Il consigliere regionale del Pd Arturo Bova si è sospeso dalla presidenza della commissione regionale antindrangheta.
La decisione, secondo quanto si apprende, è maturata in seguito alla diffusione di notizie riguardanti suoi presunti rapporti con un esponente della criminalità organizzata.
“L’attenzione dedicata da alcune testate giornalistiche locali in ordine a fatti che, pur non avendo nessuna rilevanza penale e pur essendo risalenti negli anni mi impone una riflessione sul ruolo che la politica e i rappresentanti delle istituzioni devono tenere in un momento delicato nella vita dell’intero Paese”. Lo afferma Arturo Bova, presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, motivando la sua decisione di autosospendersi dalla presidenza dell’organismo dopo la diffusione di notizie su suoi presunti rapporti con un boss mafioso.
“A prescindere da ogni mia personale valutazione – spiega – e da ogni mio personale interesse a chiarire l’irrilevanza e la pretestuosità della notizia giornalistica che, ripeto, nulla ha a che vedere con l’operazione “Jonny”, a prescindere da una specchiata e riconosciuta moralità tanto nella vita privata, tanto nella vita professionale quanto, e soprattutto, nella vita istituzionale, ritengo che sia mio preciso dovere salvaguardare la Commissione che mi onoro di presiedere e l’intero Consiglio regionale dall’esposizione mediatica e dal pregiudizio che ne deriverebbe nel faticoso e difficile processo riformatore che stiamo cercando di mettere in atto per risollevare le sorti della nostra martoriata terra”.
“Ho sempre detto, sia pubblicamente che in privato, che i rappresentanti della politica e delle istituzioni non dovrebbero mai e poi mai anteporre la loro figura privata a quella delle istituzioni o del partito politico che rappresentano.
Ho già detto in passato – aggiunge – che non avrei esitato un attimo a lasciare l’incarico, qualora ciò fosse servito a rafforzare la credibilità di questa consiliatura regionale nei confronti di una disillusa, stanca e irretita opinione pubblica”. “Siamo ad un passo dall’approvazione della legge regionale contro la ‘ndrangheta. Il Consiglio regionale, anche grazie all’impulso della Giunta regionale, ha approvato importanti leggi che caratterizzano e qualificano un processo riformatore che non ha precedenti”.
“A nessuno di noi – spiega ancora Bova – è dato di frenare gli esiti collettivi di quel processo riformatore, soprattutto sotto l’aspetto della percettibilità e credibilità nei cittadini. Queste considerazioni mi impongono di sospendere ogni mia attività connessa alla carica di Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, al fine di porre fine ad un linciaggio mediatico annunciato e di fornire, ove ne fosse bisogno, ogni chiarimento politico.
Lo faccio con la consapevolezza che tra poco meno di un mese si dovrà procedere al rinnovo delle cariche, comprese quelle dei Presidenti di Commissione. Un lasso di tempo che mi permetterà di fornire pubblicamente ogni chiarimento e di risalire, a ritroso, a vicende che erano state già abbondantemente chiarite nell’anno 2009”.
“Mi rammarica soltanto che si sia voluto associare una notizia giornalistica risalente negli anni, priva di qualsivoglia rilievo penale, ad una operazione giudiziaria di così grande qualità e che nulla a che vedere con la mia persona, e lo si sia fatto senza sentire neppure la necessità di chiedere al sottoscritto alcun chiarimento. Mi domando in quale atto di quell’operazione sia comparso il mio nome o un qualsivoglia riferimento alla mia persona”.
“Sono stato Consigliere Comunale e Sindaco del mio paese per 21 anni consecutivi. Quale sia stato il mio modo di amministrare e a quali principi si sia ispirato il mio agire politico, è sotto gli occhi di tutti. Ancor di più, da quando ho assunto la carica di Presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, legalità e giustizia sono stati gli unici due criteri ispiratori del mio agire politico.
Con orgoglio ritengo di poter dire che l’intero territorio della Calabria ne sia testimone. Ho percorso la Calabria in lungo e in largo, senza sosta o tregua alcuna, andando nelle scuole, incontrando il mondo dell’associazionismo e del volontariato, nelle assemblee pubbliche, nei consigli comunali aperti all’indomani di una serie incredibile di attentati, sempre dalla parte di chi subiva i soprusi del potere mafioso e, lasciatemelo dire, di chi non trovava la giusta attenzione nel mondo istituzionale.
Ho sacrificato i miei affetti personali, la famiglia in primis, pur di dimostrare che c’è spazio per una politica fatta di ideali, onestà e rettitudine”.
Continuerò a farlo – conclude – nella convinzione che gli onesti mi daranno conforto e sostegno e nella certezza che abbiamo tutti gli strumenti per scrivere nei prossimi due anni, dai banchi del Consiglio Regionale, una bella pagina di storia”.