Un vero e proprio bagno di folla ha salutato la terza tappa del percorso educativo ‘Razzisti? Una brutta razza (…e non li vogliamo allo stadio!)’, voluto dalla FIGC per sensibilizzare i giovani calciatori sultema della lotta al razzismo. Dopo Firenze e Torino, il progetto studiato dalla Commissione della Federcalcio per l’integrazione costituita dal presidente Carlo Tavecchio lo scorso settembre e coordinata da Fiona May ha vissuto a Catanzaro la giornata dedicata al talk show che si è svolto presso l’Auditorium ‘Aldo Casalinuovo’.
Oltre 500 ragazzi dei settori giovanili calabresi hanno accolto in un tripudio di entusiasmo gli ospiti d’eccezione di questo appuntamento, a cominciare dal Commissario Tecnico della Nazionale azzurra Antonio Conte, i calciatori del Catanzaro David Yeboah e Domenico Giampà, oltre all’ex campionessa del mondo di atletica Fiona May, ambasciatrice del progetto. Insieme a questi grandi nomi hanno trovato ampio risalto i rappresentanti di un’importante esperienza sociale prima ancora che sportiva: i giocatori della Koa Bosco, club composto da giovani migranti africani.
Una sfida di integrazione concreta attraverso lo sport quella della squadra nata a Rosarno, che merita sostegno: è anche questo il messaggio che la FIGC ha voluto lanciare prima di tutto agli sportivi calabresi, dopo che negli ultimi mesi si sono verificati atti di intolleranza verso questi ragazzi, tutti giunti nel nostro Paese in condizioni difficili e residenti nella tendopoli di San Ferdinando. Probabilmente l’applauso più bello è stato rivolto a loro, con l’obiettivo di infondere forza e coraggio per continuare il campionato di Terza categoria. A dare ancora più sostegno al messaggio di rispetto nel calcio, come in tutti gli ambiti della società, ci sono state le parole di Antonio Conte, che ha raccontato del suo orgoglio nell’essere il primo Ct meridionale nella storia della Nazionale.
Dagli esordi in Serie A a soli 16 anni con la maglia del Lecce alla panchina azzurra, Conte si è raccontato, sottolineando come sia fondamentale il rispetto degli avversari: “Amo il tifo positivo – ha sottolineato il Ct – perché rappresenta il dodicesimo uomo in campo, mentre quando sento gli insulti provo vergogna. Vestire la maglia della Nazionale e difendere i colori del proprio Paese rende fieri tutti gli sportivi, per farlo però bisogna sacrificarsi e soffrire. Credete molto nel lavoro – l’invito di Conte ai ragazzi – continuate a sognare se volete raggiungere i vostri obiettivi. Educazione e rispetto sono l’insegnamento più importante che bisogna trasmettere alle nuove generazioni”.
‘Il razzismo è un frutto amaro dell’ignoranza’, ‘la paura del diverso è figlia di esempi sbagliati e di mancanza di cultura’, ‘nessuno nasce razzista, ci si diventa’: concetti semplici ma dal significato fondamentale quelli trasmessi alla platea per seminare valori tra i più giovani. Trailer di film, musica, l’intervento comico di Enzo Colacino, le testimonianze degli ospiti ed un linguaggio moderno per coinvolgere tutti sono stati il mix vincente della formula dello spettacolo condotto da Antonello Piroso. Il viaggio in giro per l’Italia di ‘Razzisti? Una brutta razza’ continua (previste nel complesso 20 tappe in 20 mesi, in 20 regioni diverse), con il prossimo appuntamento in programma a maggio a Bari.