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Paganese: acque torbide

Scritto da Redazione

Campani in difficoltà a secco di punti dal 29 di novembre. Al tecnico Di Napoli il compito di migliorare una stagione complicatissima

Le acque nelle quali si trova la Paganese sono assai torbide in questa stagione. I campani sono, al momento, ultimi in classifica al pari della Cavese che però ha disputato un match in più rispetto ai prossimi avversari delle aquile. Al “Marcello Torre” la squadra di Di Napoli non ha mai guadagnato i tre punti, infatti le uniche due vittorie maturate nel campionato sono arrivate lontane da Pagani contro Viterbese e Turris, a cavallo tra la fine di ottobre e e l’inizio di novembre.

Dei 12 punti della Paganese nessuno ancora porta la firma del nuovo allenatore Raffaele Di Napoli, successore di Alessandro Erra ex tecnico del Catanzaro. La nuova guida tecnica subentrata dopo la sconfitta di Potenza del 10 gennaio ha finora affrontato Casertana in casa e la capolista Ternana in trasferta, in entrambi i casi la squadra è uscita sconfitta 3-1.

Il mercato di gennaio ha tentato di rammendare una delle rose meno competitive del girone C. Dalla Viterbese è arrivato Antezza, che dovrebbe prendersi il posto da titolare a centrocampo. Insieme a lui, raggiunge la Paganese l’ennesimo ex Catanzaro, Matteo Zanini, che potrebbe essere decisivo per dare una fase offensiva credibile al secondo peggior attacco del campionato.

Il Catanzaro reduce dal pareggio del recupero contro la Viterbese, che sa di beffa soprattutto per il rigore solare non assegnato alla squadra di Calabro, proverà a fare breccia nelle difficoltà di una squadra che viene da 6 sconfitte consecutive e non sembra essere in grado di risolvere le proprie problematiche e che cerca dal mercato risposte agli interrogativi posti da mister Di Napoli per cercare di arrivare all’obiettivo salvezza.

L’ANALISI TECNICO TATTICA

Nonostante il cambio d’allenatore, lo spartito della Paganese di Di Napoli resta piuttosto simile a quello di Erra. La qualità a disposizione non è delle migliori, quindi si cerca di rimediare con la compattezza difensiva, provando a svoltare le partite un contropiede alla volta.

Il problema di squadre come la Paganese, infatti, è quello di sfruttare il tanto campo che rimane da coprire una volta che si abbassa a difesa della propria area. Il 3-5-2 di Di Napoli infatti ha l’obiettivo di bloccare il corridoio centrale e di schermare i difensori. Per proteggere un pacchetto arretrato non certo veloce, Di Napoli tiene il baricentro basso, come già Erra prima di lui. I tre di centrocampo hanno il compito di scivolare velocemente da un lato all’altro per chiudere tutte le linee di passaggio vicine al portatore di palla, nella speranza di intercettare e ripartire in transizione. Punire gli scivolamenti dei centrocampisti potrebbe essere il modo giusto per attaccare la Paganese. Se il Catanzaro muovesse velocemente palla da un lato all’altro, potrebbe costringere i tre in mezzo a lasciare scoperto il lato debole. Così ad esempio la Ternana ha trovato il primo gol con Partipilo.

In fase offensiva, come detto, l’arma principale della Paganese sono le ripartenze. I centrocampisti, Benedetti in particolare, appena in possesso alzano la testa per trovare le punte e verticalizzare. Dei due attaccanti Scarpa è quello più abituato a muoversi incontro per cucire il gioco. Diop invece si occupa di dare profondità. In contropiede, il lavoro delle punte è utile per tenere palla e dare il tempo ai due esterni di accompagnare l’attacco. A tal proposito, interessante il ballottaggio tra Squillace e Zanini, vista l’attitudine offensiva di entrambi.

Dopo aver consolidato l’imbattibilità, al Catanzaro non resta che accumulare vittorie e in questo momento non poteva esserci, sulla carta, avversario migliore della Paganese.

Samuele Cardamone e Emanuele Mongiardo

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