Forzando un po’ la mano si potrebbe pensare che, secondo la società ricorrente, mancava soltanto che indicasse il colore dei baffi o la lunghezza dei capelli del potenziale vincitore, tanto i criteri per la partecipazione previsti dal bando di gara per il servizio di pulizia dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio erano restrittivi. E il Tar, effettivamente, ha dato ragione alla cooperativa “Tre Fiammelle”, sospendendo almeno fino all’esame di merito il bando di gara da 30 milioni di euro per l’affidamento dei servizi di “pulizia, lavanolo biancheria e kit sterili per le sale operatorie, ritiro, trasporto e smaltimento rifiuti”. Un pacchetto che può far gola a molte ditte, ma al quale si poteva aspirare – secondo il bando – soltanto avendo già eseguito «contratti per il servizio di pulizia di aree sanitarie di alto, medio e basso rischio, aree comuni ed esterne, dell’importo annuale di 3 milioni 145mila euro con un unico cliente». Un requisito che determina, a giudizio del Tar, «un’eccessiva restrizione del novero dei potenziali concorrenti in contrasto con i princìpi di proporzionalità e ragionevolezza dell’azione amministrativa». La coop “Tre Fiammelle” si è rivolta alla giustizia amministrativa immediatamente dopo la pubblicazione del bando da parte dell’azienda ospedaliera cittadina. E in sede cautelare il ricorso è stato esaminato dalla seconda sezione del Tar giovedì scorso. «All’esito di una delibazione sommaria – scrivono i giudici nell’ordinanza – il ricorso presenta profili di apprezzabile fumus boni juris». Anche perché, oltre al nodo dei requisiti troppo restrittivi, i giudici hanno scritto di «condividere la doglianza con cui si evidenziano, con riferimento all’individuazione delle effettive superfici delle varie categorie di aree del plesso ospedaliero, alcune discrasie tra i dati indicati nell’allegato 1 e quelli riportati nello schema di offerta economica, con conseguente difficoltà, nel formulare l’offerta economica». D’altronde, qualche lacuna è stata ammessa dalla stessa azienda appaltante, se è vero che sul sito Internet del Pugliese- Ciaccio è apparso alcuni giorni un avviso – poi reso inutile dal verdetto del Tar – secondo il quale «data la complessità delle procedura, le numerose richieste di chiarimenti nonché i moteplici refusi di stampa da rettificare» il termine di scadenza per la presentazione delle offerte era stato rinviato da 12 al 27 marzo. A questo punto, l’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale “congela”le procedure di gara fino al prossimo 20 dicembre, quand’è stata fissata l’udienza di merito. Una via d’uscita potrebbe essere la revoca del bando in autotutela da parte dell’azienda ospedaliera e la pubblicazione di un nuovo appalto con un allentamento delle “maglie” quantomeno rispetto ai requisiti per la partecipazione. La partecipazione al bando era ammessa Le offerte vanno presentate per: uno o piu lotti. Che, nel dettaglio, erano 5: pulizia di aree sanitarie (importo presunto per cinque anni 15.725.000 euro); lavanolo e fornitura di kit sterili per sale operatorie (importo presunto quinquennale 10.200.000 euro); ritiro, trasporto e smaltimento di rifiuti sanitari (importo presunto 750.000 euro); noleggio di dispensatori igienici (1.200.000 euro); trasporto interno di materiale biologico, farmaci, servizio navetta etc… (2.500.000 euro).
Fonte: Gazzetta del Sud – Autore Giuseppe Lo Re