REGIONE CALABRIA-SINDACATI, SU MEGACONCORSO NORME STAMPO CLIENTELARE

‘A tutt’ oggi nessuno ha smentito la fondatezza delle nostre denunce, che vengono confermate nella loro estrema gravita’ con la pubblicazione sul B.U.R.C. del 28 agosto del collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2006, approvato con Legge Regionale n.7 del 21/08/2006. Infatti all’ art.15, commi, 4, 5 e 6 di tale provvedimento viene riportato quella che puo’ essere definita la summa della prepotenza di chi, chiamato a legiferare nell’ interesse della collettivita’, partorisce norme di chiaro stampo clientelare che alla fine, se applicate, avrebbero come unico risultato, quello di agevolare e favorire solo pochi intimi facilmente individuabili’. E’ quanto si afferma in un documento delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil che fa riferimento alla vicenda relativa al reclutamento di nuovi dirigenti alla Regione.
‘Come puo’ leggersi diversamente – e’ precisato nel documento dei sindacati – la previsione del citato art.15?
Veniamo ai fatti: Con delibera n.614/2004 la Giunta regionale aveva bandito un concorso pubblico per l’ assunzione n. 45 dirigenti; bando di concorso per il quale, alla scadenza, risultano pervenute migliaia e migliaia di domande di laureati non solo calabresi. Ancora non e’ dato sapere quando questo mega concorso si svolgera’ e con la norma di legge approvata, la Giunta regionale e’ stata autorizzata ad aumentare del 20% il numero dei posti messi gia’ a concorso, destinandoli e riservandoli sia a dipendenti regionali in servizio, che a dipendenti gia’ trasferiti, con decorrenza primo luglio 2006, alla Province per effetto della legge sul trasferimento delle funzioni amministrative’.
Per Cgil, Cisl e Uil, in particolare, ‘l’ ulteriore, palese illegittimita’ risiede sia nello stabilire la possibilita’ di partecipazione al concorso ‘riservato’ a dipendenti non in possesso dell’ obbligatorio diploma di laurea, sia a dipendenti che, ormai, sono a tutti gli effetti dipendenti delle Amministrazioni provinciali e non piu’ della Regione. La legge, se cosi’ applicata, non e’ uguale per tutti. Infatti, le migliaia di disoccupati laureati che hanno fatto domanda devono, pena la non ammissione al concorso, possedere il diploma di laurea alla data del bando e sottoporsi alle forche caudine di un mega concorso; invece, pochi intimi miracolati, gia’ dipendenti della Regione Calabria, anche in possesso del solo ‘Diploma di Maturita’, con i criteri che ‘saranno stabiliti’ (da chi e quando?), potranno godere della ‘riserva’ che significa sicurezza dell’ ottenimento del risultato’.
I sindacati, nel documento, ‘chiedono al presidente della Giunta regionale, di emanare nei confronti del Dipartimento del personale una direttiva urgente, nelle forme ritenute piu’ cogenti, finalizzata a congelare l’ applicazione dell’ art. 15 della legge denunciata, in attesa di una nuova discussione in Consiglio regionale, per la relativa conseguente abrogazione; ai capigruppo in Consiglio regionale di presentare una proposta di abrogazione delle norme illegittime denunciate, anche al fine di evitare da parte dell’ opinione pubblica e dei lavoratori un giudizio di palese comportamento clientelare a dispetto delle dichiarazioni di legalita’ e di trasparenza, finora proclamate ma non praticate; al Consiglio regionale di voler ripristinare lo stato di legittimita’ previsto dalle norme delle leggi nazionali e dei Contratti di lavoro che regolamentano i concorsi pubblici per l’ accesso alla dirigenza; al Dipartimento del personale ed al segretario generale della Regione di volere dare corso ai preventivi, dovuti incontri di concertazione con le organizzazioni sindacali per discutere complessivamente sull’ intera problematica della riorganizzazione della struttura burocratica della Regione a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Province’.
I sindacati, inoltre, si rivolgono anche alla Presidenza del Consiglio dei ministri e alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria.

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Redazione

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