“Un patrimonio vivente della cultura calabrese ed italiana, ci ha lasciati. Ecco chi era Emilia Zinzi, era la cultura storica della città di Catanzaro”. Una piccola grande donna, che ha dedicato la sua vita i suoi studi, alla sua città . Un faro di luce, negli anni bui, in cui la nostra Catanzaro vedeva sventrato il suo bellissimo centro storico, con i suoi palazzi nobiliari, le sue chiese, i suoi vicoli e le sue antiche porte civiche. Una delle poche persone, che negli anni 70, ha contrastato le ruspe dei palazzinari di turno. La stessa che si batté ancora una volta, contro il paventato sventramento del complesso monumentale del San Giovanni, che qualche illustre personaggio politico, agli inizi degli anni 90, fiancheggiato da un âarchitettoâ senza scrupoli, voleva abbattere per realizzare un mega parcheggio multipiano. Oggi sarà facile, per molti esponenti politici di allora, esternare le condoglianze ed il dolore, per la perdita di Emilia Zinzi.
Una donna che è stata ostacolata e vessata, da chi non capiva che lâimportanza della cultura storica di un popolo si frantuma con la distruzione delle testimonianze tangibili e visibili della propria storia. Nemo profeta in patria, per lunghi anni fu costretta a stare lontana dalla sua amata Catanzaro. Ma lei, non abbandonò mai la sua città natia, ma continuò imperterrita e testarda, con maggiore passione ed amore a studiare le origini del capoluogo calabro. Studi che portarono, grazie a Lei, il nome della nostra città in giro per il mondo. Catanzaro e la sua piazza, fu inserita tra le più importanti città dâEuropa al pari di Brescia,Venezia, Barcellona ecc. La Catanzaro,bizantina, araba e normanna, per Lei non aveva segreti.
Era facile incontrarla, in giro per i secolari vicoli del Pianicello, di Case Arse o della Grecìa, in cerca degli antichi orti cittadini, testimonianza indelebile della millenaria ed inimitabile arte serica catanzarese. Era emozionante andarla a trovare, nel suo antico casale, sito nella zona nord della città . La sua porta era aperta a tutti. Varcato lâuscio della sua casa si entrava in un luogo magico, che era intriso di cultura. I libri e le pergamene, erano ovunque, compagni instancabili di una donna che si âcibavaâ di sapere. Per noi è stato un grande onore, ospitarLa durante il nostro primo convegno, âCatanzaro nel terzo millennio. Le idee: il ruolo per la città capoluogo tra due mariâ, proprio in quella occasione, festeggiammo con Lei, il riconoscimento riservataLe da una delle più grandi università americane.
Fu infatti inserita tra le menti eccelse del XXI° secolo, onorando così, ancora una volta, il nome della sua Catanzaro. Concludiamo, questo saluto ad una grande catanzarese, proprio con una sua testimonianza, ennesima lezione di vita e dâamore verso la sua città , rilasciata ad un giornale locale, in occasione della scoperta di una necropoli (oggi ancora celata) sotto la pavimentazione della Chiesa del San Giovanni, sicuri che questo sia il modo migliore per ricordarla >. Grazie per quanto fatto per la nostra cara amata Catanzaro”.
PETRUSINU OGNI MINESTRA