”La mia esperienza con Forza Italia, iniziata sei anni fa, spontaneanente e per scelta, si ferma qui”. Inizia cosi’ la lettera di Pietro Melia, giornalista della Rai Calabria, al coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per comunicare le suo dimissioni dal partito e il suo passaggio al Nuovo Psi.
”Non bastasse -scrive Melia- lo scollamento tra centro e periferia, l’inesistenza di strutture territorialmente con un minimo di organizzazione (sedi naturali e insopprimibili di dibattito e di confronto), e un ceto politico inadeguato, distante anni luce dai problemi della societa’ e delle fasce economicamente piu’ deboli ed emarginate, tutto proteso invece all’auto conservazione e a succedere a se stesso, si aggiunge ora la proposta, lanciata personalmente da Berlusconi, di un partito unico dei moderati in Italia sul modello del Ppe in Europa. Non faccio parte di questa ipotizzata famiglia e dunque la mia casa non puo’ essere li”’.
A giudizio di Melia ”chiedere ad un socialista, e ai socialisti in genere, di rinunciare alla liberta’ e ai valori di cui si nutre significa chiedergli di abdicare alla propria storia e alla propria cultura, al proprio sentire, e di omologarsi al ‘pensiero uni’co’, da sempre osteggiato e combattuto da chi crede e pratica in assoluta indipendenza, come appunto i socialisti, i principi universali della dialettica democratica e della civilta’ politica”.
Melia esce da Forza Italia ed approda, da socialista, al Nuovo Psi perche’, spiega a Bondi e Berlusconi, ”ho condiviso, condivido ed oggi mi sento di dover continuare a sostenere l’apprezzabile sforzo di quanti nel Nuovo Psi lavorano caparbiamente per mantenere e consolidare l’identita’ e l’autonomia socialista, privilegiando sempre, nell’ambito di una diaspora si spera ormai prossima al capolinea, le ragioni che uniscono e non quelle che per anni hanno diviso i socialisti italiani e calabresi”.
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