Una lunga storia d’amore iniziata un bel po’ di tempo fa. Una storia nata in tenera età e proseguita a distanza. Pochi ma appassionati incontri, gli alti e bassi classici degli amori forti e complicati. Poi, ad un tratto, la passione si riaccende, il sentimento brucia. Il lieto fine non è ancora certo perché c’è ancora tutta una vita davanti. Da costruire, da pianificare, poi da vivere.
La sposa è pronta, aspetta con le braccia aperte, disposta a perdonare anche qualche colpo di testa dello sposo. Del resto lo sposo è diventato ricco, famoso, importante. È entrato da protagonista, tutte le domeniche, in centinaia di stadi. È diventato l’idolo di tanti ragazzi. Ma la sposa non si è ingelosita. Lo ha lasciato fare, continuando a seguirlo anche da lontano, aspettando pazientemente il suo ritorno.
Catanzaro aspetta Joe per provare a riscrivere un pezzetto della sua storia, per cercare di aggiungerci un nuovo capitolo, per ricominciare ad emozionarsi come non le succede da tempo. Comunque vada sarà stata una bella storia d’estate, di quelle che appassionano, che animano i bar e le piazze della città. Da una parte il sentimento forte dei tifosi giallorossi per Kamara, dall’altro l’amore e il rispetto di Joe per Catanzaro e il Catanzaro, quotidianamente presenti nei suoi pensieri.
Joe segue la campagna acquisti, è contento dei movimenti e di questa società che ha fatto rialzare la testa ai giallorossi. Ci sta pensando, ha fatto sapere, nonostante le offerte di altre squadre con budget e categoria diversi dal Catanzaro. Ma Kamara ha parlato chiaro, si è espresso pubblicamente. Si allena in Francia durante il ramadan, sceglierà a fine mese. Il Catanzaro ha deciso di aspettarlo perché solo Joe potrebbe innalzare di il colpo tasso tecnico della squadra e incendiare d’entusiasmo i suoi tifosi. Questo matrimonio s’ha da fare.
Più o meno il pensiero che ha riempito la testa del sindaco Abramo in quest’ultimo mese, da quando la città ha saputo ufficialmente che sul prato del “Ceravolo”, il 12 luglio, si sarebbe svolto il matrimonio dell’anno tra il consigliere comunale e capo storico degli Ultras Andrea Amendola e la sua dolce metà. Fotografi, cineasti e cineamatori sono accorsi all’evento. C’erano persino le telecamere di Fox Life, canale satellitare della piattaforma Sky. C’era anche il sindaco Abramo, naturalmente. E poi il commissario della Provincia Ferro, l’assessore regionale Tallini, consiglieri comunali vari, il gotha dell’imprenditoria catanzarese.
La Catanzaro che conta, insomma. Quella che avrebbe potuto fare tanto per i giallorossi e che, invece, ha contribuito in questi anni, a vario titolo, allo sfascio del Catanzaro Calcio e alla riduzione ad un cumulo di macerie dello stadio “Ceravolo”. Sì, perché il vecchio Militare non è quello che le fotogallery gossippare (a proposito, guardatele bene, guardatele tutte quelle foto e date a ogni volto un nome, perché capirete molte cose di Catanzaro) o i video costruiti ad arte vi fanno vedere.
Non è quel meraviglioso prato verde ricoperto di tavoli bianchi e invaso da fusti di birra e orchestrine. Il “Ceravolo” è uno stadio monco che, da quattro anni, ha un settore chiuso perché fradicio nelle fondamenta. È uno stadio con spogliatoi, tribuna stampa e biglietteria ospitati dacontainer. È uno stadio che dovrebbe vivere della passione della gente, ma invece è violentato dalle promesse pluriennali di ristrutturazione. Che si ripropongono identiche ad ogni tornata elettorale e che puntualmente restano tali.
In ogni caso, ci rassicura Abramo che all’Ansa nazionale dice: «Non c’è stata nessuna corsia preferenziale ma è previsto dal regolamento comunale l’utilizzo dello stadio anche per altri tipi di manifestazioni, come i matrimoni, dietro il pagamento di un ticket di circa 2000 euro». Due menzogne e mezza, ripetute fino alla noia, affinché possano diventare verità. Grazie al silenzio complice della stampa locale (in posa ieri sera sotto i fari del Ceravolo) che è riuscita a trasformare in una notte da cronaca rosa. Siccome noi di UsCatanzaro.net siamo allergici alle menzogne (e non ai matrimoni allo stadio, come qualcuno vorrebbe far pensare), diciamo le cose come stanno.
Non esiste nessun regolamento comunale che permetta matrimoni all’interno del “Ceravolo”. Quel regolamento promesso dal sindaco Abramo, per sanare una situazione diventata imbarazzante, non è mai arrivato in Consiglio Comunale. L’opposizione ha sempre smentito di aver dato il suo via libera al matrimonio (e il sindaco non ha mai prodotto prove che avvalorassero la sua tesi). Infine, la mezza menzogna. Il presidente Cosentino, che spende decine di migliaia di euro per la manutenzione dello stadio e ne attende da tre anni la ristrutturazione, ha acconsentito al matrimonio solo dopo aver avuto rassicurazioni che il manto erboso sarebbe stato preservato. E sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.
Mentre si celebrava la grande festa, mentre le auto degli invitati trovavano posto nella terrazza del San Giovanni diventata parcheggio, mentre l’esibizione di potenza più stracciona e pericolosa insieme della storia cittadina decretava la fine di molte cose, Cosentino era al lavoro per costruire il nuovo Catanzaro. Se fosse stato invitato al matrimonio, probabilmente avrebbe declinato per non ritrovarsi allo stesso tavolo di chi cerca quotidianamente di fargli terra bruciata intorno.
Ma naturalmente non è stato invitato. Magari non gliene importa niente o forse è amareggiato per l’ennesima presa in giro. Si sarà rifugiato nel suo buen retiro reggino, di ritorno dal calciomercato milanese. Del resto la sua casa in città, la casa di tutti i tifosi del Catanzaro, ieri sera era occupata per una festa privata. In alto i calici per un’altra storia catanzarese.