POLITICA: La lettera aperta di Catanzaro nel cuore a Gianfranco Fini

Il forum delle associazioni cittadine “Catanzaro nel cuore” saluta e dà il benvenuto al vice presidente del Consiglio dei Ministri, Gianfranco Fini, in visita nel capoluogo di regione a conclusione della settimana politica che il suo partito ha dedicato alla Calabria.
Per tutti noi calabresi questo è un tempo assai travagliato a causa dell’eterna prepotenza di qualcuno che, come ultimamente accaduto, si macchia di efferati e terribili eventi delittuosi; ma è anche il tempo in cui la nostra terra si è saputa porre all’attenzione nazionale per la massiccia e decisa risposta di tanti giovani che non vogliono soccombere a questa situazione di immenso disagio.
E’ davvero forte il desiderio di poter vivere in una società che abbia il senso dello Stato e che rispetti le regole, troppe volte disattese. In questa giornata in cui Lei, quale autorevolissimo esponente del Governo, è ospite della nostra città, noi non vorremmo perdere l’occasione di parteciparle i nostri sentimenti, specialmente quelli che riguardano e ci legano in maniera insopprimibile alla nostra Catanzaro, e lo facciamo attraverso la presente lettera aperta.
Onorevole Fini, dopo il sincero benaugurate saluto che le abbiamo rivolto, non possiamo nasconderle la nostra amarezza e la nostra delusione che sono figlie dei continui attacchi sferrati con inusitata sfacciataggine contro la nostra amata città. Stiamo constatando ormai da troppo tempo come i soprusi possano manifestarsi in varie forme, più o meno subdole, e sotto varie sembianze.
Non sappiamo se a Roma le è giunta voce di quello che stà accadendo quaggiù; e se non ne è a conoscenza non possiamo fargliene una colpa, visto che la nostra classe dirigente locale probabilmente non avrà adeguatamente informato o sollecitato il Governo Centrale di cui Lei fà parte. Eppure Catanzaro continua lentamente ed inesorabilmente ad essere depauperata, offesa, impoverita, umiliata e saccheggiata.
Sabato 31 Dicembre 2005 chiuderà per sempre i battenti l’Ospedale Militare della nostra città, l’unico in Calabria. La decisione risale ad un disegno di razionalizzazione delle strutture militari italiane a fronte del quale originariamente erano state decise le soppressioni degli ospedali militari di Bologna, Chieti e Messina; strada facendo però è rimasta una sola vittima sacrificale: indovini quale? Si, proprio Catanzaro, fiore all’occhiello fra i centri militari di medicina legale. E pensare che nella sola Sicilia i nosocomi militari sono tre: Palermo, Messina ed Augusta; nessuna di queste strutture rischia la chiusura, anzi per Messina si prospetta addirittura un potenziamento. Lei ci perdonerà, on. Fini, se pensiamo a quale felice coincidenza sia stata per quella città dare i natali al Ministro della Difesa Martino! E ci perdonerà se le partecipiamo la nostra delusione per questa scelta del Governo che penalizza le forze dell’ordine operanti in Calabria: pensi ad esempio ad uno dei nostri carabinieri che, per una qualsiasi visita di controllo, dal prossimo anno sarà costretto a recarsi a Bari o a Caserta o a Messina! E tutto questo accade paradossalmente proprio quando il Governo – all’indomani del delitto Fortugno – promette una maggiore presenza dello stato e delle forze dell’ordine sul suolo calabro.
Ma la nostra delusione di questi giorni, on. Fini, è legata ad un’altra assurda questione: avrà saputo di quella recente sentenza del Consiglio di Stato che ribadisce un principio sancito da una legge (n. 628 del 1961), e cioè che gli Uffici della Direzione Regionale del Lavoro devono essere situati nei capoluoghi di regione. Si dà il caso però che nell’anomalia tutta calabrese, tale ufficio fu istituito assurdamente a Reggio da un decreto ministeriale dell’epoca che agì contra legem. Pertanto la recente pronuncia dei giudici di Palazzo Spada rende giustizia di un torto subito anni addietro confermando il legittimo spostamento dell’Ufficio a Catanzaro. Ma non c’è nemmeno il tempo di assaporare la sentenza che le regole vengono nuovamente e prontamente disattese grazie all’abilità dei politici reggini guidati dal sindaco Scopelliti: la beffa viene ingegnosamente confezionata grazie ad un emendamento alla legge finanziaria che consente a Reggio di mantenere l’importante Ufficio. Quosque tandem? Fino a quando si abuserà della nostra pazienza?
Onorevole Fini, in Calabria non avvertiamo quel senso di responsabilità e di rispetto delle regole che sono i principi basilari di una sana democrazia. Catanzaro è l’unico capoluogo regionale d’Italia ad essere così maltrattato. Quello che le abbiamo raccontato è storia di questi giorni, di cui anche il suo Governo ha pesanti responsabilità. Ma la nostra città subisce torti da decenni nella totale inerzia e disinteresse della classe dirigente locale. Qualche anno fa aspettavamo l’istituzione della Scuola di Polizia Penitenziaria; era cosa fatta, salvo poi destinarla a Catania. Lo stesso dicasi per la Scuola Nazionale di Magistratura. Abbiamo contato oltre venti altri Uffici o Enti che – per leggi e regolamenti – dovrebbero essere ubicati nei capoluoghi di Regione ma che nel nostro caso sono decentrati da Catanzaro verso Cosenza, Reggio e altre località: è un fatto assolutamente unico nel panorama nazionale. La nostra classe politica di destra, di sinistra e di centro è stata assolutamente assente in tutte queste vicende e si è dimostrata altamente inefficiente. CATANZARO NON VUOLE PIU’ ESSERE LA VITTIMA SACRIFICALE DI POLITICI INETTI.
Onorevole Fini, siamo delusi dalla scarsa attenzione dimostrata dal suo Governo per la nostra cara Catanzaro. E se i nostri politici dormono in un letargo profondo, le nostre notti al contrario sono insonni al pensiero di veder annichilito il ruolo della città capoluogo. Noi non chiediamo un extra: pretendiamo soltanto quello che ci spetta per essere omologati ed allineati alle altre capitali regionali d’Italia. Le chiediamo, on. Fini, di farsi promotore in Parlamento della presentazione di uno speciale decreto per Catanzaro Capoluogo. Lo chiediamo a Lei che oggi ci fa visita e lo chiediamo a Lei per l’importante e prestigioso incarico che riveste in seno al governo nazionale.
Con l’occasione, la invitiamo a partecipare alla manifestazione di protesta organizzata per mercoledì 7 dicembre in difesa dell’Ospedale Militare; sarà una mobilitazione compatta a cui aderiranno anche diverse sigle sindacali e parecchi sindaci della provincia.
Un suo cenno concreto di riscontro renderebbe meno amara questa nostra delusione e potrebbe dare un pizzico di speranza in più. Ma soprattutto renderebbe più significativa la sua visita in questa nostra amata città.

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Redazione

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