogo di comunicazione – in quanto è rivolto verso un’area che indulge ad un concetto di fuga dal centro storico, anziché di accoglienza. Questa è l’impressione del visitatore, nel suo approccio con la città. Bene, quindi, che si cerchi di porre rimedio agli errori della “piazza più brutta d’Italia”, come l’ha definita Vittorio Sgarbi (a cui abbiamo inviato una sollecitazione su questo restyling), ma il progetto di ristrutturazione non ci convince affatto e non costituisce il rimedio. Ancora affidato allo stesso progettista, sembra voler ripercorrere gli stessi errori del precedente, con particolari che sembrano più adatti a moderni quartieri metropolitani, che al centro storico di una città millenaria come la nostra. E soprattutto il voler insistere a mantenere la ormai tristemente celebre “scala”, appare come un’inaccettabile imposizione contro la volontà dei cittadini catanzaresi. Si riveda il progetto prima che ci si debba nuovamente pentire. Piazza Matteotti rappresenta l’accesso più importante al centro storico, e si trova proprio di fronte al Complesso del San Giovanni, luogo attorno al quale mille anni fa nasceva Catanzaro; luogo attorno al quale si svolsero gli eventi più importanti e tragici della nostra storia, come il celebre assedio del 1528. Ecco perché lì andrebbe costruita una piazza con materiali contestualizzati alla storia e alla conformazione della città. Andrebbero utilizzate basole anziché marmi; tigli, abeti, magnolie, oleandri anziché palme. Non ce ne voglia il progettista, non stiamo affermando che il suo progetto non sia valido, stiamo semplicemente affermando che non “c’azzecca” niente con il contesto architettonico e storico della nostra città. Invitiamo quindi l’amministrazione a rivedere il progetto stesso, a semplificarlo, a renderlo consono al tessuto urbano. Si risparmieranno non solo un bel po’ di soldini, da utilizzare magari per la sua manutenzione, ma soprattutto si restituirà dignità alla nostra storia, alle nostre radici. Ma soprattutto: l’amministrazione si convinca che bisogna abbattere per sempre quella orrenda e odiata “scala”.
Restyling Piazza Matteotti: sarà peggio di prima?
Il quesito se lo pone l’Associazione Catanzaronelcuore