PIANO STRATEGICO / IACONANTONIO “ UNO STRUMENTO PER LE PROSPETIVE DI SVILUPPO INTEGRATO DELLA CITTA’”
“ All’indomani dell’approvazione del Piano strategico,sento il bisogno di esprimere un ringraziamento a tutto il Consiglio comunale per il risultato importante ed in certi versi storico che ha saputo offrire alla Città capoluogo di regione. Un ringraziamento per il contributo utile e produttivo che l’aula, pur nelle sue differenzazioni, politiche ed istituzionali, ha espresso attraverso un dibattito vigoroso ma efficace . Riconoscenza che voglio estendere a quanti hanno contribuito alla stesura del Piano fornendo utili suggerimenti che hanno arricchito il progetto durante tutta la fase di preparazione e redazione” E’ quanto ha voluto sottolineare l’assessore all’urbanistica e programmi urbani complessi, Domenico Iaconantonio, relatore della pratica, il quale ha aggiunto:”Da questo momento l’Amministrazione comunale ha in mano uno strumento con il quale potrà programmare tutti gli interventi per accedere ai finanziamenti che potranno venire dai programmi Comunitari Nazionali e Regionali, nonché pianificare, dal punto di vista delle politiche economiche e sociali, il proprio sviluppo futuro a breve, nel medio e lungo tempo. Il primo momento di applicazione sarà immediatamente visibile nella programmazione degli interventi che andranno a costituire i nuovi PISU, Programmi integrati di sviluppo urbani, legati ai programmi Por 2007 – 2013. Infatti, l’esecutivo Olivo, sulla base di questo documento approvato dal Consiglio comunale , potrà definire i PISU e partecipare, così, alla negoziazione e alla concertazione prevista e concorrere ai bandi per l’assegnazione dei fondi PISU. Il Piano, infatti, intende costituire uno strumento per le prospettive di sviluppo integrato della Città, nella piena consapevolezza del ruolo delle aree urbane e delle politiche integrate territoriali nei processi di pianificazione organica dello sviluppo in Calabria.
Nella logica dello sviluppo e della costruzione di una maggiore competitività e coesione all’interno della Unione Europea, la città o ancora meglio una “rete” di città, è stata individuata come l’elemento strategico “nodale”, funzionale allo sviluppo locale ed al sistema delle reti infrastrutturali, favorendo azioni comuni di sostegno e di rilancio dello sviluppo socio-economico, attraverso aree
più vaste. Il “Piano strategico” trae ovviamente origine dalle prospettive aperte per lo sviluppo delle aree urbane dagli orientamenti espressi dall’Unione Europea per la futura politica di coesione dell’Unione per il 2007/2013, in coerenza con le strategie di Lisbona e di Gotenborg, che consente la visione di una futura politica di coesione 2007-2013 in una Unione ampliata, e in cui la Commissione propone una nuova politica di coesione che permetta a tutti gli Stati Membri, e a tutte le regioni, di cooperare al fine di ottenere una crescita sostenibile e una maggiore competitività, attraverso un sistema di
gestione più semplice e più decentrato. In tale direzione il “Piano” ritrova specifiche coerenze e compatibilità con le indicazioni contenute nel Regolamento 1083/2006 dell’11/7/2006 del Consiglio
Europeo riguardante le disposizioni generali dei fondi strutturali, ed i correlati Regolamenti n.1080/06 e 1081/06 del Consiglio e del Parlamento Europeo riferiti al FESR ed al FSE, nonché nel Regolamento
n.1828/06 dell’8/12/2006 della Commissione Europea di attuazione dei Regolamenti generali per i fondi strutturali 2007/2013, che attribuiscono alle città, segnatamente alle città medie, quel ruolo
trainante nella costruzione della competitività e della coesione dell’Unione. Infatti i fenomeni legati alla globalizzazione e all’apertura dei mercati hanno reso i confini più valicabili, le comunicazioni più veloci, hanno moltiplicato i possibili concorrenti determinando la necessità di individuare un’identità locale forte. È necessario che il territorio in cui si vive possa riconoscersi con un’immagine precisa e ben definita che possa essere esportata all’esterno. Si sente allora il bisogno che questa identità sia condivisa da tutti coloro che vivono ed operano in quell’area territoriale e che nella stessa si possano
riconoscere. E’ in questa prospettiva ed in questo quadro di coerenze che il Comune di Catanzaro intende proporre, con gli opportuni adattamenti e integrazioni, il “Piano strategico” alla Regione Calabria non solo definendo gli obiettivi e le priorità strategiche, ma anche individuando ambiti di riferimento programmatici e di risorse per realizzare gli interventi previsti nel Piano medesimo,utilizzando l’integrazione forte degli strumenti di programmazione finanziaria ordinaria con quella straordinaria nazionale e regionale (FAS) e con quella comunitaria (fondi strutturali).Tale approccio appare
possibile in considerazione delle forti coerenze che il Piano assume con le indicazioni strategiche del Q.S.N. (Quadro Strategico Nazionale), elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle
Regioni, con quelle individuate dalla Regione Calabria con il proprio DSR (Documento Strategico Regionale), proposto al confronto con il partenariato sociale ed istituzionale che costituiscono –com’è noto- il quadro di riferimento politico e programmatico della strategia di impiego dei fondi strutturali 2007/2013 e dell’integrazione della stessa con il FAS. La proposta tiene conto anche dalla particolare ed originale natura della Città di Catanzaro come Capoluogo della Regione Calabria, unitamente Città che ospita i nodi funzionali fondamentali del sistema di governo regionale, e Città che è inserita nell’asse
territoriale centrale della Calabria Ionio-Tirreno che appare fondamentale per le prospettive di sviluppo della regione. Catanzaro è, nel bene e nel male, la cartina da tornasole dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di governo regionale delle istituzioni, ne soffre l’impatto ed insieme ne determina le qualità o i limiti. Una ipotesi di programmazione dello sviluppo calabrese, retto sul puntuale utilizzo dei fondi strutturali comunitari unitamente a quelli ordinari ed a quelli del FAS per i prossimi sette anni di programmazione, non possono eludere il confronto sul ruolo della Città Capoluogo, nodo centrale di un nuovo modello di istituzioni moderne per lo sviluppo sociale e economico del territorio. In tal senso la Città di Catanzaro ritiene di potere avanzare, con il “Piano strategico comunale” proposte specifiche, ed in qualche modo aggiuntive rispetto al mero ruolo del sistema delle Autonomie Locali, per l’elaborazione e l’attuazione della strategia delle risorse comunitarie 2007/2013. Il “Piano strategico” ha già individuato i macro-obiettivi di un nuovo scenario, particolarmente legato alla globalizzazione, in cui la Città, ma per intenderci meglio il Comune, è chiamato sicuramente ad allargare i propri orizzonti, ad occuparsi della nascita di un “sistema istituzionale funzionale alla centralità del sistema territoriale, rafforzare l’idea di una competitività economica del territori, sviluppare una visione di medio termine capace di valorizzare le virtù di un territorio, mettere in campo tutte le risorse pubbliche e private di cui il territorio dispone e orientarle verso obiettivi coerenti e condivisi realizzando concretamente progetti che abbiano un respiro
strategico”. Per questo scopo, dopo anni di sperimentazione, è stato individuato, come sostegno all’azione delle città per la costruzione di quel ruolo fondamentale nella competitività e nella valorizzazione
delle esternalità generate dai Corridoi Transeuropei, il Piano Strategico con annesso e quindi complementare Piano della Mobilità e Piano del Marketing ; un Piano da intendersi soprattutto come “policy statement” cioè una declamazione sulle politiche che si vogliono intraprendere: sicuramente non un piano di tipo urbanistico, così come alla fine oltre venti anni di sperimentazioni hanno acclarato.
Cos’è quindi un piano strategico e perché diventa l’ideale presupposto “politico” alla costruzione di un modello di sviluppo le cui scelte e capacità di innovazione condizioneranno lo sviluppo futuro di un
territorio? Il Piano Strategico propone la rappresentazione di medio -lungo periodo di un’area urbana attraverso l’individuazione e la definizione di obiettivi strategici condivisi. Tali obiettivi, tradotti
in azioni specifiche, sono caratterizzati da forme di partenariato che coinvolgono attori pubblici e privati al fine, da un lato, da sviluppare forme di autogoverno, che assicurino una maggiore coerenza dell’azione pubblica a coloro che operano sul territorio fornendo loro un valido sostegno, e dall’altro di recuperare il maggior numero di risorse possibili. Da ciò ne può conseguire che il Piano Strategico promuove un modo nuovo di gestire lo sviluppo economico, sociale ed urbanistico della città secondo un metodo “reticolare” capace quindi di caratterizzare nuove forme di organizzazione dei soggetti del territorio inducendo forme di cooperazione e di competitività. Il Piano Strategico, presentato come uno strumento innovativo di governo, risponde pertanto all’esigenza di orientare una pluralità di attori verso obiettivi comuni coinvolgendo anche attori vicini secondo una logica di intervento alle diverse scale territoriali. Esso si inserisce in questo generale movimento di innovazione delle politiche pubbliche e di governance dello sviluppo locale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni; consapevole che non è possibile programmare sul territorio interventi ad una scala territoriale più ampia rispetto a quella comunale senza tener conto, negoziare e coordinare la propria idea di sviluppo con quella di coloro che hanno la competenza per farlo nei territori limitrofi. Il Piano Strategico diventa il “luogo” dove attori diversi negoziano la propria idea di sviluppo dando una propria rappresentazione del divenire che comunque è e rimane una tra le tante
possibili .La Città ha bisogno di aprirsi alla Calabria, alla sua Provincia, al rapporto con Lamezia.La Valle del Corace acquista allora una importanza strategica; infatti la definitiva scelta fatta dal Governo regionale di insediare definitivamente la sede della Cittadella Regionale a Germaneto, accanto all’Università, di fatto crea un nuovo asse direzionale dalla e verso la città, quella città che in maniera controversa ha subito nel tempo un fenomeno anacronistico di “arroccamento”.
Le potenzialità territoriali La percezione dei benefici molteplici derivanti dall’acclarata sistemazione della
Cittadella Regionale e il completamento del Campus Universitario stanno suscitando attese molteplici.
Nell’area urbana catanzarese si prefigura la possibilità di intraprendere un nuova capacità imprenditoriale e di realizzare nuove sinergie con l’Università e gli apparati di ricerca. Inoltre, la costruzione della nuova stazione ferroviaria, gli insediamenti industriali, terziari ed universitari fanno prospettare il centro storico della città verso riferimenti alternativi. In ogni caso si auspica che la positività di ciò sul sistema produttivo possa avere anche ricadute sul ricambio dei modelli culturali e di consumo. Non
bisogna dimenticare le potenzialità che alla città capoluogo e alla sua area vasta, potrebbe portare, finalmente, il definitivo decollo del Centro Tipologico Nazionale di cui il Capoluogo ne detiene la gestione unitamente al Ministero delle infrastrutture, alla Regione Calabria e alla Provincia di Catanzaro, e che possa essere visto come riferimento sul territorio per lo sviluppo della ricerca teologica abitativa ed
energetica anche in sinergia con il Parco Tecnologico previsto dal Programma di sviluppo dell’Università della Magna Grecia.
Le criticità territoriali Al contrario, da queste potenzialità, si individuano alcune debolezze strutturali percepite dal sistema territoriale di riferimento. In particolare, nonostante l’avvio di programmi di
sviluppo coerenti con gli interventi programmati e afferenti ai vari strumenti di pianificazione, si evidenzia l’assenza di un quadro di riferimento unitario (piano strategico di sviluppo regionale), e la
stessa programmazione risulta frammentaria creando una scarsa coerenza programmatica tra piani e interventi. Questo forse a causa dell’assenza di dialogo tra livelli di programmazione e singoli interventi. Si è denotata una scarsa sinergia degli interventi ed una mancata verifica della loro efficacia, ma soprattutto uno scarso coinvolgimento del settore privato. Và però dato atto che proprio nelle scorse settimane la Regione Calabria ha dimostrato un’inversione di tendenza positiva
dimostrata dalla conclusione del confronto sul QTR e dell’avvio della programmazione strategica 2007-2013. Più in generale emerge la difficoltà della collettività a intessere delle relazioni di condivisione delle opportunità che si riscontrano sul territorio. I programmi infrastrutturali Il territorio catanzarese, ma tutto il territorio della Provincia, fa riferimento a due importantissimi Corridoi Europei, il Corridoio 1 che particolarmente attraversa la Calabria e la collega al Nord – Europa, e il Corridoio 8 a cui è possibile fare riferimento in considerazione al collegamento Lamezia – Sibari – Bari .Nonostante ciò, allo stato attuale, come si evince anche da vari studi recenti, la dotazione infrastrutturale della provincia di Catanzaro è una delle più scarse nel panorama complessivo nazionale, e questo è stato sempre un freno allo sviluppo non solo economico del comprensorio. Gli interventi programmati per aumentare tale dotazione infrastrutturale della Provincia afferiscono alla legge Obiettivo, alla programmazione regionale, ai fondi strutturali comunitari 2007/2013 (P.O. Regionali, PON/POIN).Da tali interventi si prevede un potenziamento particolare dell’autostrada esistente Sa-RC; del corridoio stradale Jonico ss.106, il raddoppio del collegamento tra la superstrada Catanzaro – Lamezia e lo Jonio e il potenziamento della linea ferrata
nella tratta Catanzaro – Lamezia con lo spostamento della stazione di Catanzaro a Germaneto.
Oltre ciò non bisogna dimenticare il corridoio marittimo del Mediterraneo in cui la Città di Catanzaro si inserisce per la sua baricentrica posizione rispetto anche al porto di Gioia Tauro. Con riferimento a ciò è ipotizzabile l’implementazione e le potenzialità delle risorse portuali. Ma l’elemento nuovo, a cui
bisogna necessariamente prestare attenzione, è dato dal fatto che la Regione Calabria ha approvato definitivamente le linee guida relative alla Legge Urbanistica Regionale che comporta di fatto uno
stravolgimento nel concetto di pianificazione e soprattutto in quella negoziata. Nuovi strumenti di pianificazione, non solo urbanistica, dettati da criteri basati sulla sostenibilità, la concertazione e la partecipazione danno forse nuovo impulso e impongono una nuova e diversa capacità di governance proprio per il carattere di forte competizione che la stessa Legge Urbanistica comporta e che produrrà
delle forti trasformazioni sul sistema di governo del territorio.
Verso un piano strategico.Gli obiettivi generali che si pone il Piano Strategico della Città di Catanzaro e della sua area vasta, intendono orientarsi verso un consolidamento ed una intensificazione delle relazioni tra il Comune Capoluogo e gli altri Comuni oltre che verso la Provincia di Catanzaro per favorire una questione di governance istituzionale. Oltre ciò, rimanendo all’interno di ciò che attiene ad un governo territoriale, si presume che la definizione di un processo strategico possa contribuire ad una politica di sviluppo economico-produttivo nel rapporto tra il Comune capoluogo e l’area vasta di riferimento. Tale ipotesi di sviluppo non può però essere dedotta secondo un approccio di tipo top down, cioè come implementazione delle politiche dall’alto bensì come azione concretamente sperimentata mettendo in gioco attori e risorse specifiche del contesto territoriale, secondo un metodo bottom up inteso appunto come raccolta delle istanze dal basso che è tipico del Piano Strategico.
Il Piano strategico, come già accennato in precedenza, è uno strumento volontario che trae forza dal carattere partecipato del processo e dalla condivisione, da parte dei soggetti locali, di comuni strategie di sviluppo. Pertanto, il processo di costruzione del Piano è stato strutturato per favorire il coinvolgimento delle istituzioni, delle forze economiche e sociali del territorio, delle associazioni e dei singoli cittadini.
Esso si contraddistinguerà quale processo di pianificazione che si misuri e si coordini con l’insieme delle attività strategiche già attivate sul territorio. Si è trattato, in altre parole, di un processo che ha provato a far dialogare un numero consistente di persone e di portatori di interesse intorno ad un tema comune: lo sviluppo strategico della Città di Catanzaro e della sua area vasta.
La costruzione del Piano strategico di Catanzaro si è articolato secondo due momenti distinti:
• Definizione degli scenari, secondo percorsi che andranno a rappresentare il territorio, riconoscendo specificità e reti di relazione ed in grado di disegnare una visione per il futuro e capace di generare le azioni che si andranno a predisporre;
• Progettazione e “governance” del Piano: individuare un percorso per la formazione del Piano nelle forme più partecipate e condivise e definire metodi precisi per l’individuazione dei ruoli e delle responsabilità.
Il Piano Strategico è articolato secondo azioni, intese come progetti e proposte operative
caratterizzate da concretezza e fattibilità. Queste azioni saranno gli ambiti di intervento attraverso i quali si concretizzeranno le politiche strategiche proposte dal piano. Esse possono anche variare
qualora variassero le condizioni oggettive del contesto di riferimento. Le azioni individuate sono ovviamente in stretta coerenza con gli obiettivi specifici strategici e gli obiettivi operativi individuati
dai P.O. FSER e FSE della Regione Calabria per il 2007/2013, in esecuzione alle 10 priorità individuate dal QSN ed ai sette sistemi strategici definiti dal DSR Calabrese. Le azioni riflettono le loro
conseguenze sul territorio e pertanto la possibilità di poterle modificare anche in corso d’opera può indicare la possibilità di concorrere al risultato sperato.
Il processo realizzato può essere sintetizzato in quattro fasi:
a) la fase di ricerca ed analisi del territorio;
b) la fase di verifica dei punti di forza e di debolezza e la prima costruzione di una “visione comune” del territorio, con l’individuazione delle prime linee strategiche di intervento;
c) la definizione delle linee strategiche, degli obbiettivi e delle azioni;
d) presentazione del Piano stesso. Sinteticamente, la prima fase di lavoro è consistita nel raccogliere, analizzare e sintetizzare gli studi e le ricerche che descrivono, dal punto di vista economico, sociale e territoriale la Città di Catanzaro. Questa fase di analisi è stata arricchita da una indagine sul campo, svolta attraverso l’organizzazione di incontri ed interviste, che ha coinvolto Amministratori e principali soggetti economici e sociali del territorio, finalizzata a raccogliere, in modo diretto, suggerimenti
sull’organizzazione del processo, descrizioni delle risorse e delle opportunità offerte dal territorio, visioni anche parziali di sviluppo della città. La seconda fase è servita proprio a leggere i risultati
ottenuti e a valutare i punti di forza e di debolezza emersi;
Le relazioni prodotte hanno rappresento il punto di partenza, la base di discussione da cui è partito il dibattito e il confronto per definire una visone condivisa di Città.
Da ciò si è aperta la terza fase in cui sono stati definiti gli assi strategici di sviluppo e i principali
progetti da realizzare, in stretta coerenza con gli obiettivi specifici strategici e gli obiettivi operativi individuati dai P.O. FSER e FSE della Regione Calabria per il 2007/2013, in esecuzione alle 10 priorità
individuate dal QSN ed ai sette sistemi strategici definiti dal DSR Calabrese.
La definitiva presentazione e l’approvazione del Piano Strategico Comunale andrà a concludere l’iter previsto, con il contestuale avvio della necessaria concertazione/negoziazione con la
Regione Calabria e con i Ministeri titolari di PON/POIN nell’ambito degli A.P.Q. settoriali per il finanziamento delle azioni in coerenza con le priorità individuate nei Programmi Operativi.
Il Piano della Mobilità e Marketing;
Il Piano della Mobilità sarà concepito come parte
integrante del Piano Strategico e di cui sarà strumento operativo, come strumento di ricerca e verifica di soluzioni fattibili per il sistema della mobilità. Esso si svilupperà secondo una temporalità anch’essa a
medio e lungo termine, e si caratterizzerà come uno strumento finalizzato a ricercare soluzioni volte a favorire l’accessibilità tramite funzioni organiche. Ricercherà la massima attrattiva della città e del territorio dell’area vasta attraverso il miglioramento e potenziamento delle condizioni di accessibilità e fruizione della stessa
“ All’indomani dell’approvazione del Piano strategico,sento il bisogno di esprimere un ringraziamento a tutto il Consiglio comunale per il risultato importante ed in certi versi storico che ha saputo offrire alla Città capoluogo di regione. Un ringraziamento per il contributo utile e produttivo che l’aula, pur nelle sue differenzazioni, politiche ed istituzionali, ha espresso attraverso un dibattito vigoroso ma efficace . Riconoscenza che voglio estendere a quanti hanno contribuito alla stesura del Piano fornendo utili suggerimenti che hanno arricchito il progetto durante tutta la fase di preparazione e redazione” E’ quanto ha voluto sottolineare l’assessore all’urbanistica e programmi urbani complessi, Domenico Iaconantonio, relatore della pratica, il quale ha aggiunto:”Da questo momento l’Amministrazione comunale ha in mano uno strumento con il quale potrà programmare tutti gli interventi per accedere ai finanziamenti che potranno venire dai programmi Comunitari Nazionali e Regionali, nonché pianificare, dal punto di vista delle politiche economiche e sociali, il proprio sviluppo futuro a breve, nel medio e lungo tempo. Il primo momento di applicazione sarà immediatamente visibile nella programmazione degli interventi che andranno a costituire i nuovi PISU, Programmi integrati di sviluppo urbani, legati ai programmi Por 2007 – 2013. Infatti, l’esecutivo Olivo, sulla base di questo documento approvato dal Consiglio comunale , potrà definire i PISU e partecipare, così, alla negoziazione e alla concertazione prevista e concorrere ai bandi per l’assegnazione dei fondi PISU. Il Piano, infatti, intende costituire uno strumento per le prospettive di sviluppo integrato della Città, nella piena consapevolezza del ruolo delle aree urbane e delle politiche integrate territoriali nei processi di pianificazione organica dello sviluppo in Calabria.
Nella logica dello sviluppo e della costruzione di una maggiore competitività e coesione all’interno della Unione Europea, la città o ancora meglio una “rete” di città, è stata individuata come l’elemento strategico “nodale”, funzionale allo sviluppo locale ed al sistema delle reti infrastrutturali, favorendo azioni comuni di sostegno e di rilancio dello sviluppo socio-economico, attraverso aree
più vaste. Il “Piano strategico” trae ovviamente origine dalle prospettive aperte per lo sviluppo delle aree urbane dagli orientamenti espressi dall’Unione Europea per la futura politica di coesione dell’Unione per il 2007/2013, in coerenza con le strategie di Lisbona e di Gotenborg, che consente la visione di una futura politica di coesione 2007-2013 in una Unione ampliata, e in cui la Commissione propone una nuova politica di coesione che permetta a tutti gli Stati Membri, e a tutte le regioni, di cooperare al fine di ottenere una crescita sostenibile e una maggiore competitività, attraverso un sistema di
gestione più semplice e più decentrato. In tale direzione il “Piano” ritrova specifiche coerenze e compatibilità con le indicazioni contenute nel Regolamento 1083/2006 dell’11/7/2006 del Consiglio
Europeo riguardante le disposizioni generali dei fondi strutturali, ed i correlati Regolamenti n.1080/06 e 1081/06 del Consiglio e del Parlamento Europeo riferiti al FESR ed al FSE, nonché nel Regolamento
n.1828/06 dell’8/12/2006 della Commissione Europea di attuazione dei Regolamenti generali per i fondi strutturali 2007/2013, che attribuiscono alle città, segnatamente alle città medie, quel ruolo
trainante nella costruzione della competitività e della coesione dell’Unione. Infatti i fenomeni legati alla globalizzazione e all’apertura dei mercati hanno reso i confini più valicabili, le comunicazioni più veloci, hanno moltiplicato i possibili concorrenti determinando la necessità di individuare un’identità locale forte. È necessario che il territorio in cui si vive possa riconoscersi con un’immagine precisa e ben definita che possa essere esportata all’esterno. Si sente allora il bisogno che questa identità sia condivisa da tutti coloro che vivono ed operano in quell’area territoriale e che nella stessa si possano
riconoscere. E’ in questa prospettiva ed in questo quadro di coerenze che il Comune di Catanzaro intende proporre, con gli opportuni adattamenti e integrazioni, il “Piano strategico” alla Regione Calabria non solo definendo gli obiettivi e le priorità strategiche, ma anche individuando ambiti di riferimento programmatici e di risorse per realizzare gli interventi previsti nel Piano medesimo,utilizzando l’integrazione forte degli strumenti di programmazione finanziaria ordinaria con quella straordinaria nazionale e regionale (FAS) e con quella comunitaria (fondi strutturali).Tale approccio appare
possibile in considerazione delle forti coerenze che il Piano assume con le indicazioni strategiche del Q.S.N. (Quadro Strategico Nazionale), elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle
Regioni, con quelle individuate dalla Regione Calabria con il proprio DSR (Documento Strategico Regionale), proposto al confronto con il partenariato sociale ed istituzionale che costituiscono –com’è noto- il quadro di riferimento politico e programmatico della strategia di impiego dei fondi strutturali 2007/2013 e dell’integrazione della stessa con il FAS. La proposta tiene conto anche dalla particolare ed originale natura della Città di Catanzaro come Capoluogo della Regione Calabria, unitamente Città che ospita i nodi funzionali fondamentali del sistema di governo regionale, e Città che è inserita nell’asse
territoriale centrale della Calabria Ionio-Tirreno che appare fondamentale per le prospettive di sviluppo della regione. Catanzaro è, nel bene e nel male, la cartina da tornasole dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di governo regionale delle istituzioni, ne soffre l’impatto ed insieme ne determina le qualità o i limiti. Una ipotesi di programmazione dello sviluppo calabrese, retto sul puntuale utilizzo dei fondi strutturali comunitari unitamente a quelli ordinari ed a quelli del FAS per i prossimi sette anni di programmazione, non possono eludere il confronto sul ruolo della Città Capoluogo, nodo centrale di un nuovo modello di istituzioni moderne per lo sviluppo sociale e economico del territorio. In tal senso la Città di Catanzaro ritiene di potere avanzare, con il “Piano strategico comunale” proposte specifiche, ed in qualche modo aggiuntive rispetto al mero ruolo del sistema delle Autonomie Locali, per l’elaborazione e l’attuazione della strategia delle risorse comunitarie 2007/2013. Il “Piano strategico” ha già individuato i macro-obiettivi di un nuovo scenario, particolarmente legato alla globalizzazione, in cui la Città, ma per intenderci meglio il Comune, è chiamato sicuramente ad allargare i propri orizzonti, ad occuparsi della nascita di un “sistema istituzionale funzionale alla centralità del sistema territoriale, rafforzare l’idea di una competitività economica del territori, sviluppare una visione di medio termine capace di valorizzare le virtù di un territorio, mettere in campo tutte le risorse pubbliche e private di cui il territorio dispone e orientarle verso obiettivi coerenti e condivisi realizzando concretamente progetti che abbiano un respiro
strategico”. Per questo scopo, dopo anni di sperimentazione, è stato individuato, come sostegno all’azione delle città per la costruzione di quel ruolo fondamentale nella competitività e nella valorizzazione
delle esternalità generate dai Corridoi Transeuropei, il Piano Strategico con annesso e quindi complementare Piano della Mobilità e Piano del Marketing ; un Piano da intendersi soprattutto come “policy statement” cioè una declamazione sulle politiche che si vogliono intraprendere: sicuramente non un piano di tipo urbanistico, così come alla fine oltre venti anni di sperimentazioni hanno acclarato.
Cos’è quindi un piano strategico e perché diventa l’ideale presupposto “politico” alla costruzione di un modello di sviluppo le cui scelte e capacità di innovazione condizioneranno lo sviluppo futuro di un
territorio? Il Piano Strategico propone la rappresentazione di medio -lungo periodo di un’area urbana attraverso l’individuazione e la definizione di obiettivi strategici condivisi. Tali obiettivi, tradotti
in azioni specifiche, sono caratterizzati da forme di partenariato che coinvolgono attori pubblici e privati al fine, da un lato, da sviluppare forme di autogoverno, che assicurino una maggiore coerenza dell’azione pubblica a coloro che operano sul territorio fornendo loro un valido sostegno, e dall’altro di recuperare il maggior numero di risorse possibili. Da ciò ne può conseguire che il Piano Strategico promuove un modo nuovo di gestire lo sviluppo economico, sociale ed urbanistico della città secondo un metodo “reticolare” capace quindi di caratterizzare nuove forme di organizzazione dei soggetti del territorio inducendo forme di cooperazione e di competitività. Il Piano Strategico, presentato come uno strumento innovativo di governo, risponde pertanto all’esigenza di orientare una pluralità di attori verso obiettivi comuni coinvolgendo anche attori vicini secondo una logica di intervento alle diverse scale territoriali. Esso si inserisce in questo generale movimento di innovazione delle politiche pubbliche e di governance dello sviluppo locale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni; consapevole che non è possibile programmare sul territorio interventi ad una scala territoriale più ampia rispetto a quella comunale senza tener conto, negoziare e coordinare la propria idea di sviluppo con quella di coloro che hanno la competenza per farlo nei territori limitrofi. Il Piano Strategico diventa il “luogo” dove attori diversi negoziano la propria idea di sviluppo dando una propria rappresentazione del divenire che comunque è e rimane una tra le tante
possibili .La Città ha bisogno di aprirsi alla Calabria, alla sua Provincia, al rapporto con Lamezia.La Valle del Corace acquista allora una importanza strategica; infatti la definitiva scelta fatta dal Governo regionale di insediare definitivamente la sede della Cittadella Regionale a Germaneto, accanto all’Università, di fatto crea un nuovo asse direzionale dalla e verso la città, quella città che in maniera controversa ha subito nel tempo un fenomeno anacronistico di “arroccamento”.
Le potenzialità territoriali La percezione dei benefici molteplici derivanti dall’acclarata sistemazione della
Cittadella Regionale e il completamento del Campus Universitario stanno suscitando attese molteplici.
Nell’area urbana catanzarese si prefigura la possibilità di intraprendere un nuova capacità imprenditoriale e di realizzare nuove sinergie con l’Università e gli apparati di ricerca. Inoltre, la costruzione della nuova stazione ferroviaria, gli insediamenti industriali, terziari ed universitari fanno prospettare il centro storico della città verso riferimenti alternativi. In ogni caso si auspica che la positività di ciò sul sistema produttivo possa avere anche ricadute sul ricambio dei modelli culturali e di consumo. Non
bisogna dimenticare le potenzialità che alla città capoluogo e alla sua area vasta, potrebbe portare, finalmente, il definitivo decollo del Centro Tipologico Nazionale di cui il Capoluogo ne detiene la gestione unitamente al Ministero delle infrastrutture, alla Regione Calabria e alla Provincia di Catanzaro, e che possa essere visto come riferimento sul territorio per lo sviluppo della ricerca teologica abitativa ed
energetica anche in sinergia con il Parco Tecnologico previsto dal Programma di sviluppo dell’Università della Magna Grecia.
Le criticità territoriali Al contrario, da queste potenzialità, si individuano alcune debolezze strutturali percepite dal sistema territoriale di riferimento. In particolare, nonostante l’avvio di programmi di
sviluppo coerenti con gli interventi programmati e afferenti ai vari strumenti di pianificazione, si evidenzia l’assenza di un quadro di riferimento unitario (piano strategico di sviluppo regionale), e la
stessa programmazione risulta frammentaria creando una scarsa coerenza programmatica tra piani e interventi. Questo forse a causa dell’assenza di dialogo tra livelli di programmazione e singoli interventi. Si è denotata una scarsa sinergia degli interventi ed una mancata verifica della loro efficacia, ma soprattutto uno scarso coinvolgimento del settore privato. Và però dato atto che proprio nelle scorse settimane la Regione Calabria ha dimostrato un’inversione di tendenza positiva
dimostrata dalla conclusione del confronto sul QTR e dell’avvio della programmazione strategica 2007-2013. Più in generale emerge la difficoltà della collettività a intessere delle relazioni di condivisione delle opportunità che si riscontrano sul territorio. I programmi infrastrutturali Il territorio catanzarese, ma tutto il territorio della Provincia, fa riferimento a due importantissimi Corridoi Europei, il Corridoio 1 che particolarmente attraversa la Calabria e la collega al Nord – Europa, e il Corridoio 8 a cui è possibile fare riferimento in considerazione al collegamento Lamezia – Sibari – Bari .Nonostante ciò, allo stato attuale, come si evince anche da vari studi recenti, la dotazione infrastrutturale della provincia di Catanzaro è una delle più scarse nel panorama complessivo nazionale, e questo è stato sempre un freno allo sviluppo non solo economico del comprensorio. Gli interventi programmati per aumentare tale dotazione infrastrutturale della Provincia afferiscono alla legge Obiettivo, alla programmazione regionale, ai fondi strutturali comunitari 2007/2013 (P.O. Regionali, PON/POIN).Da tali interventi si prevede un potenziamento particolare dell’autostrada esistente Sa-RC; del corridoio stradale Jonico ss.106, il raddoppio del collegamento tra la superstrada Catanzaro – Lamezia e lo Jonio e il potenziamento della linea ferrata
nella tratta Catanzaro – Lamezia con lo spostamento della stazione di Catanzaro a Germaneto.
Oltre ciò non bisogna dimenticare il corridoio marittimo del Mediterraneo in cui la Città di Catanzaro si inserisce per la sua baricentrica posizione rispetto anche al porto di Gioia Tauro. Con riferimento a ciò è ipotizzabile l’implementazione e le potenzialità delle risorse portuali. Ma l’elemento nuovo, a cui
bisogna necessariamente prestare attenzione, è dato dal fatto che la Regione Calabria ha approvato definitivamente le linee guida relative alla Legge Urbanistica Regionale che comporta di fatto uno
stravolgimento nel concetto di pianificazione e soprattutto in quella negoziata. Nuovi strumenti di pianificazione, non solo urbanistica, dettati da criteri basati sulla sostenibilità, la concertazione e la partecipazione danno forse nuovo impulso e impongono una nuova e diversa capacità di governance proprio per il carattere di forte competizione che la stessa Legge Urbanistica comporta e che produrrà
delle forti trasformazioni sul sistema di governo del territorio.
Verso un piano strategico.Gli obiettivi generali che si pone il Piano Strategico della Città di Catanzaro e della sua area vasta, intendono orientarsi verso un consolidamento ed una intensificazione delle relazioni tra il Comune Capoluogo e gli altri Comuni oltre che verso la Provincia di Catanzaro per favorire una questione di governance istituzionale. Oltre ciò, rimanendo all’interno di ciò che attiene ad un governo territoriale, si presume che la definizione di un processo strategico possa contribuire ad una politica di sviluppo economico-produttivo nel rapporto tra il Comune capoluogo e l’area vasta di riferimento. Tale ipotesi di sviluppo non può però essere dedotta secondo un approccio di tipo top down, cioè come implementazione delle politiche dall’alto bensì come azione concretamente sperimentata mettendo in gioco attori e risorse specifiche del contesto territoriale, secondo un metodo bottom up inteso appunto come raccolta delle istanze dal basso che è tipico del Piano Strategico.
Il Piano strategico, come già accennato in precedenza, è uno strumento volontario che trae forza dal carattere partecipato del processo e dalla condivisione, da parte dei soggetti locali, di comuni strategie di sviluppo. Pertanto, il processo di costruzione del Piano è stato strutturato per favorire il coinvolgimento delle istituzioni, delle forze economiche e sociali del territorio, delle associazioni e dei singoli cittadini.
Esso si contraddistinguerà quale processo di pianificazione che si misuri e si coordini con l’insieme delle attività strategiche già attivate sul territorio. Si è trattato, in altre parole, di un processo che ha provato a far dialogare un numero consistente di persone e di portatori di interesse intorno ad un tema comune: lo sviluppo strategico della Città di Catanzaro e della sua area vasta.
La costruzione del Piano strategico di Catanzaro si è articolato secondo due momenti distinti:
• Definizione degli scenari, secondo percorsi che andranno a rappresentare il territorio, riconoscendo specificità e reti di relazione ed in grado di disegnare una visione per il futuro e capace di generare le azioni che si andranno a predisporre;
• Progettazione e “governance” del Piano: individuare un percorso per la formazione del Piano nelle forme più partecipate e condivise e definire metodi precisi per l’individuazione dei ruoli e delle responsabilità.
Il Piano Strategico è articolato secondo azioni, intese come progetti e proposte operative
caratterizzate da concretezza e fattibilità. Queste azioni saranno gli ambiti di intervento attraverso i quali si concretizzeranno le politiche strategiche proposte dal piano. Esse possono anche variare
qualora variassero le condizioni oggettive del contesto di riferimento. Le azioni individuate sono ovviamente in stretta coerenza con gli obiettivi specifici strategici e gli obiettivi operativi individuati
dai P.O. FSER e FSE della Regione Calabria per il 2007/2013, in esecuzione alle 10 priorità individuate dal QSN ed ai sette sistemi strategici definiti dal DSR Calabrese. Le azioni riflettono le loro
conseguenze sul territorio e pertanto la possibilità di poterle modificare anche in corso d’opera può indicare la possibilità di concorrere al risultato sperato.
Il processo realizzato può essere sintetizzato in quattro fasi:
a) la fase di ricerca ed analisi del territorio;
b) la fase di verifica dei punti di forza e di debolezza e la prima costruzione di una “visione comune” del territorio, con l’individuazione delle prime linee strategiche di intervento;
c) la definizione delle linee strategiche, degli obbiettivi e delle azioni;
d) presentazione del Piano stesso. Sinteticamente, la prima fase di lavoro è consistita nel raccogliere, analizzare e sintetizzare gli studi e le ricerche che descrivono, dal punto di vista economico, sociale e territoriale la Città di Catanzaro. Questa fase di analisi è stata arricchita da una indagine sul campo, svolta attraverso l’organizzazione di incontri ed interviste, che ha coinvolto Amministratori e principali soggetti economici e sociali del territorio, finalizzata a raccogliere, in modo diretto, suggerimenti
sull’organizzazione del processo, descrizioni delle risorse e delle opportunità offerte dal territorio, visioni anche parziali di sviluppo della città. La seconda fase è servita proprio a leggere i risultati
ottenuti e a valutare i punti di forza e di debolezza emersi;
Le relazioni prodotte hanno rappresento il punto di partenza, la base di discussione da cui è partito il dibattito e il confronto per definire una visone condivisa di Città.
Da ciò si è aperta la terza fase in cui sono stati definiti gli assi strategici di sviluppo e i principali
progetti da realizzare, in stretta coerenza con gli obiettivi specifici strategici e gli obiettivi operativi individuati dai P.O. FSER e FSE della Regione Calabria per il 2007/2013, in esecuzione alle 10 priorità
individuate dal QSN ed ai sette sistemi strategici definiti dal DSR Calabrese.
La definitiva presentazione e l’approvazione del Piano Strategico Comunale andrà a concludere l’iter previsto, con il contestuale avvio della necessaria concertazione/negoziazione con la
Regione Calabria e con i Ministeri titolari di PON/POIN nell’ambito degli A.P.Q. settoriali per il finanziamento delle azioni in coerenza con le priorità individuate nei Programmi Operativi.
Il Piano della Mobilità e Marketing;
Il Piano della Mobilità sarà concepito come parte
integrante del Piano Strategico e di cui sarà strumento operativo, come strumento di ricerca e verifica di soluzioni fattibili per il sistema della mobilità. Esso si svilupperà secondo una temporalità anch’essa a
medio e lungo termine, e si caratterizzerà come uno strumento finalizzato a ricercare soluzioni volte a favorire l’accessibilità tramite funzioni organiche. Ricercherà la massima attrattiva della città e del territorio dell’area vasta attraverso il miglioramento e potenziamento delle condizioni di accessibilità e fruizione della stessa
Il Piano di marketing strategico prevede l’elaborazione di un programma per la qualificazione del sistema di funzioni produttive, terziarie e turistiche supportate dal sistema infrastrutturale dell’area vasta.
Relazioni ed interazioni con altri processi
Il Piano Strategico, per come già accennato, ha interagito dal momento della sua formulazione, sia nel momento della sua attuazione con tutti i processi di pianificazione, sia essa urbanistica che negoziata e con tutte le altre politiche di sviluppo che la Città si proporrà.
Relazioni ed interazioni con altri processi
Il Piano Strategico, per come già accennato, ha interagito dal momento della sua formulazione, sia nel momento della sua attuazione con tutti i processi di pianificazione, sia essa urbanistica che negoziata e con tutte le altre politiche di sviluppo che la Città si proporrà.