Notizie

Pareggite: male da curare. Con più coraggio in ogni settore (squadra e società)

L’editoriale di Francesco Ceniti

Prima o poi doveva accadere: anche nelle migliori stagioni è impossibile pensare di vincere sempre. Il pari interno con il Taranto semmai conferma un nostro pensiero: d’ora in avanti al Ceravolo vedremo formazioni guardinghe, pronte a giocarsi le possibilità di vittoria grazie al contropiede. E’ il gioco delle parti: il Catanzaro è, lo dicono i numeri, squadra di vertice.
La sosta ci “sorprende” in terza posizione, a soli tre punti dalla capolista Viterbese. Non solo, il vantaggio sulla sesta in classifica è di cinque lunghezze. E ancora: nonostante i giallorossi non segnino da due gare, Corona e compagni possono vantare il secondo migliore attacco del girone. Non solo, l’altra faccia della medaglia è molto confortante: i dodici gol subiti, infatti, sono bugiardi. Il Catanzaro ne ha incassati ben nove nelle prime cinque gare (quando i meccanismi voluti di Braglia non erano stati ancora digeriti), mentre nelle ultime otto Lafuenti è stato battuto solo tre volte (e ben due nei minuti finali del derby con il Crotone). Di più: fuori casa non prendiamo gol dalla sconfitta di Viterbo.
Insomma, sono dati che devono soltanto indurre all’ottimismo. Parlare di salvezza tranquilla è fuori luogo. Poteva avere un senso dopo il primo mese, ma adesso sarebbe una politica dello struzzo. La quota che in C1 permette di evitare i play out oscilla da 34 a 38. Quindi nella peggiore delle ipotesi mancherebbero 13 punti. Onestamente anche L’Aquila sarebbe in grado di raggiungere l’obiettivo, figuriamoci il Catanzaro ammirato in questa fase.
Perché battiamo tanto su questo tasto? Il motivo è molto semplice. Non vorremmo, infatti, che si perdesse una grande occasione per ignavia o, peggio, per paura di osare. E qui il discorso si allarga e tocca più punti. Partiamo dalla società. Parente e company hanno fin qui fatto un gran lavoro, ridando fiducia alla tifoseria e risanando un bilancio molto rosso e poco giallo. Le risposte non sono tardate ad arrivare: la Lega ha ripagato gli sforzi compiuti con il ripescaggio (che però è giunto anche per i risultati ottenuti sul campo), mentre la tifoseria è ritornata ad affollare le tribune del Ceravolo (oramai le 10.000 presenze sono stabili). Tutto questo in C1 è una rarità.
Adesso la società, dopo aver incassato i giusti crediti, deve continuare su questa strada. Fuor di metafora: a gennaio servono due o tre acquisti pesanti perché sarebbe delittuoso non cercare di salire in serie B. E quando parliamo di “acquisti pesanti” non ci riferiamo a giocatori come Piemontese, Ottolino e Rovrena (ai quali chiediamo scusa, ma siamo sicuri che capiranno il senso delle nostre parole). Braglia avrà di sicuro una lista con i suoi desiderata: prendiamogli una punta in grado di affiancare Corona (non può risolvere solo lui le partite), un centrocampista all’altezza d’Alfieri e Briano e un difensore di ricambio. La rosa attuale è poi da sfoltire: troppi giocatori inutili (e mai utilizzati). Certo, sarà necessario spendere qualche soldo, ma ogni imprenditore sa che senza investimenti non si ottengono profitti. E ci pare che l’affare di Corona dovrebbe insegnare qualcosa.
In ogni caso fino a gennaio non sarà possibile nessuna modifica. Per questa ragione nelle prossime gare bisognerà continuare con la rosa attuale (ottima). Semmai sarebbe il caso di abbandonare una certa prudenza che, secondo noi, non è molto utile. Gli ultimi due pareggi sono un perfetto esempio. Osando di più si poteva vincere almeno una partita. Certo, magari l’altra si sarebbe persa, ma anche in questo caso il saldo sarebbe stato positivo (tre punti invece di due). Anche se il bottino pieno era davvero alla portata dei giallorossi. Per questo non abbiamo condiviso del tutto la gestione dei cambi operati da Braglia. Contro il Taranto, ad esempio, si poteva buttare nella mischia Biancone già alla fine del primo tempo (al posto d’Alfieri), arretrando Ferrigno a centrocampo. E se lo 0-0 fosse perdurato noi avremmo rischiato anche la mossa Campo negli ultimi 25 minuti. Lo stesso discorso si può fare per San Benedetto: con gli avversari in 10 si poteva inserire una punta (al posto di un esterno difensivo) al fianco di Corona, magari facendo partire Toledo da una posizione arretrata. Sono semplici osservazioni, ma una promozione si perde o si guadagna anche per un solo punto. Quindi…
Domenica c’è la sosta e poi il simpatico rendez vous con l’Acireale. Ma questa è un’altra storia. E la tratteremo nella prossima puntata.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento