C’è voluto “Anno zero” e la troupe di Santoro per far riemergere quei dimenticati di Phonemedia. C’è voluto, però, molto di meno – solo pochi giorni – per restituirli nuovamente al dimenticatoio. Si sentono abbandonati da tutti, e lo sono. Si trovano ora ricattati nell’imminenza di una consultazione elettorale la quale, invece di appuntare la sua attenzione sui motivi del fallimento di un progetto finanziato con soldi pubblici, si trasformerà in una nuova beffarda promessa del posto di lavoro. Lo stesso che da mesi si tenta di negar loro, attraverso anche la negazione degli stipendi dovuti. Hanno lottato con coraggio e senso civico, questi lavoratori. Anche quando per l’assalto della stanchezza e della rassegnazione, nelle piazze si sono trovati sempre in numero progressivamente più ridotto.
E’ la speranza, proprio l’assottigliamento dell’unica forza in campo, di quanti vorrebbero chiudere questo problema nel modo più semplice: chiudere l’azienda, che nella crisi persistente perde commesse, prestigio e credibilità. E chiudere la bocca della contestazione. Che è contestazione politica, così come la questione del lavoro è politica prima che aziendale. Finora non c’è stata una risposta alla crisi. Manca un piano di risanamento aziendale. E, nel balletto delle ripetute cessioni, manca la proprietà. Una qualsiasi, con cui i lavoratori possano confrontarsi e alla quale domandare del loro destino e di quello della “fabbrica del nulla”. Si vuol far passare, sulla disperazione e bisogno estremo, quale atto “rivoluzionario” la misera concessione degli ammortizzatori sociali, una sorta di cassa integrazione. Definire tutto ciò vergognoso è dir poco. E’ invece offensivo della dignità di 2000 uomini e donne, padri e madri di famiglia, soprattutto. E’ oltraggioso della condizione civile-economica di Catanzaro, la città su cui graverà pesantemente il drammatico bilancio della perdita di 2000 posti di lavoro. E’ tutto offensivo e oltraggioso, quel che sta accadendo attorno a Phonemedia. Come il silenzio, della politica e delle istituzioni, che l’accompagna”.