1 – la coreografia degli Ultras in memoria del mai dimentiato Massimo Capraro e la frase toccante sullo striscione esposto;
2 – la festa fra il primo e il secondo tempo per gli avieri del San Vito omaggiati con fiori bianchi da tutta la curva;
3 – l’eurogol di Max Caputo
4 – l’applauso finale del pubblico alla squadra;
5 – una frase letta sul giornalino che gli Uc 73 distribuiscono domenicalmente allo stadio che riporto integralmente a memoria dei tifosi presenti e assenti, testualmente c’era scritto:” La speranza è di rivedere la curva in grande spolvero, nel panorama Ultras italiano rivestiamo un ruolo troppo importante, ma solo grazie a tutta la tifoseria possiamo ancora dettare legge, dobbiamo risollevarci e riprendere il nostro cammino tutti uniti, Ultras, Tifoseria, Squadra e Società, con un solo obiettivo tornare nel calcio che conta e ci compete e tornandoci come UNIONE SPORTIVA CATANZARO 1929.
Ebbene, dopo questo doveroso cappelletto possiamo ora parlare della partita.
Sugli spalti c’erano i soliti spettatori, circa tremila, il tempo ha concesso una tregua e al fischio d’inizio del fiscalissimo arbitro Merchiori (il peggiore visto in questo campionato, in casa e fuori) possiamo tranquillamente dire che ci si aspettava di più in quanto a presenze, Bove e tutta la società non saranno per niente contenti.
Il manto erboso del Ceravolo è pesantissimo, già nella fase di riscaldamento i calciatori che calpestano l’erba sollevano zolle di fango, queste condizioni sicuramente non hanno giovato al Catanzaro che predilige la manovra.
I primi minuti sono di studio, il Noicattaro non si arrocca in difesa e il Catanzaro non brilla come al suo solito, troppi i passaggi sbagliati e troppi gli spazi concessi ai pugliesi.
Da un calcio di punizione che nessuno ha visto, fallo di Montella A. sull’ex Siclari, nasce un calcio d’angolo che il dfensore Lollini con un gran destro al volo trasforma alle spalle di Mancinelli che nulla può fare.
Dobbiamo segnalare che ancora una volta subiamo goal su azione d’angolo, non è la prima volta che accade.
Passato in vantaggio il Noicattaro sparisce dalla scena, si arrocca in difesa e il Catanzaro inzia a soffrire.
Montella, che come al solito svolge un gran lavoro è troppo solo e non essendo supportato da nessuno dei centrocampisti (e come pesa Berardi quando non c’è) presto viene bloccato con marcature asfissianti che non gli consentono di sfruttare la sua arma migiore, ovvero lo scatto in profondità.
Su un campo del genere soffre anche Caputo, i suoi passaggi risultano molte volte errati, ma è grazie al suo magico sinistro che il Catanzaro pareggia.
Il “gollazzo” ai più grandicelli ha ricordato qualche goal di Orey Massimo Palanca; dribbling dalla fascia destra per portarsi la palla sul sinistra e gran tiro che s’insacca all’incrocio alle spalle di Sassanelli (a proposito, ma questo cosa aveva per fare l’indisponente?).
Sulle ali dell’entusiasmo il Catanzaro produce qualcosa, c’è prima un’azione fotocopia del secondo goal di Caputo con il Barletta, Montella va via sulla sinistra e il fantasista giallorosso arriva sul pallone senza colpire con la giusta forza in quanto ostacolato da un difensore, poi è Zaminga, servito sempre da Caputo a sparare alto da fuori area.
Inizia la ripresa e il campo è ormai ai limiti della praticabilità, bisogna fare presto per chiudere la partita e il Catanzaro ci prova con un altro gran tiro di Zaminga che però è impreciso.
E’ solo un lampo iniziale, per circa 25 minuti non accade nulla i pugliesi chiudono tutti gli spazi e il Catanzaro non riesce proprio a trovare il bandolo della matassa, non si riesce a dare profondità alle azioni e sulle fasce non si arriva mai.
Questa volta i cambi non modificano la fisionomia della partita, il campo pesante non consente ai nostri calciatori molto tecnici di esprimersi come vorrebbero, solo una volta ci rendiamo pericolosi su un’incursione di Criniti, dove il rientrante Frisenda (bentornato, l’ultima partita la fece proprio contro il Noicattaro) arriva con un attimo di ritardo.
Con i se e con i ma le partite non si vincono, però dobbiamo dire che forse un attaccante (in gergo calcistico l’artiglieria pesante) oggi poteva essere inserito, magari si sistemava Caputo dietro le due punte e Montella non rimaneva solo soletto in balia degli avversari.
Concludendo possiamo dire che forse questo Catanzaro a volte dovrebbe essere meno bello e più efficace, specie quando il campo non ti consente di fare quel tipo di gioco che tanti punti ha portato fino ad oggi.
In alcuni casi è necessario anche giocare di forza tralasciando la tecnica.
Nei ruoli dei singoi qualcosa che non è andata per il verso giusto oggi si è vista,
Bruno è un buon calciatore ma mi sembra un Zaminga più tecnico e poco propenso agli inserimenti centrali, mi ha deluso Cardascio perchè non comprendo i suoi movimenti verso il centro dove c’era già tanto traffico.
L’ultima partita del 2008 al Ceravolo non è stata bellissima, ma possiamo rifarci domenica prossima nell’inedito scontro con l’Isola Liri, ricordandoci che i campionati si decidono a gennaio e si vincono in primavera e sperando pure che finisca di piovere.
SF