Rassegna stampa

Pace presenta Braglia: «Ideale per Catanzaro»

L’ex allenatore Bruno Pace parla del prossimo tecnico giallorosso

CATANZARO — Chi è Piero Braglia, prossimo tecnico giallorosso? Mentre l’interessato e la società stanno in silenzio, alla domanda risponde simpaticamente il suo ex allenatore Bruno Pace, a Catanzaro nella stagione 1981- 82 (7° posto in A ed esonero nel campionato successivo).
Con la consueta carica, Pace dichiara: «Se l’ipotesi di Piero sulla panchina del Catanzaro si rivelasse reale, dispiacerebbe solo a me che avrei aspirato alla panchina giallorossa. Quello fra Braglia ed il Catanzaro sarebbe un rapporto fortunato per la rabbia delle due parti, che potrebbero produrre una miscela esplosiva» . Il sessantenne tecnico pescarese descrive Braglia: «Da giocatore era molto bravo. Quando venni a Catanzaro, lo preferii subito ad Orazi e Majo. Lo consideravo a tal punto, che lo volli anche a Catania» . A proposito del temperamento di Braglia. «Sul piano nervoso, però, era un disastro. Ogni tanto si faceva espellere per qualche colpo proibito» .
Conmolto gusto, l’ex tecnico giallorosso ricorda un episodio: «Dopo un Sampdoria- Catanzaro, perso di misura, ritornammo insieme dall’aeroporto e non fece altro che ripetermi che era stato espulso senza aver fatto nulla, che l’arbitro s’era inventato il cartellino rosso, che se la prendevano tutti con lui. Poi, arrivammo all’albergo della periferia di Catanzaro, giusto in tempo per vedere la Domenica Sportiva. Dalle riprese si vide chiaramente che Piero aveva mollato un cazzotto pesante e che l’espulsione era stata sacrosanta. Quando la trasmissione finì e mi girai, se n’era andato senza aspettarmi» .
Con lo stesso spirito, Bruno Pace lo descrive come tecnico: «Se a Chieti, dove anch’io ho allenato prima di lui, sia la società che la piazza lo vogliono tenere ancora dopo due salvezze significa che Piero lavora bene ed è stimato. Quand’ io ero a Chieti e lui a Foggia, non riuscì a battermi.
All’andata pareggiammo immeritatamente all’ultimo minuto e la panchina di Piero trasudava di rabbia e veleno. Al ritorno, vinsi di misura. Le sue squadre praticano un buon calcio e riflettono quel ch’era lui da giocatore. Sul piano caratteriale s’è adeguato al ruolo, anche se è tradito da quegli occhi sempre infiammati» .
Sul mercato, è richiestissimo Toledo (Chievo, Ternana, Palermo, Cosenza, Atalanta e Reggina); telefonate anche per Moscelli (Cosenza, Martina e Frosinone), Milone (Martina e Paternò) e Giglio (Benevento). Sul fronte dei potenziali colpi grossi, qualche speranza s’è aperta, Prisciandaro a parte, per Corona.

Fabio Blasco – Gazzetta dello Sport

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