Quattro persone completamente prosciolte e cinque rinviate a giudizio. Si è conclusa così, ieri, l’udienza preliminare a carico di nove persone coinvolte in un’inchiesta su presunti illeciti connessi all’apertura ed all’attività del locale il “Giardino dei Sensi”, che si trova a Montepaone Lido, nel catanzarese. Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Tiziana Macri’, ha scagionato del tutto: Francesco Catricala’, 59 anni, di Chiaravalle, responsabile dell’Uoian (Unita’ operativa igiene alimenti e nutrizione) dell’Azienda sanitaria di Catanzaro-distretto di Soverato (“perchè il fatto non sussiste”); Salvatore Rondinelli, 57 anni, di Badolato e Luigi Zofrea, 45 anni, di Catanzaro (perchè il fatto non costituisce reato”); Francesco Ficchì, 57 anni, di Montepaone (per intervenuta prescrizione). Sono stati rinviati a giudizio, invece, Concetta Giannini, 53 anni, di Santa Caterina sullo Ionio, titolare del “Giardino dei Sensi” (la donna è stata contestualmente prosciolta da uno dei capi d’accusa a suo carico); Massimo Ratta’, 50 anni, di Montepaone, ex sindaco di Montepaone; Giuseppe Proganò, 44 anni, di Girifalco, tecnico del Comune di Montepaone; Domenico De Fazio, 58 anni, di Torre Di Ruggero; Antonio Russo, 42 anni, di Montepaone, tecnici dell’Azienda sanitaria. Per loro, accusati a vario titolo di apertura abusiva di luoghi di pubblico intrattenimento, disturbo del riposo delle persone, violazioni edilizie, falso, abuso d’ufficio, e omissione d’atti d’ufficio, il processo avrà inizio il prossimo 9 ottobre davanti al tribunale di Catanzaro, dove saranno difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gianni Russano, Saverio Loiero, Bernardo Bordino, Matteo Caridi, Vito Daniele. Secondo l’ipotesi d’accusa molte parti del locale al centro dell’indagine sarebbero state realizzate senza autorizzazione e comunque in violazione delle norme in materia o in difformita’ della concessione edilizia. Tecnici e amministratori, infine, sono accusati di falsi e abusi relativamente al rilascio delle autorizzazioni sanitarie o per omessi controlli all’interno dell’esercizio commerciale, con conseguenti presunti ingiusti vantaggi nei confronti della Giannini. (Agi)
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