Nel trentesimo anniversario del sodalizio artistico fra Glauco Mauri e Roberto Sturno, i due grandi attori teatrali italiani portano in scena al Politeama di Catanzaro un testo del drammaturgo russo Leonid Nikolaevic Andreev. Quello che prende gli schiaffi è una delle opere più famose di Andreev, scritta e portata in scena nella Russia all’alba del bolscevismo.
Lo spettacolo, programmato per giovedì 9 e venerdì 10 febbraio, racconta, in una particolarissima unione di comico e tragico, la storia di uno scienziato a cui vengono rubati l’amore e un’importante scoperta da parte del barone che ne aveva finanziato gli studi. Il destino lo vede così diventare la principale attrazione di un piccolo circo di periferia, dove diviene il clown più apprezzato dalla gente, noto come “quello che prende gli schiaffi”.
Dopo aver adattato Éric-Emmanuel Schmitt (Il Vangelo secondo Pilato) e Anthony Shaffer (Sleuth, diventato in italiano L’inganno), i due attori proseguono la loro opera di revisione e riscrittura del teatro contemporaneo.
La chiave grottesca del testo di Andreev viene così reinterpretata da Mauri e da Sturno attraverso l’occhio e lo spirito della nostra epoca. Le vicende di un uomo che dedica la propria vita alla cultura e alla ricerca e viene per questo vessato e umiliato dalla tracotanza del potere mostrano un’inquietante somiglianza con lo stato dell’arte nell’epoca attuale. La tragedia deve così mascherarsi da farsa, e l’uomo di scienza dovrà diventare un clown, costruendosi una nuova vita nella dimensione del palcoscenico come pagliaccio che fa della sua pubblica umiliazione lo spettacolo più divertente per il pubblico pagante.
Dopo aver vissuto le ultime stagioni teatrali dominando la scena come un gioco a due, Glauco Mauri e Roberto Sturno tornano a condividere il palcoscenico con un nutrito gruppo di attori. Quello che prende gli schiaffi vede infatti un gruppo di ben undici interpreti che danno corpo e vitalità ai nobili, ai fedifraghi, ai pagliacci veri o presunti del testo di Andreev. Il grande drammaturgo russo amato da Stanislavski e Mejerchol’d rivive così attraverso la compagnia di due dei più grandi attori del teatro italiano.