La nuova legislatura calabrese rischia di inziare sotto il pesante fardello dei ricorsi scaturiti dall’esito delle elezioni. Dopo il ricorso di Claudio Parente contro Giuseppe Mangialavori e quello di Wanda Ferro per l’esclusione da palazzo Campanella, ora è la volta di Sergio Costanzo. Secondo il candidato della lista “Calabria in rete”, Flora Sculco, risultata prima eletta della lista, per quanto sia legata alla Regione Calabria da un contratto di collaborazione non avrebbe rispettato i dettami della legge secondo cui sono ineleggibili «i dirigenti ed i dipendenti della Regione, gli amministratori ed i dirigenti con funzioni di rappresentanza di ente o di azienda dipendente dalla Regione, i rettori delle università calabresi. Le cause di ineleggibilità non hanno effetto se l’interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell’incarico o del comando collocamento in aspettativa, non oltre centottanta giorni dalla data di scadenza naturale della legislatura».
La patata bollente passa adesso nelle mani della magistratura ordinaria, poichè il ricorso punta al riconoscimento della ineleggibilità ai sensi della legge 150/81.
Regionali: Costanzo, riconso contro la Sculco
Un altro ricorso dopo quello di Wanda Ferro, di Parente contro Mangialavori e di Lostumbo per il conteggio dei voti in alcune sezioni