Emozioni, calcio, lacrime. Il “Premio Ceravolo” torna a regalare una bella serata di sport alla città di Catanzaro dopo la turbolenta edizione dello scorso anno. Il ricordo di Carlo La Forza, tifoso giallorosso scomparso tragicamente pochi mesi fa e utente storico di UsCatanzaro.net, è stato il degno coronamento di un lunga serata. La moglie, Francesca La Forza, ha ritirato dalle mani di Mariella Ceravolo, figlia del presidentissimo, una targa ricordo insieme alla maglietta giallorossa con il numero 11 e il nome di Carlo. L’Auditorium Casalinuovo ha tributato a Carlo e ai suoi familiari presenti in città, una lunga standing ovation, dopo che Francesca aveva emozionato la platea con alcuni ricordi del marito legati alla sua passione viscerale per il Catanzaro, che lo ha accompagnato in ogni momento della sua vita.
La quinta edizione della kermesse, organizzata dal giornalista Maurizio Insardà, ha visto sul palco la presenza dei partner abituali: i giornalisti Sabrina Gandolfi, Marco Civoli e Italo Cucci. La sala è gremita e la prima ovazione è per Gianni Di Marzio, storico allenatore del Catanzaro che ha legato il suo nome alla seconda promozione in Serie A nel 1976. L’ospite d’onore della serata è Cesare Prandelli, Commissario Tecnico della Nazionale che a breve volerà in Brasile per affrontare il mondiale.
Ad aprire le danze è stato Italo Cucci che, rivolto a Prandelli, gli ha fatto notare l’entusiasmo della città di Catanzaro per il calcio vero, quello «che ti fa venire la voglia di scrivere e parlare ancora di calcio. Qui c’è una carica inesauribile e nessuno esita a venire a ricevere il premio». Come confermato subito dopo dallo stesso Prandelli: «Non appena ricevuto l’invito, sono andato a guardarmi i nomi dei premiati e ho chiesto subito di trovare la data». E poi ancora: «Ho un grandissimo ricordo di Catanzaro perché ho esordito qui nel 1978 con l’Atalanta, quindi ci sono tante belle situazioni. Un premio importante e per rendersene conto basta guardare l’Albo d’oro. Sono stato preceduto da grandissimi tecnici e grandissime personalità».
Inevitabili le domande sulla Nazionale e sui prossimi Mondiali in Brasile. Il CT ha ringraziato la Federazione per il messaggio importante lanciato con la riconferma del tecnico per i prossimi due anni prima di un importante torneo. Prandelli è rimasto abbastanza abbottonato sulle scelte dei convocati: «Toni? Cassano? Inciderà molto la condizione fisica». Un passaggio anche sul codice etico:«Ho fatto un patto 4 anni fa con i ragazzi che in campo dovranno comportarsi bene senza incorrere in scorrettezze o episodi sgradevoli».
Simpatico il siparietto inscenato da Italo Cucci che ha criticato gli aspetti estetici di alcuni atleti di oggi che sfoggiano strane capigliature o tatuaggi. Prandelli ha ricordato che i ragazzi di oggi sono diversi. Una dimostrazione in sala, con il terzino del Catanzaro Di Chiara che si alza con la sua cresta bionda. Di Chiara presente in tribuna con una folta delegazione giallorossa, guidata dall’AD Marco Pecora, dal DS Ortoli e dal tecnico Oscar Brevi, il quale, visibilmente emozionato, ha consegnato al CT Prandelli una maglia del Catanzaro con il numero 1.
Nel corso della serata un premio è andato anche a Gianni Di Marzio che, a proposito di chiome folte, ricorda un aneddoto con Palanca: «Gli chiesi di tagliarsi i capelli e lui non voleva. Poi segnava da calcio d’angolo e non ci pensai più». Un ricordo anche di Trapattoni per i suoi 40 anni di carriera e per il calcio di una volta, di cui Cucci e e Di Marzio restano innamorati. Proprio l’ex tecnico giallorosso ha ricordato le difese di una volta, sottolineando proprio come il Catanzaro di oggi stia disputando uno splendido campionato grazie alla sua migliore difesa.
Alla fine la cerimonia. Una clip ha introdotto il premio ad un emozionatissimo Di Marzio, consegnato dalla vecchia gloria giallorossa Adriano Banelli. Il tecnico napoletano ha magnificato le gesta di Ceravolo e di quella squadra che fece sognare un’intera regione. Chiedendo poi di intonare la famosa “diridindindi dirindindà”, dedicata a quei ragazzi. Poi la targa a Carlo e il premio a Prandelli. Applausi, sipario. Ed è subito sera.
Salvatore Ferragina