Sono divenute definitive le otto condanne inflitte ad altrettanti imputati coinvolti nell’operazione “Gambero”, condotta dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. La Corte di cassazione, infatti, oggi ha respinto i ricorsi presentati dai difensori degli imputati contro la sentenza d’appello, con la quale erano state a loro volta confermate le condanne gia’ sentenziate in primo grado. Era il 31 marzo 2009, quando il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, al termine dei giudizi abbreviati, riconobbe colpevoli dell’associazione criminale Antonio Abbruzzese, 33 anni, cui inflisse 8 anni di reclusione; e poi Maurizio Abruzzese, alias il “Gambero” (da cui il nome dell’operazione), 22 anni, e Giovanni Passalacqua, 29, condannati a 7 anni e 4 mesi ciascuno; e infine Fiore Passalacqua, 26 anni, Pierino Passalacqua, 27, e Maurizio Passalacqua, 21, condannati a 6 anni e 8 mesi ciascuno. Cadde all’epoca l’accusa di associazione a delinquere per Rita Abbruzzese, 29 anni, Cosimo Abbruzzese, 25, e Domenico Passalacqua, 30, ed i tre furono ritenuti colpevoli di singoli episodi di spaccio e condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno, piu’ 12.000 euro di multa ciascuno i primi due, e 2.000 euro il terzo. Circa un anno dopo, e precisamente l’11 febbraio 2010, la Corte d’appello di Catanzaro confermo’ quelle nove condanne – per un totale di 50 anni e 8 mesi di reclusione e 26.000 euro di multe -. Infine, solo per otto imputati – tutti tranne Giovanni Passalacqua – e’ stato proposto ricorso per Cassazione (nel processo erano impegnati gli avvocati Arturo Bova, Gianni Russano, Gregorio Viscomi, Giovanni Le Pera e Anselmo Mancuso), ma il Giudice supremo, oggi, ha confermato i giudizi di colpevolezza. Secondo le accuse formulate nell’ambito dell’inchiesta denominata “Gambero”, gli Abruzzese “incriminati” – famiglia rom di Catanzaro – avrebbero gestito il fornitissimo market di stupefacenti di via Isonzo, dove vivono quasi tutti gli imputati. I protagonisti di “Gambero” (tre dei dodici iniziali imputati sono stati assolti) furono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari, e notificata dai carabinieri con il blitz scattato alle prime luci dell’alba del 21 gennaio 2008. Quel giorno finirono in manette undici persone, tutti pregiudicati e tutti domiciliati in viale Isonzo e traversa Isonzo. Il dodicesimo destinatario dell’ordinanza, sfuggito inizialmente alla cattura, fu preso la sera del 25 gennaio, mentre consumava una pizza in un locale di Marcellinara (Cz). A molti degli imputati gia’ in passato erano stati contestati singoli episodi di spaccio (nel corso di due anni di indagini gli investigatori hanno sequestrato circa un chilo e mezzo di cocaina), ma con “Gambero”, dopo aver ricostruito la rete dei collegamenti tra i componenti del gruppo ed i vari ruoli, gli inquirenti sono giunti a contestare il reato associativo.
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