Ero rimasto sconcertato per lâassurda richiesta della procura federale connotata dallâingiusto elemento della disparita di trattamento rispetto a tutte le societa deferite per responsabilità oggettiva nei due procedimenti celebrati a Milano e a Firenze. Richiesta che prevedeva solo per il Catanzaro la perdita del titolo di vincitore del campionato.
Sono ancor più amareggiato adesso perché la Commissione Disciplinare ha valutato il concetto e la nozione di responsabilità oggettiva in maniera determinante per lâaffermazione di responsabilità a carico del Catanzaro mentre per le altre società (Chieti, Benevento, Grosseto, etc) ha valutato in maniera completamente diversa lo stesso principio di responsabilità oggettiva concludendo con il proscigliomento, nonostante in qualche caso ci sia stata lâammissione di colpa.
Percorreremo tutte le strade per la cancellazione di questa iniqua decisione: dalla CAF, alla camera arbitrale del Coni e se necessario anche dinanzi al TAR ed al Consiglio di Stato, sempre nelle linee previste dallo statuto federale.
Sono certo che la mia società sarà prosciolta per gli addebiti ingiustamente contestati. In diversa ipotesi non credo abbia senso continuare in un mondo dove tutti i sacrifici effettuati per ripianare lâincredibile massa debitoria ereditata (avendo rilevato il Catanzaro in situazioni prefallimentare), lâimpegno di 20 ore al giorno per ridare dignità e prestigio sportivo ad una squadra ed a una città che da oltre 14 anni navigava in serie C2, possano essere vanificati ed offesi dalla valutazione data ad una semplice telefonata senza ulteriore seguito, tra le 500.000 intercettate nellâinchiesta del calcio scommesse, tra Lo giudice, tesserato come calciatore ed Ambrosino. Ma, soprattutto, per le difformi valutazioni interpretative date per fatti similari o ancor più gravi. E siccome resiste in me ancora la capacità di indignarsi, anche per un solo punto di penalizzazione trarrò le dovute conclusioni.
Parente: “Sono indignato”
Il comunicato del presidente giallorosso: Ricorreremo contro una sentenza che rischia di vanificare i nostri sacrifici”