L’editoriale-intervista di Francesco Ceniti
Se non fosse che il problema spazzatura in questo momento è di stretta attualità a poche centinaia di chilometri da Catanzaro, non avremmo difficoltà ad usare lo stesso termine per definire la vicende societaria dei giallorossi. Abbiamo un presidente che da circa un mese ha dichiarato pubblicamente che non ha “voglia e soldi per continuare da solo nell’avventura”. Tradotto: il futuro della squadra mi sta a cuore come il governo Prodi. Per carità, nulla è dovuto anche se resta il mistero del perché nell’estate del 2006 Pittelli si presentò volontariamente a prendere il Catanzaro, portandoci il signor Coppola e con il contorno delle promesse da marinaio di un notaio che vaneggiava “tre milioni di euro da investire”.
CAOS TOTALE Comunque, il senatore è stato almeno coerente con le sue ultime dichiarazioni, arrivando in città alla vigilia di Natale e partendo subito dopo per delle lunghe vacanze americane, mentre il caos regna totale in seno alla squadra che (guarda caso) ha smesso di giocare nelle ultime due partite: una sconfitta e un pari casalingo. Adesso, alla vigilia di quella che potrebbe essere l’ennesima umiliazione per i tifosi catanzaresi (domenica si gioca a Lamezia), il nostro presidente ritorna e come primo atto smentisce che sul tavolo sia arrivata una proposta d’acquisto da parte di Nino Princi, che non gode delle protezioni di alcuni tifosi (che già una volta gli preferirono Poggi e Parente, sappiamo come è finita) anche perché si abbatterebbe come uno tsunami su alcuni alti dirigenti abituati al taglio delle torte. Siccome l’incontro e la proposta sono però stati confermati da un assessore, UsCatanzaro.net ha deciso di chiamare Princi per capire quale siano le condizioni poste dall’imprenditore per l’acquisto della società.
L’INTERVISTA
Allora, Princi: esiste o non esiste la sua proposta per comprare il Catanzaro?
“Guardi sono molto infastidito, per usare un eufemismo e non essere volgare. Come si fa a smentire l’incontro e la proposta quando sono venuti a cercarmi a casa mia per propormi l’affare. Il signor Muraca era presente e con lui ho visionato l’attuale situazione economica del Catanzaro: c’è una società che è stata capace di fare oltre due milioni di debiti in 18 mesi. Il presidente ha detto chiaro che vuole farsi da parte. Rispetto al passato ho intenzione di rilevare la squadra. Come? Accollandomi i debiti con la ricapitalizzazione. Non solo, subito dopo ho intenzione di rinforzare la rosa con diversi acquisti, perché voglio puntare diritto alla promozione. E certo non mi voglio fermare alla C1. Chi mi conosce sa che sono disposto a investire molti soldi nel progetto Catanzaro. In città da troppi anni non si parla più di calcio, ma solo di bilanci. Ho provato a invertire la rotta già una volta, ma molti tifosi me l’hanno impedito. Anche adesso c’è qualcuno che non mi vuole, ma non mi preoccupo. La mia offerta l’ho fatta e mi sembra molto seria. Adesso esigo una risposta”.
Da chi?
“Il signor Muraca deve farmi sapere se la proposta va bene oppure no. Altro che smentita. Credo che sia difficile spuntare un’offerta migliore, ma non spetta a me decidere. Negare l’evidenza è però un’offesa verso il tifoso del Catanzaro”.
Come lei ha detto, la sua prima esperienza in città non è stata felice?
“Ho commesso degli errori, anche perché mi sono fidato di gente sbagliata. E poi allora qualcuno ci ha sbarrato la strada. Mi sembra, però, che a rimetterci sia stato il Catanzaro perché io non l’avrei mai fatto fallire”.
Quanto aspetterà ancora?
“Sabato ritorno in Calabria e spero che qualcuno si faccia vivo. Non si può perdere altro tempo: il mercato chiude a fine gennaio e la squadra ha bisogno di una società forte per tornare a fare risultati”.
CONCLUSIONI Questo è quanto. Non sta a noi prendere posizione, ma una cosa deve essere chiara: il senatore Pittelli può rifiutare una proposta d’acquisto, ma allora ci devono essere pronte valide alternative. Tanto per intenderci: proporre soluzioni alla Colao, tanto per tirare a campare qualche mese, sarebbe delittuoso e recidivo. A Princi si può dire di no solo se sull’altro piatto della bilancia c’è una futura società forte (che sia Noto, Colosimo, Speziali o il signor Pizzimbone poco importa). Alzare un muro per interessi personali in questa fase è molto pericoloso: sbagliare è umano, perseverare è diabolico. E la responsabilità del secondo fallimento non riguarderebbe solo Pittelli. Capito caro sindaco, assessori, attuali dirigenti, capi tifosi e compagnia bella?
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