Dopo anni di gestione dissennata dello smaltimento dei rifiuti, in questi giorni Catanzaro si confronta con la raccolta differenziata. La rivoluzione di gennaio voluta dall’amministrazione comunale però stenta a decollare, e le criticità in città si contano a decine nonostante il servizio sia partito solo in pochi quartieri del centro.
Resta davvero poco della presentazione trionfale dello scorso 15 dicembre quando il sindaco Sergio Abramo, assieme ai vertici nazionali di Legambiente, Conai e Sieco, la ditta vincitrice della gara d’appalto per la gestione del servizio, avevano annunciato che l’avvio della differenziata sarebbe potuto avvenire già entro la fine di dicembre.
Messi da parte i ritardi (lo start ufficiale c’è stato il 10 gennaio) resta la straordinaria disorganizzazione: cassonetti per strada, sacchetti ovunque, kit mai consegnati (potete rivolgervi al numero verde 800 86 29 86 nuovamente attivo).
E lì dove la differenziata non è ancora iniziata, cassonetti stracolmi per il prevedibile “turismo monnezzaro” di chi alla differenziata proprio non vuole piegarsi.
Inevitabile la ricaduta sul decoro urbano e la pazienza dei tanti esercenti e privati che non hanno ancora ricevuto il kit a domicilio. Molti hanno deciso di fare da sé, recandosi al centro di distribuzione Sieco presso un capannone sito in Viale Isonzo, quartiere della zona Sud da decenni sotto il controllo dei rom e teatro di episodi di spaccio e violenza.
Come scrive il Corriere della Calabria in un pezzo a firma di Alessandro Tarantino: «le perplessità sulla bontà della decisione di ubicare proprio lì il quartier generale della Sieco, poi, aumentano sapendo che la proprietà del capannone in affitto è riconducibile ad un consigliere comunale di maggioranza».
Sullo sfondo gli 800mila euro che mensilmente, da luglio, il Comune corrisponde alla Sieco nonostante il bando prevedesse il pagamento di tale somma con il servizio di differenziata a regime.
La vicenda è stata sollevata da un’interrogazione al sindaco Abramo da parte di due consiglieri comunali d’opposizione, Vincenzo Capellupo (Pd) e Antonio Giglio (Psi), i quali hanno presentato contestualmente una richiesta di accesso agli atti. L’istanza dei consiglieri è finita anche alla Corte dei Conti che sarà quindi chiamata a valutare eventuali irregolarità contabili o danni erariali.
Ma chi l’avrebbe mai detto che sarebbe successo tutto questo nella nostra amatissima Catanzaro !!!!!!!<br />
Ma quale regime e regime….?! A casa di mia madre, a Via Gioacchino da Fiore, manco sono arrivati i secchi della differenziata!!!!