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Pari al derby, ma…

Scritto da Redazione

La strenna natalizia del Catanzaro al fanalino di coda Cosenza

PRE PARTITA

Un imponente servizio d’ordine ha accolto i 10.063 spettatori giunti allo stadio San Vito Marulla per assistere al derby di Calabria. Sebbene non ci fossero tifosi ospiti, la trasferta era loro vietata, ha colpito l’esagerazione dello spiegamento delle Forze dell’Ordine, che contrasta con quanto accaduto nell’ultimo derby giocato a Cosenza, il cui servizio carente ha portato ai divieti imposti oggi. Strade bloccate, svincoli autostradali presidiati e vie della città bruzia controllate: questo è stato il quadro che Cosenza ha offerto agli sportivi cosentini, alla squadra giallorossa e agli accreditati del Catanzaro presenti in Tribuna Rao.

LA PARTITA

Il 3-5-2 di Caserta è abbastanza propositivo. Situm rientra a sinistra con Buso a centrocampo, che poi finirà a giocare da esterno sinistro, partendo titolare al posto di Pompetti, non in perfette condizioni fisiche. Pittarello, in luogo di Biasci, affianca Iemmello in avanti. I primi venti minuti sono di totale equilibrio: il Catanzaro è ben disposto in campo, ma è il Cosenza, su un errore di Scognamillo che si fa bruciare da Ricciardi, a sfiorare la rete e successivamente colpire anche un legno con Kourfalidis. L’espulsione forse eccessiva di Caporale cambia totalmente la partita. Adesso il Catanzaro, che già prima aveva un predominio territoriale, aumenta il suo palleggio e sfiora il vantaggio almeno in tre occasioni, di cui una con Bonini, che stava ormai per esultare mentre la palla danzava sulla linea di porta.

La ripresa inizia con gli stessi effettivi, ma il tema della partita non cambia. Il Catanzaro continua a palleggiare, commettendo l’ennesimo errore in fase di non possesso, piazzandosi male dopo un angolo a favore e concedendo a Kouan, al 56°, una ripartenza gettata alle ortiche. Il Catanzaro appena accelera dà la sensazione di poter sbloccare la partita. Entrano Pompetti, Seck e Cassandro, e i giallorossi in maglia bianca, dopo aver creato un pericolo con Pompetti, segnano all’ottantesimo con il centrocampista, che utilizza il suo piede non preferito. Con la partita ormai indirizzata e con il Catanzaro in superiorità numerica, dovrebbe essere un gioco da ragazzi portarla a casa.

SUCCEDE DI TUTTO E DA QUI IL NOSTRO “MA…” NEL TITOLO

La Mantia rileva Pittarello e Brignola entra per Buso, colpito duramente. A parte lo sconnesso arbitraggio di Aureliano, il Cosenza può recriminare per l’espulsione forse affrettata, mentre il Catanzaro per un recupero lunghissimo: la partita doveva terminare al 100’30”, ma terminerà al 101’45” con il fallo da rigore decretato perché Scognamillo colpisce la palla con un braccio. È il Catanzaro a dover fare mea culpa perché, dal 95’30” al 105’30”, fa tutto quello che non doveva fare e che invece aveva ben fatto per ottanta minuti.

Una rete giustamente annullata a Kouan, due palloni persi da Iemmello, due da La Mantia (di cui uno in appoggio di testa all’avversario per farlo ripartire), Seck che si infila in mezzo a tre avversari regalando palla, e nessuna vera opposizione dei nostri a contrastare chi buttava palloni avanti in modo disperato. In questi cinque minuti, il Cosenza tira con Ricciardi, arriva nei pressi dell’area con Kouan e Zilli coglie un palo clamoroso. Infine, la scelta di Brignola e Iemmello, che a venti secondi dal termine non vanno comodamente verso la bandierina, regalando palla agli avversari.

È su tutto questo che bisogna riflettere, perché con queste distrazioni è inutile discutere di cambi moduli, sostituzioni o decisioni tecniche; gli errori dei singoli commessi in campo sono difficili da recuperare in una partita di calcio, anche con una squadra in superiorità numerica, che è uscita letteralmente dal campo nei minuti di recupero.

PARI AMARO E IL COSENZA CONTINUA A NON VINCERE  IL DERBY IN CASA

Per come si era messa la partita, è evidente che il Catanzaro ha gettato alle ortiche un incontro praticamente vinto. A Cosenza giustamente festeggiano per il pareggio insperato raggiunto, ma per gioire di una vittoria dovranno ancora aspettare e tentare alla prossima occasione. Sono, infatti, quasi 40 anni che i Bruzi non assaporano il gusto della vittoria contro i rivali catanzaresi in una partita casalinga di campionato.

IL CATANZARO PUÒ RECRIMINARE PER LE ASSENZE

Non stiamo parlando dell’assenza di calciatori, ma di quella dei suoi tifosi. Pensate a cosa sarebbe accaduto a dieci minuti dalla fine, con il Catanzaro in vantaggio, se la squadra avesse mollato, come di fatto è accaduto ieri. Con un incoraggiamento costante, sarebbe successo ciò che già avvenne nello scorso derby: le forze si sarebbero triplicate e non ci sarebbe stato quel rilassamento in campo che ha dato vigore gratuito al Cosenza. È vero che con il senno di poi si può dire di tutto e di più, ma la nostra convinzione è che, con il dodicesimo uomo in campo, il film horror degli ultimi dieci minuti finali non l’avremmo vissuto.

Gli Ultras, con trecento persone al seguito, hanno accolto la squadra al rientro in città. Volete sapere cosa hanno detto? Sono contenti di non aver perso, ma per come la squadra ha gettato al vento una vittoria acquisita, sembra quasi di aver subito una sconfitta. Ieri il cuore oltre l’ostacolo l’ha gettato il Cosenza; quella superficialità dimostrata in campo nel difendere una vittoria certa è qualcosa di inspiegabile per una squadra che è stata sempre sostenuta dai propri tifosi, anche nei momenti bui, e che ieri, nei lunghi minuti finali, ha fatto da comparsa, regalando il pareggio al Cosenza.

Ora si ritorna in campo immediatamente e, a questo punto, se vogliamo che il pareggio di Cosenza (buono per la classifica) e la prestazione incolore degli ultimi minuti vengano dimenticati, è d’obbligo battere la Salernitana.

Redazione 24

Foto uscatanzaro.net

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