Per chi è nato negli anni ‘80, il derby rappresenta un atto di fede. Credere che dall’altra parte ci sia un nemico, è la suprema prova d’amore verso i propri colori. Esserci sugli spalti di uno stadio ostile, il marchio a fuoco che testimonia la tua appartenenza.
Del resto i gol di Palanca al ‘San Vito’ sono l’immagine sbiadita di un Catanzaro che lentamente si incamminava verso il ciglio del burrone. Ignorarli è impossibile, al pari del sentirsi parte di un qualcosa che non si è vissuto.
Eppure è inutile negarlo, che tu abbia i capelli bianchi o il foglio rosa in tasca, Cosenza-Catanzaro ti scuote dall’interno, ti ricorda che una città intera farebbe carte false pur di batterti in campo e smetterla di ripetersi il mantra del “l’abbiamo vinta sugli spalti”.
Noi sporchi, brutti, cattivi e da ieri pure omofobi, ci accontentiamo di un pareggio che profuma di sangue e arena, della gioia sfrenata al gol di Patti e dell’urlo strozzato per quello annullato, di una birra con gli amici che vedrai di nuovo chissà fra quanti mesi e dell’abbraccio con lo sconosciuto accanto.
Abbiamo imparato a godere con poco, ma non significa che ci siamo arresi ad un destino di terza serie. Ci hanno sempre accusato di essere una piazza difficile, una di quelle che al primo errore ti mette in croce, ma da quando nel calcio sono i mediocri a fare carriera?
Essere da Catanzaro significa rappresentare ciò che gli altri non sono mai stati e mai saranno. Il nostro blasone ammuffito è ancora un totem che giganteggia sulle colline della frustrazione. Quella che ti porta a riempire uno stadio che la settimana successiva tornerà desolatamente muto e vuoto. Quella che sposta sistematicamente il tiro verso un primato sociale e culturale che sul rettangolo verde vale meno di zero. Quella che da 30 anni fa tremare le gambe a chiunque indossi una casacca rossoblù.
Ma c’è qualcosa che resta, qualcosa che va al di là di un coro, uno striscione, un’esultanza. Resta il cuore dei giocatori che hanno dimostrato di esserci nei momenti che contano e di meritare supporto e rispetto. Resta la sagacia di mister Erra, professionista vero nel mare dell’improvvisazione. Resta l’immagine di gioia assoluta dei 600 giallorossi sugli spalti. Resta il rammarico per una stagione buttata volutamente alle ortiche, per un futuro incerto fatto ancora di promesse da riempire di contenuti.
Resta solo una certezza. Il Catanzaro in Lega Pro a lottare per evitare i playout è un’umiliazione infinita. Che non può essere compensata con un pareggio nel derby. Resta la voglia di tornare a esultare per qualcosa che conti davvero.
Smaltita la sbornia ecco quello che ognuno si porterà dentro pensando ai 90 minuti della partita che ha dato senso ad un intero campionato.
Cosenza e Catanzaro continueranno a guardarsi con reciproco sospetto e la segreta convinzione di essere indispensabile uno all’altro più di quanto nessuno avrà mai voglia di ammettere.
Questo è il calcio. Questo è il derby. L’unico degno di emozioni che meritino ancora di essere commentate.
"Cosenza e Catanzaro continueranno a guardarsi con reciproco sospetto e la segreta convinzione di essere indispensabile uno all’altro più di quanto nessuno avrà mai voglia di ammettere."<br />
Si questo è il derby. Nato almeno venti anni prima degli anni 80, vivo questo derby come un ripiego ma mi esalto lo stesso.<br />
Ieri ho visto famiglie, coppie, cani sciolti e ultras militanti: una comunità che ha gioito, tremato, gridato fino alla fine la propria identità calcistica, senza barattare e confondere la propria passione della domenica con i convincimenti politici e sociali. Solo per il football. Gli "inculuachitèmuort" piovevano come grandine, segno di un imbarbarimento pericoloso e connaturato nell’idioma di chi – poveri loro – vive di questi odi insensati. Chissà che mandare improperi per i morti altrui sia solo folklore…..mah, stranezze da Calabria del nord….!!!<br />
Oggi sono contento di una truppa di impavidi che prende per il culo i politicamente corretti cugini, una coop sociale quasi.<br />
#nonglipassapiù<br />
E soprattutto resta un gol valido annullato… LADRI !!!!!
Io non ci dormo su quel gol, credimi! L’ho rivista una marea di volte quell’azione ma davvero non si capisce perchè l’abbia annullato…
#Per vincere il derby cosentino cambia squadra! forza Catanzaro! mi brucia la gola cantando per te!!!
IL DERBY LO ABBIAMO VINTO!!!!!<br />
IL GOL ERA VALIDISSIMO!!!!<br />
Quindi meritavamo 2 punti in più, se aggiungiamo l’altro punto (minimo) rubato dall’Agrakas (per me il gol di razziti era valido) eravamo a 28.<br />
GRAZIE RAGAZZI!!!!!!!!!!
Comunque, caro presidente cosentino, ora ci sono tutti i presupposti per costruire una grande squadra. Basta evitare di disfare quanto di buono si è fatto fino ad oggi. Basta confermare: Grandi, Calvarese, patti, maita, Moi, ricci, bernardi, agnello, Squillace, razzitti, mancuso, caruso, scuffia. Da qui fino alla fine del campionato bisogna valutare anche i nuovi innesti come oliveira, garuffi e firenze per vedere se sono da Catanzaro. Un centrale difensivo, un mestierante di centrocampo uno scansafatiche d’attacco e due ali come si deve e spicchiamo il volo.
Erra ancora una volta ha dimostrato quel che vale!<br />
Bisogna costruire il futuro intorno a lui…
Comu u stessu Erra rispundiu a nu giornalista e cusenza, idu ava appena firmatu atri dui anni e contratto a catanzaro, doppu mintitici puru ca Maita prolungau sinu alu 2018 a PROGRAMMAZIONA iniziau daveru sta vota jà
sono pienamente daccordo con osso dobbiamo programmare attorno ad’Erra la squadra del futuro e rinnovare il contratto a Maita innanzitutto. ottimo il nuovo ruolo di squillace che gli consente di scorazzare sulla fascia con la copertura dell’ottimo patti.
patti, maita, grandi, moi ecc… mi sembra che qualche buon giocatore donnarumma lo abbia portato e se avesse azzeccato la seconda punta eravamo a lottare per i play off considerato che comunque almeno 3-5 punti ce li hanno rubati annullando gol validissimi.