COREOGRAFIA TIPSY E SOLIDARIETÀ FRA ULTRAS
Sono quasi novemila i tifosi che gremiscono lo stadio Nicola Ceravolo per assistere al match tra Frosinone e Catanzaro, valido per la dodicesima giornata d’andata del torneo di Serie BKT 2024-25.
I 112 ospiti provenienti da Frosinone si sistemano nella Curva Mammì e, verso la metà della ripresa, solleveranno i loro striscioni poiché un loro tifoso, scivolando, sbatte sulla balaustra procurandosi una ferita sotto il mento. Sarà curato nell’ospedale di Catanzaro e gli Ultras giallorossi offriranno ai loro rivali disponibilità nel caso in cui avessero bisogno di ospitalità. Dopo le cure, il tifoso ripartirà con i suoi amici.
All’ingresso in campo, i Tipsy, che festeggiano i loro 35 anni di attività, accolgono le due squadre con una coreografia composta da un copricurva e bandierine giallorosse distribuite ai lati della curva.
SCHIERAMENTI A SPECCHIO
Le tre partite in sette giorni e le assenze forzate costringono i due tecnici a ruotare le formazioni che scendono in campo a inizio partita, con il chiaro intento di dosare le energie. Inedita è la coppia d’attacco proposta da mister Greco, con Canotto che parte dall’inizio al fianco di Kvernadze. Il modulo è il 3-5-2 e rispecchia quello proposto da mister Caserta, che deve rinunciare allo squalificato Pompetti, all’infortunato Situm e agli acciaccati Coulibaly e Petriccione, con questi ultimi due che si accomodano in panchina, con il regista che giocherà solo nel finale. Rispetto alla partita con il Pisa, la difesa rimane invariata, ma a centrocampo il Catanzaro ha davvero gli uomini contati. Pontisso scala sulla mediana, con Pagano e Koutsoupias ai lati a giocare da interni del centrocampo. Compagnon è dirottato a sinistra, mentre il partner di capitan Iemmello questa volta è La Mantia.
PRIMO TEMPO EQUILIBRATO
Il Frosinone gioca un primo tempo ordinato: spesso e volentieri si trova sotto palla per curare al meglio la fase difensiva, ma non rinuncia alle ripartenze che creano qualche grattacapo alla porta di Pigliacelli. In particolare Canotto, quando trova campo aperto – e più specificamente quando i giallorossi non sono pronti alle chiusure preventive (si veda il lancio di Cerefolini) – tenta sortite che potrebbero causare problemi. Un colpo di testa di Vural (forse in fuorigioco) che termina alto – con i giallorossi che protestano perché l’azione parte da un “disturbo” creato dall’arbitro Sozza di fronte all’area ciociara, con il direttore di gara che non interrompe il gioco che si ribalta immediatamente – e una conclusione a lato di Canotto sono le due azioni più pericolose.
La manovra del Catanzaro risente molto dell’assenza dei suoi palleggiatori, ma ogni qualvolta riesce a saltare la prima pressione, il passaggio decisivo non risulta preciso. I movimenti di Iemmello, volti ad allargare le maglie della difesa avversaria, potrebbero essere meglio sfruttati; sia Compagnon a sinistra, sia soprattutto Cassandro, che avrà molte opportunità, non sembrano essere nella loro migliore giornata. Inoltre, con Pontisso che si deve impegnare nel ricucire il gioco, il Catanzaro perde il suo miglior centrocampista realizzatore, e Pagano e Koutsoupias raramente sfruttano gli spazi che si creano.
Le occasioni per il Catanzaro non mancano. Bonini, di testa, potrebbe portare subito in vantaggio il Catanzaro, e si potrebbe assistere a un’altra partita. Il pallone sibila a lato alla sinistra di Cerofolini, che non potrebbe farci nulla. Più pericoloso è il tiro di Iemmello, che spara centralmente di sinistro sul portiere da una posizione favorevolissima dopo un errato disimpegno di Marchizza. Risultano senza mordente, invece, la conclusione di Koutsoupias da fuori e un colpo di testa di Compagnon, parato facilmente dall’estremo difensore frusinate.
RIPRESA D’ASSALTO PER IL CATANZARO CON BEFFA FINALE EVITATA
Con Brignola al posto di Cassandro e Compagnon riportato a destra, il Catanzaro adesso è più offensivo. Caserta vuole vincere la partita e, nella ripresa, proprio le corsie laterali, che tanto erano mancate nel primo tempo, potrebbero rivelarsi le armi decisive. Anche se la manovra non è fluida, con Brignola da una parte e Compagnon ritornato nella posizione a lui più congeniale, il Catanzaro riesce a creare occasioni. Il Frosinone, ora, pensa solo a difendere.
Ci provano, nell’ordine: Scognamillo di testa, Compagnon che si accentra con il suo classico movimento e sfiora la rete, Pittarello con una conclusione respinta a terra da Cerofolini e infine Iemmello con una punizione leggermente deviata dalla barriera che sfiora l’incrocio dei pali, a portiere che sembrava battuto. In partite come queste, e specialmente quando non riesci a sbloccarla, la beffa è dietro l’angolo. Fortunatamente Garritano, proprio allo scadere dei cinque minuti di recupero, calcia centralmente da buona posizione su Pigliacelli.
COSA CI HA DETTO LA GARA CATANZARO-FROSINONE
Innanzitutto, la prima cosa che non può essere omessa è che con questo nuovo assetto (3-5-2), il Catanzaro, pur avendo una rosa ampia, risulta carente di centrocampisti palleggiatori. Oggi non può permettersi di rinunciare contemporaneamente a calciatori come Petriccione, Coulibaly e Pompetti, oltre a Situm sulla fascia. Mentre i giocatori nella zona mediana del campo sono pochi, gli esterni sono in sovrannumero nella rosa.
La formazione schierata ieri da Caserta, sulla base dell’emergenza citata, ha adottato il 3-5-2, modulo che al momento risulta il più adatto ai giallorossi. Chi afferma che il Catanzaro sia stato rinunciatario non considera alcuni fattori che spesso influiscono sull’andamento di una partita. La prestazione opaca di alcuni giocatori non è qualcosa che un tecnico possa prevedere e inoltre, non si può proprio parlare di una squadra rinunciataria, dato che dall’inizio della ripresa Caserta ha schierato contemporaneamente Brignola, Compagnon (e poi D’Alessandro), La Mantia (poi sostituito da Pittarello) e Iemmello, con Biasci che è entrato alla fine per Pontisso.
La ripartenza subita nel finale, che sarebbe potuto costare cara, è emblematica del fatto che il Catanzaro ha cercato di vincere la partita. Le due ripartenze subite nel primo tempo sono state di natura diversa: una è derivata da un errore su cui bisogna lavorare (le chiusure preventive, ad esempio il rilancio rapido del loro portiere che ha innescato Canotto), mentre l’altra, come abbiamo già osservato, è stata facilitata da un’errata posizione dell’arbitro, che ha bloccato un’azione dei giallorossi, permettendo ai giallazzurri di ripartire pericolosamente senza che lo stesso direttore di gara interrompesse il gioco.
IN LINEA CON GLI OBIETTIVI PREFISSATI
Ribadiamo per l’ennesima volta che le due splendide annate precedenti devono essere messe da parte. Sebbene all’inizio il Catanzaro abbia mostrato limiti evidenti, oggi si intravede qualcosa che può fornire quella fiducia e autostima necessarie per raggiungere l’obiettivo della salvezza.
È importante considerare che in campo ci sono anche gli avversari, e chi sminuisce i risultati ottenuti in alcune partite, è invitato a rivedere i risultati di ieri, con il Cittadella ha espugnato Palermo. Oggi il Catanzaro è esattamente in linea con gli obiettivi che si era prefissato. In una classifica molto corta, tipica della Serie B, si trova con nove squadre sotto e, dopo i tentennamenti iniziali, sta emergendo con numeri da non sottovalutare. Ad esempio, essere la seconda migliore difesa del torneo è un aspetto importante, e se anche la manovra offensiva (attualmente quartultima, con altre tre squadre, per realizzazioni) riuscirà a capitalizzare le azioni create, si potranno ottenere soddisfazioni.
Reggio Emilia, domenica prossima, rappresenta un’altra tappa significativa. È fondamentale recuperare gli infortunati e continuare la striscia di partite senza perdere in questo torneo. Costruire un gruppo coeso e una squadra unita, con un ambiente che continua a tifare incessantemente, diventa sempre più una condizione imprescindibile per tutti noi se vogliamo restare nel calcio che conta.
Redazione 24
Foto Lorenzo Costa per uscatanzaro.net