Restituiteci almeno il Ceravolo!

L’ultima pesante umiliazione, dopo le innumerevoli sconfitte.
di Giuseppe Mangialavori

E’ a dir poco imbarazzante scrivere di calcio in riferimento agli ultimi accadimenti strettamente sportivi e non. Il Catanzaro (ma questa purtroppo non è una novità) è stato bocciato e relegato all’ultimo posto della graduatoria cadetta per l’ennesima volta. Sembra quasi che qualcuno abbia stabilito in anticipo di non giocare il campionato. Altro che torneo dignitoso! Il progetto di risalita nella serie che il solo Ceravolo è riuscito a regalare ai Catanzaresi è fallito e oltre al fallimento ha causato gravi danni all’Uesse.

L’ennesima, ulteriore bocciatura porta il nome di Stadio “Nicola Ceravolo”. Oltre alla beffa dell’ultimo posto solitario, il Popolo Giallorosso ha dovuto ingoiare l’ultima umiliazione. Quella di dover giocare la partita casalinga di chiusura del campionato in corso fuori dalle mura amiche e in campo neutro a Lecce. E dire che si parlava addirittura di stadio nuovo!!! Passare dal concetto di un nuovo impianto (con annessi Museo del calcio, uffici di amministrazione della Società ecc.ecc. blà, blà, blà) allo spostamento della gara contro il Catania ci vuole un bel fegato e se poi si pensa (ma è impossibile leggere preventivamente nelle trame assurde del fato) che questo ha causato la scomparsa di due tifosi del Catania che si stavano recando in quel di Lecce, allora il disappunto si trasforma in rabbia pura. La Redazione tutta ha esternato le proprie condoglianze alle famiglie di Carmelo Ligreci e Fabio Seminara e alla Società del Catania Calcio, permettetemi di rinnovarle.

Ed eccoci alla classica “fase Cavallaro”, fase di transizione come lo stesso stimatissimo professionista catanzarese ha precisato. Un mandato a scadenza che però tale potrebbe anche non essere. Vedremo… Al di fuori delle solite voci di corridoio che si preparano a fare ping pong prima della data fatidica dell’iscrizione al prossimo torneo di C1 (della serie: questo vuole comprare, quelli vogliono cedere, forse interviene anche tizio, caio o sempronio), di concreto all’orizzonte non c’è nulla. Non è escluso che a livello societario tutto rimanga così com’è con la commedia conclusiva dell’iscrizione al campionato di C1. “Commedia” nel senso che alla fine l’iscrizione sarà garantita dall’attuale Dirigenza.

Per ciò che riguarda il Catanzaro del futuro, non si possono fare previsioni. Sarà importante che chiunque sia alla guida del Sodalizio giallorosso, non si sbilanci in promesse che non potrà mantenere. Sarà opportuno dichiarare senza alcuna vergogna quali saranno i reali obiettivi in proporzione alle possibilità economiche reali e iniziare a ricostruire tutto quello che è andato distrutto durante l’ultimo infausto biennio:
1– Credibilità interna ed esterna,
2– Riqualificazione di un’immagine a dir poco lesa, verso i potenziali papabili nuovi calciatori/tecnici,
3– Stadio “Nicola Ceravolo” (non si pretende uno Stadio nuovo – musei del calcio ecc. ecc., ma almeno avere il diritto di assistere a gare interne importanti in casa, vedi decisione del Dott. Laudanna che in futuro potrebbe costituire un pericoloso precedente),
4– Comunicazione corretta, serena e aperta al confronto costruttivo (che è sempre radice indispensabile di crescita) e soprattutto a qualsivoglia interlocutore senza la dolosa costituzione di caste ridicole che restano sempre deleterie per chi le crea.
5 – Identificazione dei reali obiettivi della stagione.
6Umiltà, umiltà, umiltà e ancora tanta umiltà da parte dei principali personaggi timonieri dell’Uesse.

I punti sopra citati non sono cose da poco, ma per quanto ci riguarda sono indispensabili per la ricostruzione, qualsivoglia sia la composizione dei quadri direttivi giallorossi del futuro.
Per quanto riguarda la gara di Lecce personalmente mi ha fatto impressione sentir dire che, grazie alla segnatura di Mattioli, il Catanzaro avrebbe salvato la propria dignità! Lasciamo perdere, non si può salvare una cosa che non si è posseduta affatto. E’ meglio tacere e avere il buon gusto di non proferire verbo. Le sconfitte sono state il pane quotidiano di questi anni di B e gioire perché si soccombe con tre o quattro reti al passivo ma si segna il gol che una volta si definiva “della bandiera”, mi sembra squallido.

In futuro bisognerà onorare diversamente quella “bandiera”, sventolata più volte, rispettata (per questi anni di B) mai. Una sola gara prima del definitivo addio alla B, prima del definitivo commiato dal nulla, perché il Catanzaro è stato nullità assoluta.

Onore ai Tifosi che hanno fatto pesare la propria presenza, anche quando qualcuno forse avrebbe preferito il contrario, onore a coloro che hanno fatto vedere a tutta Italia cosa sia il Catanzaro non solo sul rettangolo verde, ma anche sugli spalti. Tifo maturo, non violento, responsabile, coreografato al meglio. Lo dissi già una volta ma lo ripeto ancora: l’Italia fantozziana (che ahimè resta tale sempre e comunque), attuale come non mai, pretende che certe cose siano gestite dai vari Dott, Prof, Ing. Lup. Mann. Non conosciamo la media del grado di scolarizzazione dei nostri stupendi Tifosi, ma l’unico “grazie” va a loro: gli unici che hanno portato in alto l’onore dei colori giallorossi, gli unici che avrebbero avuto il diritto di gestire ciò che non è stato solo disamministrato.
Non abbiamo temuto tanti anni di quarta serie, non ci spaventeremo certo che le gloriose Aquile giallorosse possano riprendere il loro cammino (ci si augura sia un “volo”) dalla C1. Avanti Catanzaro, sempre con te!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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