Nicola Binda ha intervistato per la Gazzetta dello Sport il capitano giallorosso. Ecco alcuni stralci di quello che i lettori troveranno questa mattina in edicola
Il Catanzaro fa due moduli: 4-2-3-1 o 3-5-2. E’ vero che lei preferisce il secondo?
«No, io semmai spingo per il primo… Caserta è partito col 3-5-2 perché avevamo tanti assenti, poi ha cambiato e abbiamo fatto fatica, così siamo tornati al 3-5-2. Ma più del modulo, conta l’interpretazione e davanti siamo 5-6 ad attaccare».
In ogni caso, siete la regina dei pareggi: 11 in 15 partite.
«Mi fa rosicare molto, mi manda in bestia e non ci dormo la notte. Solo due volte siamo andati in vantaggio, spesso abbiamo dovuto rincorrere. E’ ora di cominciare a vincere. In fretta».
Ha 32 anni è al top della carriera?
«Mi sento bene, vedo le cose in modo diverso rispetto a quando ero giovane. Vivo il calcio con passione, e quando mi diverto faccio sempre bene. E poi essere di Catanzaro mi coinvolge ancora di più».
Contratto fino al 2026: è sereno?
«Ho un ottimo rapporto con il presidente Noto: prima la parola e poi i contratti. Mi godo il presente e fino a quando mi diverto cerco di continuare più a lungo possibile».
Quale obiettivo ha?
«L’anno scorso ai playoff credevo di arrivare in A, anche se da neopromossa non eravamo ancora pronti. Sono realista, non è facile. Ma siccome la società si sta strutturando bene e può competere con le grandi multinazionali, le basi ci sono».
Tra un mese si apre il mercato: c’è una chiamata che potrebbe farle lasciare Catanzaro?
«No, non credo. C’è un impegno morale, l’ho detto anche a chi mi ha cercato quest’estate».
Ci riproviamo: nemmeno De Zerbi?
«Beh è come se Spalletti mi volesse in Nazionale… Penso a Ranieri che un giorno ha detto “smetto, ma se mi chiama la Roma…”. Ecco, è così».
Redazione 24